La chiamata continua a staccarsi dalle persone

Uno degli aspetti della vita, del ministero e della fondazione di chiese che mi ha addolorato e confuso più di quanto mi aspettassi è la perdita delle relazioni. Le guide spirituali si adoperano con tutto il loro cuore per amare e servire gli altri, accompagnati dalla costante speranza che il Vangelo è così potente da trasformare ogni cosa. Grazie a Dio, ci sono momenti in cui vediamo lo Spirito cambiare vite e ristabilire relazioni, ma spesso abbiamo l’impressione che il ministero sia una chiamata continua a staccarci dalle persone, ad affidare coloro che amiamo e serviamo alla mano fedele di Dio.

Io credo che Dio può ristabilire e guarire le relazioni e che egli permetterà agli amici stretti di restare vicini e ai santi preziosi di continuare a rimanere tali per anni. Che dire allora di quelle volte in cui non lo fa? Che dire di quando i nostri amici più intimi o la famiglia ci lasciano? Oppure di quando siamo costretti a riconoscere che la riconciliazione su questa terra potrebbe non avvenire mai? Come facciamo ad andare avanti quando Dio chiama noi servitori fedeli a una nuova stagione di servizio, e dobbiamo ricominciare tutto da capo?

Come possiamo coltivare amicizie profonde senza aggrapparci troppo a queste relazioni? Come possiamo continuare a spandere i nostri cuori, sapendo che amare gli altri significa ricevere ferite e sopportare sofferenze? Come possiamo avere un cuore tenero nei confronti delle persone che serviamo quando la nostra carne vuole auto-proteggersi?

Possiamo navigare le acque tumultuose del ministero quando guardiamo alla Parola di Dio, a suo Figlio e alla nostra speranza futura.

Guardare alla Parola di Dio

La Bibbia è piena di relazioni infrante. Dalla primissima rottura relazionale quando Adamo ed Eva scelsero il peccato preferendolo ad una relazione con Dio, al grido angoscioso di Giobbe: “Mi hanno abbandonato i miei parenti, gli intimi miei mi hanno dimenticato” (Giobbe 19:14). Quando Paolo fu processato, disse: “Nella mia prima difesa nessuno si è trovato al mio fianco, ma tutti mi hanno abbandonato” (2 Timoteo 4:16). Marco abbandonò la sua squadra missionaria e questo portò alla rottura dei rapporti tra Paolo e Barnaba (Atti 13:13; 15:36). Dema, amico di Paolo, preferì il mondo e le sue vie alla chiamata e alla missione di Dio (2 Timoteo 4:10).

Anche noi leader dovremo affrontare la perdita di relazioni proprio come Adamo, Eva, Giobbe e Paolo. Ma la Parola di Dio ci assicura che egli non ci lascerà mai (Ebrei 13:15). Quando tutti gli altri ci deluderanno, Dio non ci deluderà. Mentre camminiamo attraverso queste relazioni spezzate e dolorose, possiamo avere la certezza che Dio vede e provvede esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. Egli ha dato se stesso per noi in Gesù, e se egli non ha risparmiato suo Figlio, non provvederà anche per la nostra vita relazionale? La sua Parola è la nostra fiducia e la nostra consolazione.

Guardare a Gesù

Gesù ha subito perdite relazionali più di chiunque altro. La Bibbia dice: “È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto” (Giovanni 1:11). I suoi fratelli non credevano in lui (Giovanni 7:5). I suoi discepoli lo abbandonarono nel momento più difficile della sua vita (Matteo 26:56). I suoi amici più intimi negarono persino di averlo conosciuto (Matteo 26:69-75). Egli si sentì abbandonato dal Padre (Matteo 27:46).

Quando subiamo perdite relazionali, quando quelli che pensavamo fossero nostri amici, confidenti e compagni ci deludono, ci abbandonano e addirittura ci tradiscono, possiamo essere certi che Gesù ci comprende. Gesù, che ci chiama amici (Giovanni 15:15), ci comprende e non ci abbandonerà e non ci tradirà mai. Egli è alla destra del Padre, e intercede per noi (Romani 8:34).

Abbiamo un Salvatore che può “simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato” (Ebrei 4:15). Gesù, più di chiunque altro, sa quanto è profonda e quanto fa male la perdita di una relazione. Egli sa cos’è il tradimento, l’abbandono, il rifiuto. Quando ci troviamo davanti all’ennesima relazione perduta, all’ennesimo amico che ci lascia, all’ennesimo membro della famiglia che ci volta le spalle, guardiamo a Gesù. Egli ci capisce.

Guardare alla nostra speranza futura

La nostra natura umana decaduta ci spinge ad aggrapparci alle cose di questo mondo come se esse fossero eterne. Le relazioni fanno parte di questo attaccamento sbagliato. Quando Dio chiama i nostri amici a una nuova fase di vita lontano da noi, questo crea un dolore così profondo nell’anima che molte volte ci chiediamo se ricercare l’amicizia valga il dolore della perdita.

Servitori fedeli nella chiesa che se ne vanno arrabbiati o feriti per questioni apparentemente insignificanti causano dolore e confusione. Quando i nostri cari muoiono o degli amici ci lasciano, quando mogli o mariti ci deludono e i figli vanno via, il dolore di dover dire addio e di affidare queste relazioni spezzate nelle mani del Padre può lasciarci a pezzi e confusi.

Possiamo ricordiamo la promessa di Dio che un giorno non ci sarà più “né cordoglio, né grido, né dolore” (Apocalisse 21:4). Viene il giorno in cui non dovremo mai più dire addio, in cui tutta la fragilità relazionale che sperimentiamo verrà sistemata quando saremo alla presenza di Colui che è perfetto nelle relazioni. Quando sperimentiamo questa fragilità, possa essa suscitare in noi un desiderio per il cielo che ci spinga a fidarci del Padre mentre aspettiamo il compimento della sua promessa.

La perdita di relazioni accompagnerà inevitabilmente il nostro ministero, ma per la grazia di Dio possiamo amare generosamente i membri delle nostre chiese e delle nostre comunità per la gloria di Dio. egli ci darà la forza di sopportare il dolore guardando a lui e pregustando il nostro glorioso futuro con Cristo ma senza dolore. Fino a quel giorno, serviamo fedelmente il suo popolo.


Kirsten Black e suo marito Vince si sono trasferiti a Fort Collins (Colorado) nel 2009 per fondare The Town Church. Kirsten si è laureata in counseling al Covenant Theological Seminary nel 2000 e attualmente è la Direttrice del supporto per le mogli di Acts 29. Kirsten e Vince sono gli orgogliosi genitori di cinque figli maschi.

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