Tre caratteristiche essenziali dei leader
Come pastore di una chiesa che fonda chiese, considero le epistole pastorali di Paolo un deposito inestimabile di sapienza per formare leader e dare il via a nuove congregazioni. Questi tre libri, 1 e 2 Timoteo e Tito, furono scritti da un apostolo che ha servito la chiesa predicando, formando i suoi leader, e guidando la missione. Paolo ha lasciato un prezioso deposito di sapienza e conoscenza per qualsiasi leader di oggi che aspiri alla stessa chiamata e compito.
Una rapida lettura di questi testi rivela tre caratteristiche essenziali di qualunque leader che desideri guidare una chiesa che fonda chiese. Queste caratteristiche servono a garantire qualità e spessore nella leadership, permettendo così al movimento di fare progressi. Questi tratti sono il carattere, la chiarezza e la fiducia.
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Impegnati nella tua città con il vangelo
Non esiste un cristiano che non sia un missionario. In virtù del Grande Mandato, ogni cristiano è mandato in missione per fare discepoli ed essere un testimone della potenza salvifica di Dio in Cristo. Eppure, il termine “missionario” spesso fa pensare a nomi come Hudson Taylor, Amy Carmichael o George Lisle, persone che hanno attraversato continenti e varcato confini per predicare il vangelo in posti pericolosi. L’eredità che ci hanno lasciato va preservata come fonte d’ispirazione di come dovremmo ubbidire ai comandamenti di Gesù. Ma è il comandamento di Gesù che rimane costante. I metodi che utilizziamo, i luoghi dove andiamo e i nostri ruoli saranno diversi secondo la nostra chiamata, dei nostri doni, delle nostre passioni, del luogo e dell’epoca in cui viviamo. Nondimeno, tutti quelli che sono stati riconciliati con Dio in Cristo, e inseriti nelle comunità locali per servire, sono chiamati a raggiungere i perduti. Per dirlo in modo ancora più semplice: i chiamati sono anche i mandati.
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Il silenzioso killer del matrimonio
La maggior parte delle coppie cristiane non inserirebbe la vergogna nella lista delle criticità maggiori nel loro matrimonio. Tuttavia, dopo quasi un decennio di consulenza matrimoniale, ho potuto constatare che ben pochi matrimoni non sono ostacolati dalla vergogna in qualche aspetto. Spesso non è la prima cosa a emergere, ma è alla base di molte altre difficoltà comuni, specialmente in ambito di comunicazione e di sesso.
Com’è possibile sapere se questo silenzioso killer del matrimonio è presente nella tua relazione? Esamina le seguenti domande di autovalutazione:
Ci sono argomenti impossibili da affrontare perché tu o il tuo coniuge diventate troppo permalosi, vi mettete subito sulla difensiva o v’imbarazzate?
Riesci a condividere cose imbarazzanti o combattimenti angosciosi con il tuo coniuge aspettando di ricevere in cambio empatia, o è più probabile che tu riceva ulteriore derisione o condanna?...
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5 motivi per cui gli adolescenti hanno bisogno della Teologia
Il mondo può disorientare molto noi adolescenti. Stiamo diventando maggiorenni in un contesto morale mutevole, in cui le sfide più pressanti e le critiche culturali più insistenti cambiano in continuazione e sono in conflitto perenne. Vediamo scandali e pettegolezzi, terrorismo e Trump, nuove etiche sessuali e aspre tensioni razziali, e ci chiediamo: Come devo pensare riguardo a tutto questo?
La società secolare ci sbatte in faccia le sue risposte, ma non sono mai compatibili con la visione del mondo cristiana.
Credo che ci sia uno strumento migliore per rispondere alle domande degli adolescenti che, come me, seguono Cristo: la teologia.
