Posts in Vita cristiana
L’uomo il cui sogno ha distrutto milioni di persone. La triste eredità di Hugh Hefner

Hugh Hefner, il fondatore di Playboy Enterprises e sua massima personificazione ideologica, è morto una settimana fà all’età di 91 anni alla Playboy Mansion, immersa nel mondo immaginario da lui creato. Sarà sepolto accanto a Marilyn Monroe, la prima donna a posare nuda nell’inserto centrale di Playboy.

Nel 1953, Hefner sdoganò la pornografia dai bassifondi culturali, le diede un abito e un linguaggio sofisticato, un’ambientazione elegante e affascinante e una parvenza liberatoria e libertina, facendola diventare un fenomeno di tendenza con la rivista Playboy. Non era tanto un rivoluzionario quanto un uomo che comprese il tempo in cui viveva. Sapeva in quale direzione stava andando la storia. Vide i lati deboli, colpì con astuzia (e impudicizia), e vinse la battaglia culturale: i vecchi costumi sessuali sono stati abbandonati una volta per sempre e la pornografia è diventata pervasiva. Ma a quale prezzo?

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Sono esausto. Come posso ricaricare il mio corpo senza trascurare la mia anima?
  • Colloquio con John Piper

  • Tema: Santificazione e crescita

 

Trascrizione audio

La domanda di oggi ci è stata rivolta da una persona sfinita. Quando siamo esausti, come possiamo “ricaricarci” senza trascurare le nostre anime? La domanda è questa: “Ciao Pastore John, ho 41 anni e da nove sono il pastore di una chiesa piccola ma in crescita con 120 membri in Galles. Nel corso del mio pastorato ho notato che, a causa della natura spiritualmente, emotivamente e mentalmente estenuante del ministero, quando mi capita di avere del tempo libero (una serata o un sabato) tutto quello che desidero è staccare la spina e fare cose banali come guardare programmi sportivi in televisione. Sento che dovrei piuttosto impegnarmi in altre letture personali o devozionali, in cose che mi aiutano nella ricerca di Dio, ma non riesco a trovare le energie o il desiderio per farlo. Il ministero è molto impegnativo, e quando posso cerco di sfuggire dalle cose a esso legate. Come fai a gestire questa tensione tra il ministero come lavoro cui dedichi il tuo tempo e la tua attenzione per gran parte del giorno, e il bisogno di avere le energie per cercare Dio personalmente al di fuori delle attività formali del tuo ministero? Hai avvertito questa tensione e hai qualche consiglio per un pastore giovane ma già stanco?”

Sì, ho avvertito questa tensione. Dubito che sia possibile evitarla. Poiché ho cercato di esaminare e studiare il mio cuore e le sue inclinazioni quando sono stanco, sono piuttosto diffidente della mia propensione ad autogiustificarmi per difendere la mia tendenza a compromettere la mia mente e la mia coscienza con quello che faccio con il mio cosiddetto tempo libero. Lo dico giusto per suonare un campanello d’allarme prima di metterci a pensare che sentirsi stanchi dopo aver lavorato per il Signore possa giustificare praticamente ogni cosa. Credo che queste sottili autogiustificazioni mondane siano i primi segnali di molte cadute nel ministero pastorale. Potremmo dire che trascorrere il tempo libero in modo mondano porta a rovinose cadute. Ecco alcune cose che ho imparato e che vorrei suggerire.

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Perché Dio non può amare eternamente quelli che non credono in Lui?

Trascrizione Audio

Bentornati al podcast Ask Pastor John, e bentornato Pastore John. Abbiamo ricevuto una domanda da un ascoltatore che si chiama Tuck Warner da Coldstream (Canada): “Caro Pastore John, pur capendo che la Bibbia sostiene il concetto della predestinazione, ho ancora difficoltà a conciliare il fatto che un Dio perfettamente amorevole sostanzialmente ci «costringa» ad amarlo senza poter scegliere diversamente. Se il suo amore è perfetto, come può dunque non concederci la libertà di accettarlo o di rifiutarlo?” Come risponderesti?

Ho tre risposte, e principalmente sono risposte al modo in cui la domanda è formulata, ma credo che ci aiutino ad arrivare alle questioni di fondo che lo interessano. La prima risposta ha a che fare con il presumere di sapere ciò che significa per Dio essere perfettamente amorevole prima di capire veramente nella Bibbia in che modo egli ha amato. La seconda risposta riguarda la parola “costringere”, quando l’ascoltatore chiede: “Può Dio costringerci ad amarlo?”. Voglio dire qualcosa sulla parola “costringere”. E la terza è una risposta a Dio ci dà la libertà di accettare o rifiutare il suo amore. Queste sono le tre cose sulle quali voglio dire qualcosa.

