Perché Dio non può amare eternamente quelli che non credono in Lui?

 

Trascrizione Audio

Bentornati al podcast Ask Pastor John, e bentornato Pastore John. Abbiamo ricevuto una domanda da un ascoltatore che si chiama Tuck Warner da Coldstream (Canada): “Caro Pastore John, pur capendo che la Bibbia sostiene il concetto della predestinazione, ho ancora difficoltà a conciliare il fatto che un Dio perfettamente amorevole sostanzialmente ci «costringa» ad amarlo senza poter scegliere diversamente. Se il suo amore è perfetto, come può dunque non concederci la libertà di accettarlo o di rifiutarlo?” Come risponderesti?

Ho tre risposte, e principalmente sono risposte al modo in cui la domanda è formulata, ma credo che ci aiutino ad arrivare alle questioni di fondo che lo interessano. La prima risposta ha a che fare con il presumere di sapere ciò che significa per Dio essere perfettamente amorevole prima di capire veramente nella Bibbia in che modo egli ha amato. La seconda risposta riguarda la parola “costringere”, quando l’ascoltatore chiede: “Può Dio costringerci ad amarlo?”. Voglio dire qualcosa sulla parola “costringere”. E la terza è una risposta a Dio ci dà la libertà di accettare o rifiutare il suo amore. Queste sono le tre cose sulle quali voglio dire qualcosa.

Quando Tuck domanda come un Dio perfettamente amorevole possa fare questo o quello, sembra suggerire — ma potrei sbagliarmi — che lui abbia in mente il modo in cui un Dio perfettamente amorevole deve agire. Noi esseri umani non siamo però nella posizione di definire come dev’essere l’amore perfetto del Creatore dell’universo. Siamo troppo peccaminosi, troppo limitati, troppo legati alla cultura in cui viviamo.

Per esempio (e questo fatto ha catturato molto la mia attenzione), penso che se il governo federale della Norvegia dovesse votare e decidere che cosa un Dio amorevole possa o non possa fare, non gli permetterebbero di sculacciare i suoi figli. I giornali ne hanno parlato molto recentemente, perché sembra che la Norvegia stia adottando sempre più la mano pesante — lo direi in ogni caso — nel togliere i figli ai genitori che non si adeguano all’idea di amore genitoriale che ha il governo. Perbacco, governo.

Beh, è una cosa ovvia che Dio sculacci i suoi figli. Dio fa morire i suoi figli  che partecipano indegnamente alla Cena del Signore (1 Corinzi 11:27–30), e li sculaccia in Ebrei 12:4–7:

Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato, e avete dimenticato l'esortazione rivolta a voi come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo quando sei da lui ripreso; perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli». Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?

Adesso non distorcere questo brano dicendo che i genitori cristiani hanno il diritto di far morire i loro figli. Dio non voglia che nessuno interpreti le mie parole in quel modo. Ma Dio lo fa. Dio ha quel diritto. Non sto parlando su come disciplinare i figli in questo podcast. Possiamo farlo in un’altra occasione. Sto parlando delle limitazioni culturali nel definire ciò che Dio può fare in quanto Dio d’amore. Se parti dal presupposto culturale che Dio non possa fare qualcosa di doloroso ai suoi figli, annulli le Scritture. Dobbiamo imparare dalla Scrittura in cosa consiste l’amore. In buona sostanza sto dicendo che ci avviciniamo alla Bibbia con supposizioni che possono o non possono essere vere su cosa l’amore di Dio deve fare. Lasciamo che sia la Bibbia a descrivere l’amore di Dio. Questa è la mia prima risposta.

La mia seconda risposta è alla parola “costringere”, quando Tuck dice di avere problemi a conciliare il fatto che un Dio perfettamente amorevole ci costringa in sostanza ad amarlo senza darci un’altra scelta. La mia difficoltà con questa cosa è che crea nelle nostre menti un’immagine non corretta. Chiunque ama Dio sinceramente, ama Dio liberamente. Tuck lo fa. Lui ama Dio liberamente. Chiunque ama Dio sinceramente, ama Dio liberamente. Ossia, egli ama Dio perché vuole amare Dio. Questo è ciò che significa amare Dio. Amare Dio significa considerarlo infinitamente degno di essere amato. Amare Dio significa considerare Dio meraviglioso, degno e soddisfacente.

