Una festa per l'uguaglianza etnica per Natale?

L’ex festa ‘Natale’ verrà rinominata, per eliminare il riferimento cristiano”. Questa la proposta del presidente dell'istituto universitario europeo di Firenze “per ottemperare agli obblighi del “Piano per l’uguaglianza etnica”. Invece della tradizionale festa di Natale, insomma, ci vorrebbe un nome più inclusivo. 

Leggendo di questa proposta, mi sono messo a pensare. La prima cosa che mi sono chiesto è: qual'è il vero scopo della festa del Natale?

Lo scopo della festa del Natale?

La parola Natale indica una nascita. La maggior parte dei cristiani il 25 dicembre celebra la nascita di Gesù dalla vergine Maria e ricorda l’evento straordinario che è l'incarnazione dell'eterno Figlio di Dio, Gesù (Lc.2:10-14). Questa nascita era stata già profetizzata anticamente da Dio per mezzo dei suoi profeti (Is. 9:5-6, Eb.1:1), e lo scopo di questa nascita è sempre stato di benedire tutte le nazioni della terra attraverso il discendente di Abraamo, Gesù (Gn.12:3). Possiamo dire che la Bibbia inizia con una promessa fatta al padre fondatore del popolo d'Israele, eppure si estende per mezzo del suo discendente Gesù Cristo a tutte le nazioni della terra. È l'Apostolo ai gentili (popoli pagani) Paolo, che scrivendo alle chiese del primo secolo d.c. della Galazia disse: “Non c'è qui né Giudeo né Greco (due etnie che rappresentavano il popolo Israele e le nazioni pagane); non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina. Se siete in Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la promessa” (Gl.3:27-29). Perciò se Gesù è venuto per adempiere questa promessa, allora possiamo tranquillamente dire che lo scopo del Natale e festeggiare, per la grazia di Dio, l'uguaglianza etnica acquistata da Gesù mediante la sua perfetta vita, morte propiziatoria alla croce, resurrezione e ascensione gloriosa.

Il Natale è una festa per l'uguaglianza etnica!

Ancora più sorprendente è il modo in cui si conclude l'ultimo messaggio della Bibbia. In Apocalisse si legge: “Essi cantavano un cantico nuovo dicendo: Tu sei Degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra”. La Bibbia inizia con una promessa di redenzione per tutte le nazioni della terra, realizzata per mezzo del discendente di Abraamo e quindi arrivata dall’etnia d'Israele, e si conclude con una meravigliosa festa per l'uguaglianza etnica acquistata da Dio mediante l'opera di Gesù Cristo. 

Un solo popolo in Cristo, formato da tutte le etnie della terra.

Un messaggio per tutti.

Vedete, la fede cristiana non è una religione occidentale e il messaggio cristiano non riguarda solo alcune etnie. Il meraviglioso e glorioso messaggio del vangelo riguarda tutti i popoli, tutte le tribù e tutte le nazioni della terra. La fede cristiana annuncia un messaggio inclusivo e non esclusivo! Gesù, più di 2000 anni fa, è venuto in quel primo Natale, per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti (Mc.10:45). Chiunque crede in Lui e rinuncia ai piaceri momentanei del peccato di questa generazione, per fede diventa discendente di Abraamo, parte del popolo eletto di Dio, ed erede di tutte le promesse della Bibbia.

Questo Natale..

Alcuni mesi fa, con la mia chiesa locale, abbiamo organizzato un aperitivo multietnico. È stata un’occasione per invitare tutti i nostri amici, i vicini di casa, colleghi di lavoro - stranieri o provenienti da altre regioni dell'Italia, e abbiamo chiesto loro di preparare un cibo tipico della propria zona. Durante l’aperitivo abbiamo potuto condividere con loro il messaggio inclusivo del vangelo del Regno di Dio. E' stato un momento unico e meraviglioso. 

Perciò non lasciamoci influenzare da un pensiero distorto presente nella  cristianità occidentalizzata popolare, ma dimoriamo, piuttosto, nella Parola di Dio per esserne trasformati mediante il rinnovamento della nostra mente. 

In questo Natale, invece di perdere tempo in sterili polemiche approfittiamo per organizzare una festa che celebri l'uguaglianza etnica in Cristo, annunciando il glorioso messaggio del vangelo.


Marco Martella è pastore e fondatore della chiesa Nuova Vita Downtown nel centro di Bologna e membro della rete Impatto/Acts29. Sposato con Waleria Malaspina con la quale condividono la passione comune per la fondazione di chiese sane in Italia.

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