 

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Condividere la vita con i rifugiati

La crisi dei rifugiati non può essere ignorata. Tutti i giornali del mondo ne parlano. Politici vincono e perdono elezioni su questa questione. Se c’è una cosa che potrebbe dividere l’Europa nei prossimi anni, questa è la crisi dei rifugiati. Forse hai visto le terribili foto di bambini dispersi in mare. Forse hai guardato documentari sui ragazzi perduti del Sudan. E’ probabile che nella tua città siano alloggiati migliaia di rifugiati che attendono di essere accolti nella tua comunità. Mentre il tuo aggregatore di notizie su Facebook riempie il tuo cuore di uno zelo al limite della rabbia, è probabile che ti domanderai: Che cosa posso fare io? 

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Impegnati nella tua città con il vangelo

Non esiste un cristiano che non sia un missionario. In virtù del Grande Mandato, ogni cristiano è mandato in missione per fare discepoli ed essere un testimone della potenza salvifica di Dio in Cristo. Eppure, il termine “missionario” spesso fa pensare a nomi come Hudson Taylor, Amy Carmichael o George Lisle, persone che hanno attraversato continenti e varcato confini per predicare il vangelo in posti pericolosi. L’eredità che ci hanno lasciato va preservata come fonte d’ispirazione di come dovremmo ubbidire ai comandamenti di Gesù. Ma è il comandamento di Gesù che rimane costante. I metodi che utilizziamo, i luoghi dove andiamo e i nostri ruoli saranno diversi secondo la nostra chiamata, dei nostri doni, delle nostre passioni, del luogo e dell’epoca in cui viviamo. Nondimeno, tutti quelli che sono stati riconciliati con Dio in Cristo, e inseriti nelle comunità locali per servire, sono chiamati a raggiungere i perduti. Per dirlo in modo ancora più semplice: i chiamati sono anche i mandati.

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Il silenzioso killer del matrimonio

La maggior parte delle coppie cristiane non inserirebbe la vergogna nella lista delle criticità maggiori nel loro matrimonio. Tuttavia, dopo quasi un decennio di consulenza matrimoniale, ho potuto constatare che ben pochi matrimoni non sono ostacolati dalla vergogna in qualche aspetto. Spesso non è la prima cosa a emergere, ma è alla base di molte altre difficoltà comuni, specialmente in ambito di comunicazione e di sesso.

Com’è possibile sapere se questo silenzioso killer del matrimonio è presente nella tua relazione? Esamina le seguenti domande di autovalutazione:

  1. Ci sono argomenti impossibili da affrontare perché tu o il tuo coniuge diventate troppo permalosi, vi mettete subito sulla difensiva o v’imbarazzate?

  2. Riesci a condividere cose imbarazzanti o combattimenti angosciosi con il tuo coniuge aspettando di ricevere in cambio empatia, o è più probabile che tu riceva ulteriore derisione o condanna?...

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5 motivi per cui gli adolescenti hanno bisogno della Teologia

Il mondo può disorientare molto noi adolescenti. Stiamo diventando maggiorenni in un contesto morale mutevole, in cui le sfide più pressanti e le critiche culturali più insistenti cambiano in continuazione e sono in conflitto perenne. Vediamo scandali e pettegolezzi, terrorismo e Trump, nuove etiche sessuali e aspre tensioni razziali, e ci chiediamo: Come devo pensare riguardo a tutto questo?

La società secolare ci sbatte in faccia le sue risposte, ma non sono mai compatibili con la visione del mondo cristiana.

Credo che ci sia uno strumento migliore per rispondere alle domande degli adolescenti che, come me, seguono Cristo: la teologia.

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Il mio peccato sessuale mi ha reso insalvabile?
  • Intervista a John Piper

  • Tema: Mettere a morte il peccato

Trascrizione dell’audio

Un uomo da Hong Kong, che vuole restare anonimo, ci scrive per chiedere: “Pastore John, quand’è che raggiungiamo la condizione di Esaù, descritta in Ebrei 12:15–17, nella quale egli non poté più ravvedersi? Sono cristiano da tutta la vita, ma ho vissuto per molti anni nel peccato sessuale, inclusa la pornografia, una relazione adultera con la moglie di un altro uomo, e la prostituzione. Non ho mai smesso di combattere questi peccati e di odiarli, e sono felice di poter dire che Dio ha da poco compiuto una grande opera liberandomi dalla relazione adultera grazie all’aiuto del mio pastore e di altri fratelli in Cristo, il che mi porta a pensare che Egli voglia ancora salvarmi. Tuttavia, mi ritrovo ancora impotente contro questi peccati sessuali, e ho paura di continuare ad andare alla deriva nel vizio sessuale, e ritrovarmi nella condizione descritto al versetto 16 di non potermi più ravvedere e di essere scaduto dalla grazia! Come posso vincere questa impotente deriva nel peccato ed evitare di avere un cuore indurito che non può più ravvedersi?”.

