Mio marito è passivo. Che cosa posso fare?

Il seguente articolo è la trascrizione di un file audio

E’ triste leggere email di mogli scoraggiate, come questa che ci è stata inviata da un’ascoltatrice di nome Stephanie. “Ciao Pastore John. Riguardo all’episodio 1301, “Dare la priorità al matrimonio sul lavoro e i figli” e all’episodio più vecchio sui mariti che guidano le loro mogli —  confesso che vorrei tanto essere guidata da mio marito nei modi che tu descrivi! Ma lui è assente.

“Ho sperato e pregato per questo, e ho chiesto che lui assumesse il ruolo biblico di guida da ormai tanti anni. Desidero pregare con lui regolarmente, avere incontri tra marito e moglie, obiettivi spirituali, e molte altre cose importanti coinvolte nel gestire una famiglia. Ma mi sembra di parlare con un muro. Lui vuole prendersela comoda e gli piace guardare la TV e lo sport. Io desidero cose più profonde. Mi rendo conto che non è compito mio né in mio potere cambiarlo. Sono sposata da quattordici anni. Che cosa puoi dire a una moglie in attesa come me, Pastore John?”

Il ruolo di Dio

E’ piuttosto significativo quando Stephanie dice: “Mi rendo conto che non è compito mio né in mio potere cambiarlo”. Sono in gran parte d’accordo con quello che dice, ma non del tutto. Spiego la mia riserva per poi tornare al punto in cui mi trovo d’accordo con lei.

Le do ragione quando dice che alla fine solo Dio può toccare suo marito nell’intimo e risvegliare quei desideri e quelle passioni che lei brama tanto vedere in lui. Credo che il suo istinto abbia ragione nel dirle che gli sforzi per cambiare un marito di solito sono controproducenti; lui, infatti, potrebbe molto facilmente interpretarli come dei tentativi di fare di lui un progetto, o di trattarlo come un bambino, o di opprimerlo continuamente con il suo biasimo, e nessuna di queste cose può produrre ciò che tu desideri.

Gli strumenti di Dio

Ma non è del tutto corretto dire: “Non è mio compito cambiarlo”. Il motivo per cui dico questo è legato a ciò che leggiamo in 1 Pietro 3:1-2: “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perché, anche se ve ne sono che non ubbidiscono alla parola, siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli, quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa”.

Pietro sta dicendo a queste mogli di sperare, bramare, e pregare che i loro mariti diventino credenti, che è quello che esse vogliono. “Fate questo affinché credano. Vivete in questo modo affinché credano”.

Ovviamente questo non significa che sia in potere della moglie convertire suo marito. Ma Pietro non sta parlando di un potere finale e decisivo. Sta parlando di possibili cause secondarie piuttosto importanti. Dio può servirsi della condotta umile, devota, amorevole e incoraggiante di una moglie per fare in modo che il marito sia disposto ad ascoltare il vangelo per essere salvato.

Ritengo quindi che lo stesso principio si applichi alla santificazione di un marito così come alla sua salvezza iniziale. “Dio conceda loro di ravvedersi” (2 Timoteo 2:25). Questo è il ravvedimento iniziale e continuo. E’ Dio a farlo, ma egli si serve di mezzi. E uno dei mezzi per risvegliare il marito è il modo in cui una moglie vive, crede e ama. Egli potrebbe farlo o potrebbe non farlo. Dio potrebbe concedere il ravvedimento.

La chiamata di Dio

Nondimeno, Stephanie ha fondamentalmente ragione a essere molto cauta nel pensare di doversi relazionare con suo marito prima di tutto per cambiarlo. Direi che la sua condizione è analoga a quella di una donna nubile che vorrebbe sposarsi. Il suo obiettivo nella vita dovrebbe essere quello di vivere una vita da single che porta frutto e onora Cristo, anziché cercare in tutti i modi di conquistare un uomo. Questo è controproducente, e lo è anche nei matrimoni in cui uno dei coniugi cerca in tutti i modi di cambiare la condizione dell’altro coniuge.

Ma quando in 1 Corinzi 13:4-7 Paolo ci dice come amare, egli elenca quindici cose che l’amore fa, ad esempio, per la persona amata o il coniuge. Nessuna di esse comporta il cambiare l’altra persona. Sono queste. Contiamole:

L'amore è paziente, è benevolo; l'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità; soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. (1 Corinzi 13:4-7)

Lo scopo di Dio

Voglio essere piuttosto prudente con Stephanie, dopo aver visto matrimoni ormai da settant’anni. Penso che dovresti scavare abbastanza a fondo nella tua anima e nella parola di Dio per comprendere che tuo marito potrebbe non diventare mai il leader spiritualmente forte e profondo che tu vuoi che sia. Devi fare i conti con questo.

A dire il vero, penso che la maggioranza dei matrimoni vada così. Dopo dieci, venti o trent’anni ti rendi conto che il tuo matrimonio non è come lo sognavi. Lei o lui non è come volevo, speravo o pensavo fosse. Le cose stanno andando diversamente da come avresti voluto. Direi che questa è la situazione di gran parte dei matrimoni.

Questo significa che lo scopo di Dio per te è quello di affinare e rafforzare la tua fede e la tua santità attraverso gli aspetti spiacevoli del carattere del tuo coniuge. Lo ripeto di nuovo. Lo scopo di Dio per te è quello di affinare e rafforzare la tua fede e la tua santità attraverso gli aspetti spiacevoli del carattere del tuo coniuge. Il combattimento della fede consiste nel trattare sempre meglio il tuo coniuge con le risorse che trovi in Cristo.

Il piano di Dio per il cambiamento

Paolo scrisse alla chiesa di Tessalonica: “Vi esortiamo, fratelli, ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli, a essere pazienti con tutti” (1 Tessalonicesi 5:14). E’ molto probabile che il disordinato, lo scoraggiato, e il debole fossero sposati. Questo era il genere di coniuge con cui le persone erano sposate in quella chiesa.

E’ utile meditare su queste tre parole, specialmente nel Greco. La prima è disordinati: persone indisciplinate, caotiche, e pigre. Poi scoraggiati: anime in pena, incapaci di trovare nulla di attraente nelle cose grandi e meravigliose, che si scoraggiano facilmente e si accontentano di esperienze marginali. Infine, deboli: persone soggette a qualcosa di invalidante — una qualche limitazione debilitante, che potrebbe essere fisica o mentale.

Paolo non dà molti indizi in questo versetto che lascino supporre che queste tre categorie di persone scompariranno. Saranno sempre con noi nella chiesa, e forse in una famiglia. Preghiamo. Speriamo per una crescita. E questo non è sbagliato, anzi, penso sia essenziale. Preghiamo, e speriamo nella loro crescita. Ma la parola ci dice di essere pazienti con tutti loro. L’amore è paziente e benevolo.

Quanto a lungo è paziente? Beh, i voti nuziali dicono “nel bene e nel male”, fino a quando entrambi i coniugi saranno in vita. Dio ti darà tutta la grazia di cui hai bisogno per fare del tuo matrimonio il luogo più fertile per crescere nella pietà.


John Piper (@JohnPiper) è insegnante di desiringGod.org di cui è anche il fondatore. E’ rettore del Bethlehem College & Seminary. Per 33 anni è stato pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “Desiderare Dio. Meditazioni di un edonista cristiano” e il recente Why I Love the Apostle Paul: 30 Reasons.

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John Piper