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Coltivare collaborazioni internazionali per la fondazione di chiese | Parte 2
Come
Se siamo convinti che le collaborazioni internazionali per la fondazione di chiese siano una conseguenza naturale del vangelo e che arrechino molti benefici alle nostre chiese locali e reti di chiese, saremo allora pronti a compiere dei semplici passi per sviluppare questo tipo di collaborazioni nel nostro contesto.
1. Imposta una visione del vangelo
Questo passo è fondamentale. Dobbiamo essere sostenitori convinti e convincenti di una visione globale del vangelo che scaturisce da versetti come Abacuc 2:14: “Poiché la conoscenza della gloria del Signore riempirà la terra come le acque coprono il fondo del mare”. In tutti i nostri sermoni, studi e conversazioni informali, nella nostra esegesi, esposizione e applicazione del testo biblico, dovrebbe essere presente la portata del vangelo, l’estensione e la profondità del suo messaggio, la Signoria cosmica di Gesù. La nostra gente imparerà presto ad amare questo panorama suggestivo.
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Coltivare collaborazioni internazionali per la fondazione di chiese | Parte 1
Logica e motivazione
Perché dovremmo coltivare collaborazioni internazionali per la fondazione di chiese? Questo post non è per nulla esauriente, ma dovrebbe essere sufficiente a convincere. Per quelli che saranno convinti, a breve sarà pubblicato un altro post per stimolare la riflessione su come coltivare queste collaborazioni.
1. La chiesa primitiva era, fin dall’inizio, una famiglia diversificata e globale di chiese che fondano chiese
Matteo 28:18-20 ha bisogno di collaborazioni internazionali per la fondazione di chiese per essere adempiuto. Come può il vangelo giungere fino alle estremità della terra senza varcare i confini nazionali (o i loro equivalenti)? Come si battezzano, si istruiscono e si fanno discepoli al di fuori del contesto della chiesa, secondo le categorie descritte dal Nuovo Testamento? Alla luce del grande mandato, non sorprende osservare che il libro degli Atti è una storia di collaborazioni internazionali per la fondazione di chiese, sin dal giorno in cui la chiesa di Antiochia mandò Paolo e Barnaba in missione. Luca ci fornisce una bellissima immagine del principio in Atti 20:4, con Paolo che ritorna a Gerusalemme con un gruppo di colleghi dopo aver da poco fondato chiese a Berea, Tessalonica, Derba e in Asia (forse grazie al contributo delle chiese fondate da Paolo a Efeso e a Colosse). Luca descrive le collaborazioni internazionali incidentalmente, come se fossero una normale componente del tessuto della chiesa primitiva. Lo stesso quadro emerge dalle epistole. Perché Paolo scrisse Romani? Per recarsi in Spagna, e creare una collaborazione internazionale tra la chiesa di Roma e la chiesa che sperava di fondare in Spagna. Filippesi è una lettera che riguarda la collaborazione nel vangelo (cap. 1 e cap. 4). 1 Tessalonicesi 1 mostra una chiesa la cui influenza e testimonianza echeggiavano da provincia a provincia in modo naturale e contagioso. Tutto lascerebbe pensare che quando la finalità e la portata del vangelo erano predicate, producevano come conseguenza necessaria collaborazioni internazionali vitali e intenzionali.
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Il mio peccato sessuale mi ha reso insalvabile?
Trascrizione dell’audio
Un uomo da Hong Kong, che vuole restare anonimo, ci scrive per chiedere: “Pastore John, quand’è che raggiungiamo la condizione di Esaù, descritta in Ebrei 12:15–17, nella quale egli non poté più ravvedersi? Sono cristiano da tutta la vita, ma ho vissuto per molti anni nel peccato sessuale, inclusa la pornografia, una relazione adultera con la moglie di un altro uomo, e la prostituzione. Non ho mai smesso di combattere questi peccati e di odiarli, e sono felice di poter dire che Dio ha da poco compiuto una grande opera liberandomi dalla relazione adultera grazie all’aiuto del mio pastore e di altri fratelli in Cristo, il che mi porta a pensare che Egli voglia ancora salvarmi. Tuttavia, mi ritrovo ancora impotente contro questi peccati sessuali, e ho paura di continuare ad andare alla deriva nel vizio sessuale, e ritrovarmi nella condizione descritto al versetto 16 di non potermi più ravvedere e di essere scaduto dalla grazia! Come posso vincere questa impotente deriva nel peccato ed evitare di avere un cuore indurito che non può più ravvedersi?”.