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Ripensare la conversione nel contesto: riesaminare le aspettative del cambiamento secondo il vangelo

Hai mai conosciuto qualcuno che pensavi fosse un cristiano ma che poi non si è rivelato come tale? Ho conosciuto un attore in disgrazia che era anche ateo. Dopo qualche tempo cominciò a frequentare la nostra chiesa, iniziò a leggere libri sul vangelo e a pregare con la sua famiglia. Contento di sapere della sua conversione, lo invitai a pranzo. Parlando con lui, fu scioccato di scoprire che si era convertito ma che non era rigenerato. Una donna fedele della nostra chiesa che era molto attiva nel servire e che frequentava gli incontri della chiesa e partecipava alla vita della comunità, chiese di essere battezzata. Quando le chiesi perché, mi disse che era appena diventata una cristiana. Spesso il nostro discernimento di una vera conversione è poco chiaro.

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Quindici strategie per avere gioia

Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno. (Salmo 16:11)

Come possiamo combattere per avere gioia?

  1. Devi capire che la vera gioia in Dio è un dono.     

  2. Devi capire che occore combattere per avere gioia incessantemente.

  3. Devi prefiggerti di aggredire tutto il peccato conosciuto nella tua vita.

  4. Impara il segreto della colpa “coraggiosa”, ossia come combattere da peccatore giustificato.

  5. Devi capire che la battaglia consiste principalmente nel conoscere Dio per quello che Lui è.

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E se scrivere su un Blog riguardasse il nostro essere amministratori?

Come famiglia globale di più di 600 chiese in 5 continenti, nata più di 10 anni fa, abbiamo un ricco bagaglio di esperienze, buone e cattive, dalle quali attingere. E se il blog di Acts 29 servisse meno a farci conoscere e “fare colpo”, e consistesse più nell’amministrare regolarmente, settimana dopo settimana, ciò che Dio ci ha dato per amore del vangelo? Quale aspetto assumerebbe?

Siamo una famiglia globale e diversificata di chiese che fondano chiese che amano la chiarezza teologica, il coinvolgimento culturale e l’innovazione missionale. Prendiamo dunque queste categorie e abbozziamo l’aspetto del blog se avessimo post settimanali in queste 4 rubriche:

1. Teologia

Non esauriremo mai la ricchezza, il campo d’applicazione e la portata del vangelo. Non smetteremo mai di imparare dal passato: il nostro passato con luci e ombre e la lunga storia della chiesa. La Bibbia non finirà mai di mostrarci dove dobbiamo crescere nel rendere chiaro il vangelo, e dove stiamo vacillando e facendo compromessi. I blog sulla teologia avranno una funzione di protezione e di affinamento; dovrebbero sfidarci a una maggiore fedeltà alla Bibbia e al Dio della Bibbia; dovrebbero renderci umili, e, Dio volendo, impedirci di cadere negli errori che tristemente assaliranno la famiglia Acts 29. Dovrebbero stimolarci e spingerci ad avere più ampiezza e profondità nella riflessione e nella pratica della nostra missione.

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15 Domande diagnostiche in tema di discernimento

In queste ultime domeniche stiamo studiando 2 Timoteo. La settimana scorsa ho predicato da 2 Timoteo 3:6-9. E’ un brano che, come molti altri nelle epistole pastorali, affronta il tema dei falsi insegnamenti. Paolo ci mette in guardia contro la follia dei falsi insegnamenti (e contro la follia di farsi ingannare da essi).

Il che ci porta alla domanda: cos’è un falso insegnamento e come lo si riconosce?

Ovviamente, non c’è nessun metodo a prova di stupido per riconoscere i falsi insegnamenti. Il discernimento biblico non si improvvisa, ma richiede anni di preghiera, predicazione e pratica. Ma ci sono alcune domande che potrebbero aiutarci a distinguere il bene dal male. Qui sotto ci sono 15 domande per diagnosticare con discernimento i falsi insegnamenti che ho suggerito alla mia congregazione.

