Vittoria nella sofferenza: il vero significato di Filippesi 4:13

Nessuno ama perdere. Vincere è bello ma perdere è dura. Nel mezzo di un’impresa difficile potremmo chiederci se sia opportuno reclamare Filippesi 4:13: “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”. Dopo Giovanni 3:16, Filippesi 4:13 è uno dei versetti più cercati nella Bibbia, e spesso viene associato ad atleti che aspirano alla vittoria. Ma questa applicazione comune purtroppo non coglie la vera forza di questo versetto.

Nella sua sostanza, questo versetto parla di un tipo diverso di vittoria. Qual è la tua reazione quando affronti sfide e difficoltà nella vita? Hai vittoria in tali circostanze? Puoi avere vittoria nella sofferenza?

Un esame del contesto

Prima di tutto, guardiamo al contesto di Filippesi 4:13. Paolo è agli arresti domiciliari, probabilmente a Roma durante l’Impero di Nerone, in attesa di essere giudicato davanti all’Imperatore. Mentre scrive, egli è consapevole che la morte potrebbe essere il punto finale del suo imprigionamento perché l’Imperatore Nerone era noto per la sua ostilità nei confronti dei cristiani (Filippesi 1:20-21; 2:17). È esattamente in questo contesto che Paolo scrive di avere imparato il segreto di come essere contento. Egli comprese che la contentezza non è legata direttamente al contesto o alla situazione che una persona sta vivendo.

Le nostre circostanze cambiano continuamente, ma Dio non cambia mai. Paolo aveva accettato le sue circostanze perché non riponeva la sua speranza in esse, ma in Dio. Che Paolo fosse in grado di rallegrarsi mentre era in prigione altro non era che un dono miracoloso concesso in modo soprannaturale dallo Spirito Santo.

Il significato della nostra vittoria

Che cosa intende esattamente Paolo quando dice “Io posso ogni cosa”? La parola greca per “posso” significa “essere forte, potente, capace, prevalere su qualcosa”. A dispetto della sua traduzione comune, questo verbo è usato 27 altre volte nel Nuovo Testamento e non viene mai tradotto con “posso” da nessun’altra parte. Paolo non sta dicendo che può fare ogni cosa in Cristo, ma piuttosto che egli può prevalere o avere la vittoria su ogni circostanza facendo affidamento su Cristo e sulla sua forza.

Che cosa intende quindi Paolo con “ogni cosa”? Sicuramente non può significare che Paolo pensasse che egli potesse fare ogni cosa mediante la potenza di Cristo, perché i versetti precedenti (11–12) chiariscono che egli imparò ad essere contento “in tutto e per tutto”. Quando Paolo scrive “ogni cosa”, si riferisce in modo specifico a tutte quelle situazioni o circostanze che egli affronta, alcune positive e altre estremamente difficili.

I mezzi della nostra vittoria

Come poteva Paolo essere contento in qualunque situazione si trovasse? Paolo non otteneva la vittoria con le sue forze. Il suo segreto era che non era lui a ottenere la vittoria, ma Cristo la otteneva attraverso di lui, il che significa che è un segreto a disposizione di tutti i credenti. La vittoria di Paolo arrivava attraverso la sua unione con Cristo.

Lo spirito di Cristo che dimora nei credenti li rende capaci di essere vittoriosi anche nel mezzo delle prove. Difatti, l’espressione “Colui che mi fortifica” descrive l'azione come incompleta e indica un rafforzamento continuo. Per esempio, se non abbiamo una comunione costante con Dio attraverso la preghiera e la lettura della sua Parola, la nostra forza diminuirà notevolmente.

In sintesi, questo versetto può essere tradotto o parafrasato in questo modo: “Posso avere la vittoria (prevalere) su ogni circostanza (situazione) attraverso la mia unione con Cristo che mi fortifica continuamente”.

Quattro motivi per cui questo versetto è importante

1. Si applica continuamente a tutti i cristiani.

Filippesi 4:13 non riguarda principalmente le grandi imprese, come vincere una gara sportiva o raggiungere il prossimo traguardo che ci siamo prefissati. Queste eventualità si applicherebbero a noi solo in alcune circostanze—quando decidiamo di fare veramente un passo di fede e contare sulla forza di Dio per compiere un grande piano futuro.

Ma che dire del qui ed ora? Tutti noi ci troviamo in situazioni stressanti e difficili che mettono alla prova la nostra fede (se non ora, presto). Potrebbero essere problemi di salute, difficoltà al lavoro, preoccupazioni per un figlio ribelle, problemi relazionali nella tua famiglia, ristrettezze finanziarie, o una moltitudine di altre cose. È in queste situazioni che questo versetto vuole parlarci.

2. Ci rende umili.

Ci rende umili perché ci ricorda che non siamo noi ad avere il controllo delle circostanze, ma Dio. Paolo stava semplicemente predicando il Vangelo per ubbidire alla chiamata di Dio e si ritrova in prigione. Riconoscere che ci accadranno delle cose che sono al di là del nostro controllo ci rende umili.

Nella mia vita, l’applicazione più vivida di questo brano arrivò nel 2016 quando persi il mio figlio diciottenne, Brandon. Dio nella sua grazia riportò questo versetto alla mia mente mentre piangevo nel mio soggiorno dopo aver appreso la notizia che Brandon era morto. Non potevo controllare quella circostanza. Non faceva parte del piano che avevo per glorificare Gesù con la mia vita e la mia famiglia. Ma anche allora la vittoria era possibile, perché “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”.

3. È attuabile.

La contentezza che ci permette di lodare Dio in mezzo al dolore, alla confusione e alle umiliazioni è qualcosa che possiamo imparare. Nei versetti 11–12, Paolo scrive: “Ho imparato [il segreto]” di come essere contento. Paolo non l’ha imparato in modo istantaneo. Non è successo da un giorno all’altro o alla sua conversione. Il libro di Atti ci mostra come egli l’abbia imparato prova dopo prova. La contentezza, e la gioia che viene con essa, non è una cosa con cui nasciamo, o che riceviamo automaticamente. È una cosa che va imparata, il più delle volte attraverso le difficoltà. Le tue prove non sono sprecate.

4. Esalta Cristo.

Cristo è Colui che ci fortifica nelle difficoltà e nelle benedizioni, e Cristo è Colui che riceve la gloria. Uno dei miei versetti preferiti è 1 Pietro 4:11: “Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo” (enfasi mia). Dio è più glorificato quando siamo contenti nelle prove che quando siamo contenti delle benedizioni.

Filippesi 4:13 non è solo per cristiani supereroi. È per ogni figlio di Dio in ogni situazione di vita, specialmente quelle difficili. Nessuno prova o tragedia è troppo difficile da affrontare, non se hai Gesù. “Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”.


Benjamin L. Merkle è professore di Nuovo Testamento e Greco al Southeastern Baptist Theological Seminary a Wake Forest, North Carolina. È autore e coautore di numerosi libri, tra cui Why Elders? A Biblical and Practical Guide for Church Members (Kregel, 2009) e 40 Questions about Elders and Deacons (Kregel, 2007).

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