In questo modo, vedendo Dio, i nostri cuori sono indotti a prendere piacere in lui, a goderlo ed essere soddisfatti in lui, e amarlo sopra ogni cosa. Godere per costrizione è un ossimoro. Non si può fare. Non puoi costringere le persone ad amare ciò che esse non amano. Puoi costringere le persone a fare movimenti fisici che a loro non piace fare, ma non puoi fargli piacere ciò che a essi non piace. Non puoi costringerli ad amare quello che non amano. L’immagine che in qualche modo stiamo amando Dio perché Dio ci sta costringendo ad amarlo contorcendoci dolorosamente il braccio dietro la schiena è ridicola.

Non solo è ridicola e sbagliata, ma è inconcepibile, perché non è così che è l’amore. Quando Dio porta amore (sì, lo fa), quando Dio porta amore per lui in un cuore in cui prima non c’era, lo fa aprendo gli occhi del cieco affinché veda le irresistibili meraviglie di Cristo, in modo che possiamo liberamente dilettarci in lui.

Non c’è un altro genere di amore che questo amore gratuito, il che ci porta ora alla terza risposta che può aiutare Tuck a capire la seconda. Egli dice: “Come può Dio non concederci la libertà di accettare o di rifiutare il suo amore?”, e la risposta è che Dio, in effetti, lascia a molte persone la libertà di accettare o rifiutare il suo amore. E questo si chiama giudizio, perché nessun uomo abbandonato a se stesso accetterà mai l’amore di Dio. Nessuno accetterà l’amore di Dio. Se Dio ci abbandona al nostro cosiddetto libero arbitrio, il risultato sarà la ribellione, e con essa la dannazione.

Tutti noi quindi, incluso Tuck, dobbiamo seriamente tenere in conto che non siamo neutrali. Tuck sta suggerendo che forse siamo come un pendolo sospeso verso il basso, né a destra, né a sinistra. Siamo neutrali, pronti a pendere verso Dio o verso il diavolo. Questo non è vero. La Bibbia in ogni sua parte afferma che abbiamo già un’inclinazione. Veniamo al mondo inclini, inclini a rifiutare l’amore di Dio con una disposizione d’animo talmente ostinata che la Bibbia chiama prigionia, schiavitù al peccato. E l’unica speranza che abbiamo non è che Dio ci lasci nella schiavitù al peccato e stare a vedere che cosa farà il nostro libero arbitrio, ma che Dio vinca la nostra schiavitù e ci consenta di soddisfare tutte le inclinazioni che abbiamo per adorare lui o obbedire a lui perché abbiamo visto la bellezza irresistibile di Cristo.

Sto registrando questo podcast solo qualche giorno dopo essere stato a “Together for the Gospel 2016”, dove ho predicato su questo tema. Il titolo del messaggio era: “Il Servo Arbitrio, la Sovranità della Grazia, e la Gloria di Dio”. Vorrei invitare Tuck ad ascoltare i miei messaggi a T4G — credo che saranno disponibili online nel giro di qualche giorno — e ascoltare lì le mie argomentazioni. Ve le riassumo in un minuto.

La Bibbia parla di almeno cinque (forse più) modi in cui la mia volontà è in schiavitù. Non dice che ho il libero arbitrio per fare il bene. Non siamo liberi quando siamo tenuti in schiavitù in questo modo.

  • Giovanni 3:19-20 — Siamo schiavi dell’amore delle tenebre.

  • Giovanni 5:43-44 — Siamo schiavi dell’amore della nostra gloria personale. Come puoi credere, se ami la gloria dell’uomo e non la gloria di Dio?

  • Romani 8:6-8 — Siamo schiavi della mente della carne che è ostile a Dio. Senza lo Spirito Santo tutti sono ostili a Dio. Non ci sottomettiamo alla legge di Dio, anzi, non possiamo.

  • Efesini 2:1-3 — Siamo schiavi della morte spirituale.

  • 1 Corinzi 2:13–14 — Siamo schiavi della derisione dell’uomo naturale delle cose spirituali. Non possiamo riceverle perché pensiamo che siano pazzia.

  • 2 Corinzi 4:4 — Siamo schiavi dell’accecamento della nostra mente alla luce della gloria di Cristo.

E così, Tuck, se Dio ci lascia al nostro libero arbitrio, noi periremo, perché siamo liberi di fare solo quello che amiamo fare. E quello che per natura amiamo fare è esaltare noi stessi, non Dio. L’unica speranza è di essere liberati mediante un atto di grazia sovrana. Soltanto attraverso la preziosità e la bellezza della grazia sovrana mediante la quale egli entra a forza nella nostra morte, cecità e ribellione e ci rivela la bellezza di Cristo possiamo essere liberati per amarlo liberamente.


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John Piper (@JohnPiper) è il fondatore e insegnante di desiringGod.org e rettore del Bethlehem College & Seminary. E’ stato per 33 anni il pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “A Peculiar Glory

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