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Amatevi a vicenda
Ho caricato nel mio sito internet alcuni sermoni da 1 Pietro, e questo articolo mi dà l’opportunità di riflettere su un versetto che considero un’enorme sfida.
1 Pietro 1:22 è per me uno dei comandi più difficili non solo di questa lettera, ma di tutta la Scrittura.
Pietro dice: "Avendo purificato le vostre anime con l’ubbidienza alla verità per giungere a un sincero amor fraterno, amatevi intensamente a vicenda di vero cuore".
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Una formula semplice per una predicazione efficace
E’ meraviglioso che il Dio che ha creato il mondo per mezzo della sua parola abbia parlato al suo popolo in un libro. Pensaci. Il Dio invisibile ha rivelato se stesso attraverso gli scritti di uomini che furono sospinti dallo Spirito (2 Pietro 1:19–21). Quale grazia! Se non sei meravigliato da questa cosa, non diventare un predicatore.
La ferma convinzione che la Bibbia è la comunicazione diretta e personale di Dio al suo popolo è all’origine di una predicazione efficace. L’uomo che risponde alla chiamata a predicare si assume un’enorme responsabilità, che va presa con una buona dose di santo timore. Non è qualcosa da prendersi alla leggera.
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Ripensare la conversione nel contesto: riesaminare le aspettative del cambiamento secondo il vangelo
Hai mai conosciuto qualcuno che pensavi fosse un cristiano ma che poi non si è rivelato come tale? Ho conosciuto un attore in disgrazia che era anche ateo. Dopo qualche tempo cominciò a frequentare la nostra chiesa, iniziò a leggere libri sul vangelo e a pregare con la sua famiglia. Contento di sapere della sua conversione, lo invitai a pranzo. Parlando con lui, fu scioccato di scoprire che si era convertito ma che non era rigenerato. Una donna fedele della nostra chiesa che era molto attiva nel servire e che frequentava gli incontri della chiesa e partecipava alla vita della comunità, chiese di essere battezzata. Quando le chiesi perché, mi disse che era appena diventata una cristiana. Spesso il nostro discernimento di una vera conversione è poco chiaro.
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Mani ferme fino al tramonto: la battaglia per la fondazione di chiese
Con calma Giosuè passò in rassegna i suoi soldati, radunati in truppe di cinquanta e di cento unità. Si accertò che i capitani avessero capito la strategia. Passò anche del tempo a pregare con qualche soldato esitante qua e là. Altri seguirono il suo esempio, e un quieto brusio di benedizioni e di preghiere si unì al risoluto cigolio di pelle e al tintinnio del metallo proveniente degli uomini che stavano controllando e indossando la loro armatura.
Quando giunse alla tribù di Giuda, il comandante abbracciò Caleb e, mani sulle spalle, pregarono insieme. Caleb e i suoi uomini avrebbero dovuto avanzare per bloccare l’impatto dell’offensiva Amalechita quando la battaglia sarebbe iniziata, e Giosuè era certo che l’assalto del nemico si sarebbe infranto contro il roccioso coraggio del suo vecchio amico.
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Crescere la prossima generazione di fondatori di chiese
La storia ci insegna che uno dei motivi che determina il successo in tempo di guerra è la quantità e la qualità dei soldati schierati in battaglia. Lo stesso principio è altrettanto valido nella fondazione di chiese. Possiamo avere tutte le buone intenzioni del mondo, ma senza fondatori di chiesa qualificati e competenti che continuamente emergono dai ranghi, i nostri sforzi come movimento per la fondazione di chiese saranno vani.
