Non perderti il potenziale missionario della Generazione Z

La paura di essere esclusi da eventi, esperienze, o contesti sociali gratificanti (nota con l’acronimo inglese “FOMO”) è diventata una caratteristica distintiva della Generazione Z, di cui fanno parte le persone nate tra la metà degli anni ‘90 e la metà degli anni 2010. Sono afflitti dalla fastidiosa sensazione che da qualche parte qualcuno sta facendo qualcosa in cui vorrebbero essere coinvolti ma non lo sono. Tale inquietudine può certamente assumere manifestazioni negative. Ma quando si tratta di fare delle considerazioni sulla Generazione Z, mi chiedo se ai leader di chiesa non servirebbe una sana dose di FOMO.

Fin troppo spesso, la discussione sulle generazioni tende alla lamentela. In parte ciò è giustificabile. Ogni generazione è sottoposta a impulsi che il cuore peccaminoso può seguire e che portano all’autodistruzione. E se la negatività nei confronti della Generazione Z ci avesse impedito di vederne le caratteristiche positive? E se Dio avesse ordinato che determinati tratti della Generazione Z venissero usati per i suoi scopi redentivi, inclusa l'opera della missione globale?

Un po’ di FOMO potrebbe fare bene a tutti noi. Potrebbe impedirci di perderci ciò che Dio desidera fare con questa generazione.


Caratteristiche generazionali

I ricercatori hanno individuato alcune caratteristiche che distinguono la Generazione Z dalle altre generazioni. Poiché hanno vissuto in un mondo scosso dagli eventi dell’11 settembre 2001 e colpito da una grande recessione, la loro prospettiva sul mondo è plasmata da un certo realismo. Lo si vede da quanto sia pragmatico il loro approccio alla vita e all’ambizione. La Generazione Z tende ad essere motivata ma senza ideali.

Per la Generazione Z, la tecnologia assume un’influenza pervasiva su ogni dimensione della vita. Le piattaforme digitali sono il contesto delle loro relazioni. La loro FOMO è reale. Il personal branding e la gestione della propria immagine assumono un livello di importanza mai visto prima. Anche in tema di lavoro, lo sviluppo digitale di un’azienda o la sua assenza influenza direttamente il desiderio dei Gen Zer di lavorare per essa. La vita, per chi fa parte della Generazione Z, è legata alla sfera digitale.

Insieme ad altri fattori, il forte legame con la vita digitale ha intensificato il tribalismo di questa generazione. La tribù si stringe assieme dentro i confini sicuri di una mentalità “noi contro loro”. Questo spirito rafforza la cancel culture. Tuttavia, la mentalità del “noi” della Generazione Z è debolmente collegata ad un profondo desiderio di individualità. Se un gruppo permette loro di esprimere se stessi liberamente, quel gruppo viene considerato “la mia gente.” L’individualismo espressivo coesiste con il tribalismo volubile, creando un ibrido fragile. Possiamo essere “noi”, fintantoché il “noi” mi permetta di essere “me”.

Contributi missionali 

Che cosa significa tutto questo per la Generazione Z e la missione globale? In Atti 17:26, Paolo parla della sovranità di Dio nel determinare “le epoche loro assegnate e i confini della loro abitazione” degli uomini che vivono sulla terra. Dio sovrintende ad ogni fattore che entra in gioco nella formazione di ciascuna generazione. Senza dubbio, il peccato influenza negativamente ogni gruppo di persone, ma la grazia comune di Dio è altresì presente in ogni cultura. E la grazia speciale di Dio può redimere aspetti di ogni nazione e generazione per essere usati per la sua missione.

Come pastore di una chiesa locale che invia molti giovani nella missione globale, mi trovo in una posizione privilegiata per vedere come Dio sta lavorando attraverso le caratteristiche uniche della Generazione Z per agire nelle nazioni. Questi sono quattro modi in cui vedo questo accadere.