1. L’insegnamento sembra strano? Naturalmente non è una domanda a prova di stupido (anche la predestinazione può sembrare strana all’inizio). Il sano insegnamento, però, dovrebbe avere un senso biblico per chi legge tutta la Bibbia ogni anno, va in chiesa ogni domenica, e ha frequentato la scuola domenicale per anni. Come prima domanda, un cristiano maturo dovrebbe chiedersi: “Come mai non ho sentito una cosa del genere prima?”

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Signore, fai crescere il mio amore per Te

Tutto inizia con il diletto. La vita cristiana che il Nuovo Testamento descrive non può essere vissuta se i nostri cuori non amano Dio e se lui non è il nostro tesoro.

  • Nessuno vende tutto ciò che ha per comprare un campo, a meno che non contenga un tesoro di valore molto maggiore (Matteo 13:44).

  • Nessuno abbandona il peccato per credere e obbedire Gesù, a meno che la sua salvezza non offra piaceri superiori a quelli del peccato (Luca 19:8–10).

  • Nessuno può avvicinarsi a Dio se non crede che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano (Ebrei 11:6).

  • Nessuno considera la sua giustizia come un danno, a meno che non creda che la giustizia di Gesù è l’unica cosa in grado di garantirgli la gioia inesprimibile di conoscere il Padre (Filippesi 3:9–10).

  • Nessuno lascia “case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli o campi” per amore di Gesù senza lo stimolo di una ricompensa molto più grande (Matteo 19:29).

  • Nessuno soffre volentieri per amore di Gesù, a meno che egli non creda che le sue afflizioni non sono degne di essere paragonate con il peso eterno di gloria che lo aspetta (2 Corinzi 4:17).

Nessuno accoglie volentieri il martirio per amore di Gesù, a meno che non consideri la morte un guadagno (Filippesi 1:21).

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L’essenza interiore dell’adorazione

Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunciato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora; so infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l'assistenza dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia viva attesa e la mia speranza di non aver da vergognarmi di nulla; ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia con la vita, sia con la morte. Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. Ma se il vivere nella carne porta frutto all'opera mia, non saprei che cosa preferire. Sono stretto da due lati: da una parte ho il desiderio di partire e di essere con Cristo, perché è molto meglio; ma, dall'altra, il mio rimanere nel corpo è più necessario per voi.

 

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L’amore romantico è un dono meraviglioso (e un dio terribile)

Siamo alla fine di una settimana molto proficua nella quale è stato nostro ospite l’autore e oratore Dott. Paul David Tripp, che ha sostituito per questa settimana John Piper, che ritornerà lunedì. Paul è l’autore del libro “Awe: Why It Matters for Everything We Think, Say, and Do”. Questa settimana abbiamo parlato del senso di stupore, e di come esso sia di fatto collegato a tutto quello che facciamo, inclusa la crescita spirituale, gli obiettivi del ministero, i tentativi di mettersi a dieta, i metodi su come crescere i figli, e le nostre attese sul matrimonio, di cui parliamo oggi.

Paul, nella ricerca che ho svolto sulle lettere pastorali del pastore del diciottesimo secolo John Newton, sono rimasto sorpreso nel constatare quanto spesso egli ha scritto a novelli sposi per metterli in guardia contro il pericolo di far diventare il proprio coniuge un idolo che infonde sicurezza. Lo fa ripetutamente nelle sue lettere, credo in parte perché lui stesso sperimentò questa cosa nel suo matrimonio, un’impressionante storia d’amore in sé. Questa sua preoccupazione è portata avanti oggi attraverso il ministero di, per fare un esempio, Tim e Kathy Keller, che ci avvisano dei pericoli dell’attrazione ossessiva nei confronti dell’amore romantico che influenza molti dei media popolari. La bugia dice: Se trovi l’amore romantico, tutta la tua vita avrà sicurezza e appagamento, a tal punto che il matrimonio diventa un tipo di salvezza, e l’amore romantico assume quasi aspettative redentive. Che cosa diresti dunque a cristiani, celibi o sposi novelli, che corrono il pericolo di perdere il senso di meraviglia in Dio diventando ossessionati con l’amore romantico?

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Che cosa dice la TV sul sesso?

La nostra cultura ci bombarda con immagini a sfondo sessuale (pubblicità su Facebook, riviste, video su YouTube, televisione, cataloghi, Netflix, e con ogni altro mezzo possibile). E’ una cosa talmente evidente che uno non può fare a meno di notarla. Ma c’è una verità non altrettanto evidente: la nostra cultura non solo ci mostra sesso; ci parla anche di sesso.

Giusto o sbagliato, la nostra cultura ci insegna riguardo al sesso. I mass media trasmettono in continuazione educazione sessuale.

 

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