Tuttavia, questo solleva la questione: chi ha la responsabilità di crescere la prossima generazione di fondatori di chiesa? E’ responsabilità di Dio chiamare e mandare un nuovo esercito di fondatori di chiesa? O è nostra responsabilità preparare e schierare questi uomini? La risposta, come spesso succede, è “entrambi”.
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Quindici strategie per avere gioia
Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno. (Salmo 16:11)
Come possiamo combattere per avere gioia?
Devi capire che la vera gioia in Dio è un dono.
Devi capire che occore combattere per avere gioia incessantemente.
Devi prefiggerti di aggredire tutto il peccato conosciuto nella tua vita.
Impara il segreto della colpa “coraggiosa”, ossia come combattere da peccatore giustificato.
Devi capire che la battaglia consiste principalmente nel conoscere Dio per quello che Lui è.
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Guarda al tuo albero di Natale con occhi diversi
Il Natale riguarda un albero. Ma non l’albero che addobbi. C’è un altro albero che ruota intorno al Natale.
Ancora prima che la terra fosse creata, c’era un albero nel futuro di Gesù, e fin dal suo primo respiro, ogni passo del suo cammino lo avrebbe portato a quest’albero.
Non era un albero di felicità; non era un albero di gioia. Non era un albero che uno vorrebbe celebrare. Nessuno avrebbe mai voluto avere a che fare con quest’albero, se non Gesù. In effetti, la Bibbia dice che Gesù si avvicinò a quest’albero con gioia.
Quell’albero non era un sempreverde; era una croce.
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Lezioni dalla storia della chiesa sul discepolato e sulla fondazione di chiese
Pensi di saperne di più di Agostino, dei Riformatori e di Spurgeon? Lezioni sul discepolato per fondatori di chiese.
Mancanza di discepolato
Uno dei maggiori rimpianti sugli inizi della mia vita cristiana è quello di non essere mai stato veramente discepolato, né di aver mai discepolato altri. Benché diversi uomini si fossero interessati alla mia vita spirituale, non ci fu mai un approccio del tipo “sii mio imitatore come io lo sono di Cristo” in nessuna delle nostre conversazioni, nessun dover rendere conto ed essere responsabili gli uni degli altri. Di conseguenza, ho studiato in seminario e sono entrato nel ministero per lo più stando per conto mio.
Che cosa pericolosa! La vita cristiana – figuriamoci il ministero pastorale – non può essere vissuta in solitudine (siamo stati salvati per appartenere a una comunità del vangelo). Ricordo il giorno in cui mi resi conto di avere trascorso gran parte della mia vita in chiesa ma che non avevo nessuna idea di quello che significasse vivere la vita cristiana.
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Non sei Gesù
Uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella nostra chiesa é stato quello di cercare di essere Gesù per la nostra città. Durante il primo incontro di Soma, la chiesa che fondammo a Tacoma, Washington, aprii le Scritture in Giovanni 20:21 e lessi: “Gesù disse loro di nuovo: ‘Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi’”. Poi spiegai al piccolo nucleo iniziale di credenti che avremmo scoperto insieme come Dio mandó il Figlio e come egli ci stesse mandando a nostra volta in missione nella città di Tacoma. Mi proposi da quel momento di insegnare la vita missionale di Gesù nel vangelo di Giovanni e di mobilitare la nostra squadra per vivere ogni giorno in missione. Era proprio un bello studio da fare nel cercare di essere Gesù per Tacoma. Grosso errore!
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E se scrivere su un Blog riguardasse il nostro essere amministratori?
Come famiglia globale di più di 600 chiese in 5 continenti, nata più di 10 anni fa, abbiamo un ricco bagaglio di esperienze, buone e cattive, dalle quali attingere. E se il blog di Acts 29 servisse meno a farci conoscere e “fare colpo”, e consistesse più nell’amministrare regolarmente, settimana dopo settimana, ciò che Dio ci ha dato per amore del vangelo? Quale aspetto assumerebbe?
