Due verità per combattere l’idolo del potere

Si dice spesso che un fondatore di chiesa è come un coltellino svizzero: assume svariate forme per portare a termine diversi compiti. Ci viene chiesto di fare tantissime cose, specialmente all’inizio, e diventiamo piuttosto bravi con il multitasking. Chi fonda una chiesa ha una mentalità del “si può fare”, che può rivelarsi molto utile nei momenti di stress. Tuttavia, questa mentalità può portare anche ad avere una concezione poco sana del potere. Quando stiamo facendo di tutto per tutti, finiamo per convincerci di essere davvero importanti.

Così quando le nostre chiese cominciano a sperimentare il disordine, spesso la prendiamo sul personale. È vero che ci viene richiesto molto, ma credere di essere quelli che tengono in piedi tutto è una subdola menzogna. I nostri ministeri e le nostre chiese non prosperano perché siamo grandi leader, esse prosperano grazie al potere e alla grazia di Dio. Abbiamo un ruolo da giocare in questo, ma è solo un ruolo—non siamo in controllo, perciò non abbiamo niente da dimostrare. 

Ecco due osservazioni dal Salmo 103 per incoraggiarti ad abbandonare l’idolo del potere e riposare nella grazia di Dio.

Dio offre il perdono

Non importa ciò che facciamo o quante volte falliamo, Dio non ci lascia mai. Prendi nota delle parole di Davide nel Salmo 103:8–10: 

“Il SIGNORE è pietoso e clemente,                                                                                                     lento all'ira e ricco di bontà.                                                                                                               Egli non contesta in eterno,                                                                                                                    né serba la sua ira per sempre.                                                                                                             Egli non ci tratta secondo i nostri peccati,                                                                                              e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe”.

Dio è lento all’ira e ricco di bontà. La fedeltà al suo patto non vacilla mai, anche quando la nostra fiducia vacilla. Possiamo essere grandi leader, mariti, amici, pastori e fondatori, ma inevitabilmente commetteremo degli errori. Quando ti capita di fallire, come reagisci? Ti domandi cosa avresti potuto fare in modo diverso per ottenere un risultato migliore? Reagisci autocommiserandoti? 

Spesso, passiamo troppo tempo ad analizzare le nostre mancanze invece di riposare nella grande misericordia e grazia di Dio. Non devi portare il peso del fallimento sulle tue spalle, che ti impedisce di avanzare. Dio offre il perdono al peccatore e a colui che soffre. Egli desidera darti riposo. Tu non hai niente da dimostrare perché Dio ha dimostrato che la sua fedeltà è tutto ciò di cui hai bisogno. 

Dio si ricorda e si prende cura di noi

Non solo siamo liberati dal peccato e dalla vergogna, ma siamo anche amati e ricordati da Dio. Davide continua il suo pensiero nel Salmo 103:13–14: 

“Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il SIGNORE verso quelli che lo temono. Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere”.

Spesso siamo tentati di riposare nei nostri successi, ma il Salmo 103 ci ricorda quanto in realtà siamo incredibilmente piccoli. Siamo paragonati alla polvere, all’erba e ai fiori dei campi. Dio governa e regna in un modo che supera la nostra comprensione. Egli ci conosce perché ci ha creato. Egli si diletta in noi perché ci ama e vuole mostrare compassione. Dio ha cura di noi, anche quando noi resistiamo alla sua cura. 

Oggi viviamo in una cultura che celebra la capacità umana. Siamo incoraggiati a vivere la nostra vita migliore costi quel che costi, e a fare tutto ciò che è necessario per affermarci. La nostra felicità viene prima di tutto il resto, e il fallimento non deve impedirci di avere tutto ciò che desideriamo. Ma la verità che troviamo nella Scrittura offre molto di più di questa falsa idea di felicità. 

Come cristiani, va bene essere deboli perché, nelle nostre mancanze, la forza di Cristo occupa il centro della scena. Va bene essere piccoli e insignificanti perché abbiamo un Padre grande e misericordioso in cielo. 

Fondatore di chiesa, pastore e responsabile di un ministero—va bene fallire. Ma quello che fai alla luce del tuo fallimento è importante. Ti guarderai dentro nell’orgoglio, alla ricerca di una via d’uscita? O cercherai la bontà di Dio attraverso la preghiera e la sua Parola? Che possiamo essere persone che riconoscono l’idolo dell’orgoglio nelle nostre vite e che bramano sottomettersi umilmente al nostro Dio, che è buono e misericordioso. 


Dan Steel è il pastore di Magdalen Road Church a Oxford, Inghilterra. Prima di ritornare nella sua città natale di Oxford, ha aiutato a fondare Grace Church Stirchley a Birmingham. Lui e sua moglie, Zoe, hanno quattro figli. Puoi connetterti con lui qui.

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