1. I Gen Zer sono attenti ai modi in cui il Signore potrebbe muoverli.

Senza dubbio la paura di essere esclusi (FOMO) contribuisce a questo in qualche modo. La Generazione Z non ha un senso di stabilità abitativa o lavorativa. Diversamente dai baby boomer, è improbabile che scelgano una carriera professionale stabile. Molti rimangono aperti agli scopi di Dio nella loro vita. Mi entusiasma vedere come il Signore ha calibrato questa generazione dandole la prontezza per partire per nuovi campi e nuovi ambiti.

2. I Gen Zer hanno relazioni che vanno oltre il luogo fisico.

Dal momento che la valuta globale per coltivare relazioni è diventata digitale, la capacità di creare legami interculturali è cresciuta. Gli adolescenti che frequentano le superiori o i giovani universitari che mandiamo da Birmingham (Alabama) spesso condividono caratteristiche comuni con i pari età che vivono in luoghi come Il Cairo e il Perù, nonostante l’evidente distanza culturale. Una volta tornati a casa, continuano a rimanere in contatto con loro a livello globale attraverso la messaggistica e i social media. La Generazione Z è una comunità globale, e la sua connettività viene già sfruttata per la causa del Vangelo.

3. I Gen Zer sentono il bisogno di connettersi con le persone in modo significativo.

I Gen Zer che desiderano essere mandati in missione raramente hanno bisogno di essere convinti della necessità di imparare una nuova lingua e una nuova cultura. Qualcosa riguardo il “senso di appartenenza” che avvertono nella loro tribù li aiuta a comprendere il bisogno di ridurre al minimo la loro estraneità in un’altra cultura se vogliono incarnare e spiegare la verità. Gli individui appartenenti alla Generazione Z che abbiamo mandato in missione a medio e lungo termine si distinguono per la loro capacità di acquisire una nuova lingua e cultura, che sono i requisiti non negoziabili dell’opera missionaria.

4. I Gen Zer are pressing into il tema della salute mentale.

Diversamente dalle generazioni precedenti, sono disposti a rendersi vulnerabili e a parlare delle loro difficoltà. Ciò è dovuto, in parte, al fatto che sono cresciuti con la consapevolezza delle minacce esterne e delle sfide psicologiche interne. Come cristiani, hanno imparato ad affrontare le loro paure e vergogne. Alcuni Gen Zer che abbiamo mandato in missione hanno cercato Dio personalmente per superare fattori di stress legati all’ansia e alla depressione. Con la larga diffusione della paura e della vergogna nella cultura globale, sembra che questa generazione sia pronta per usare la conoscenza di queste dinamiche del cuore per la causa del Vangelo.

‘Andiamo!’

Forse sei un Gen Zer. Hai considerato come le tue caratteristiche possono essere usate per l’opera di Dio tra le nazioni? Forse sei un leader di chiesa come me. Hai considerato come Dio potrebbe avere strutturato unicamente la Generazione Z per un tempo come questo? È molto facile lamentarsi degli aspetti negativi di ogni generazione, ma è giunto il tempo di riconoscere il modo in cui Dio può usare persino le nostre debolezze per magnificare la sua forza.

"Andiamo!" è diventato uno slogan popolare ai nostri giorni che include sia un vanto celebrativo che una chiamata motivazionale. Come leader di chiesa, è il momento di aderire a questo tipo di mentalità. Ci sono ancora tantissime opportunità per l'avanzamento missionale, e una generazione è emersa pronta ad affrontarle con il Vangelo.


Chip Bugnar (MDiv, Southeastern Baptist Theological Seminary) è il pastore della The Church at Brook Hills a Birmingham, Alabama, dove abita con sua moglie e i loro quattro figli.

DISCLAIMER: Gli articoli postati da Impatto Italia esprimono le posizioni e la sensibilità dell’autore.

Il presente articolo è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

L’uso del presente articolo è autorizzato dall’editore originale ©TGC. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://www.thegospelcoalition.org/article/gen-zs-missionary-potential/

© IMPATTO ITALIA

Chip Bugnar