Siamo una famiglia globale e diversificata di chiese che fondano chiese che amano la chiarezza teologica, il coinvolgimento culturale e l’innovazione missionale. Prendiamo dunque queste categorie e abbozziamo l’aspetto del blog se avessimo post settimanali in queste 4 rubriche:
1. Teologia
Non esauriremo mai la ricchezza, il campo d’applicazione e la portata del vangelo. Non smetteremo mai di imparare dal passato: il nostro passato con luci e ombre e la lunga storia della chiesa. La Bibbia non finirà mai di mostrarci dove dobbiamo crescere nel rendere chiaro il vangelo, e dove stiamo vacillando e facendo compromessi. I blog sulla teologia avranno una funzione di protezione e di affinamento; dovrebbero sfidarci a una maggiore fedeltà alla Bibbia e al Dio della Bibbia; dovrebbero renderci umili, e, Dio volendo, impedirci di cadere negli errori che tristemente assaliranno la famiglia Acts 29. Dovrebbero stimolarci e spingerci ad avere più ampiezza e profondità nella riflessione e nella pratica della nostra missione.
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15 Domande diagnostiche in tema di discernimento
In queste ultime domeniche stiamo studiando 2 Timoteo. La settimana scorsa ho predicato da 2 Timoteo 3:6-9. E’ un brano che, come molti altri nelle epistole pastorali, affronta il tema dei falsi insegnamenti. Paolo ci mette in guardia contro la follia dei falsi insegnamenti (e contro la follia di farsi ingannare da essi).
Il che ci porta alla domanda: cos’è un falso insegnamento e come lo si riconosce?
Ovviamente, non c’è nessun metodo a prova di stupido per riconoscere i falsi insegnamenti. Il discernimento biblico non si improvvisa, ma richiede anni di preghiera, predicazione e pratica. Ma ci sono alcune domande che potrebbero aiutarci a distinguere il bene dal male. Qui sotto ci sono 15 domande per diagnosticare con discernimento i falsi insegnamenti che ho suggerito alla mia congregazione.
1. L’insegnamento sembra strano? Naturalmente non è una domanda a prova di stupido (anche la predestinazione può sembrare strana all’inizio). Il sano insegnamento, però, dovrebbe avere un senso biblico per chi legge tutta la Bibbia ogni anno, va in chiesa ogni domenica, e ha frequentato la scuola domenicale per anni. Come prima domanda, un cristiano maturo dovrebbe chiedersi: “Come mai non ho sentito una cosa del genere prima?”
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Signore, fai crescere il mio amore per Te
Tutto inizia con il diletto. La vita cristiana che il Nuovo Testamento descrive non può essere vissuta se i nostri cuori non amano Dio e se lui non è il nostro tesoro.
Nessuno vende tutto ciò che ha per comprare un campo, a meno che non contenga un tesoro di valore molto maggiore (Matteo 13:44).
Nessuno abbandona il peccato per credere e obbedire Gesù, a meno che la sua salvezza non offra piaceri superiori a quelli del peccato (Luca 19:8–10).
Nessuno può avvicinarsi a Dio se non crede che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano (Ebrei 11:6).
Nessuno considera la sua giustizia come un danno, a meno che non creda che la giustizia di Gesù è l’unica cosa in grado di garantirgli la gioia inesprimibile di conoscere il Padre (Filippesi 3:9–10).
Nessuno lascia “case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli o campi” per amore di Gesù senza lo stimolo di una ricompensa molto più grande (Matteo 19:29).
Nessuno soffre volentieri per amore di Gesù, a meno che egli non creda che le sue afflizioni non sono degne di essere paragonate con il peso eterno di gloria che lo aspetta (2 Corinzi 4:17).
Nessuno accoglie volentieri il martirio per amore di Gesù, a meno che non consideri la morte un guadagno (Filippesi 1:21).
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