Una disapprovazione peculiare del Gay Pride

Nel disapprovare i desideri o le attività omosessuali, non sono interessato a promuovere una causa comune con i non cristiani. La ragione di questo è che una disapprovazione autenticamente cristiana del peccato è radicata, sostenuta e rivolta a realtà spettacolari che chi non è cristiano non ha mai gustato.

La disapprovazione distintamente cristiana del peccato è radicata nel sangue di Gesù Cristo che copre il peccato. Essa è sostenuta dall’opera soprannaturale di trasformazione compiuta dallo Spirito Santo, ed essa mira alla gloria di Dio nella gioia che esalta Cristo per il maggior numero di peccatori trasformati possibile. La capacità di provare una disapprovazione distintamente cristiana del peccato è un miracolo divino.

Il mondo non cristiano può provare disapprovazione per molte cose, ma non può provare una disapprovazione acquistata dal sangue, abilitata dallo Spirito e che onora Dio. Questo è un dono della grazia mediante la fede in Cristo. Essa è assolutamente unica tra i mille modi che il mondo ha di disapprovare.

Disapprovazione trasformata 

Quando una persona diventa cristiana, subisce una trasformazione non solo nell’oggetto della sua disapprovazione, ma anche nel modo in cui la disapprova. Non c’è nulla di particolarmente cristiano nella mera disapprovazione di un comportamento umano. La disapprovazione di comportamenti peccaminosi non è quindi evidenza della grazia salvifica. Diventare un cristiano è una cosa molto più profonda che cambiare ciò che si disapprova.

Diventare un cristiano è un miracolo, a volte chiamato nuova nascita. Essa implica riporre la nostra fiducia nella morte di Gesù per il perdono dei nostri peccati, e dipendere dallo Spirito Santo per camminare con un amore simile a quello di Cristo e sottomettere tutta la nostra condotta alla gloria di Dio. Soltanto allora un essere umano sarà capace delle impossibilità naturali coinvolte in una disapprovazione peculiarmente cristiana.

Tutto questo lo ho scoperto nella Bibbia. Non si trova da nessun'altra parte. Ho visto, come milioni di altre persone, che queste realtà spettacolari — la croce di Cristo, il dono dello Spirito e la magnificenza della gloria di Dio — si fondono nelle pagine della Scrittura con una verità così auto-autenticante da essere costretto ad accettare gioiosamente questo libro come la rivelazione di Dio.

Nei paragrafi che seguono cercherò di spiegare dalla Scrittura perché i cristiani biblicamente fedeli disapprovano i desideri e le attività omosessuali. Poi cercherò di fare luce sulla natura dei desideri omosessuali, mostrando come si relazionano ai miei desideri peccaminosi. Infine, cercherò di esporre che cosa è una disapprovazione peculiarmente cristiana. Quest’ultima parte include la domanda se la repulsione per l’atto della sodomia è una reazione moralmente appropriata o cristiana.

Perché esiste la disapprovazione?

L’apostolo Paolo individua l’origine dei desideri omosessuali nello scambio della gloria di Dio per la gloria dell’uomo, scambio che ha coinvolto tutta l’umanità. Egli sostiene che, a causa di questo scambio che ha infettato l’umanità, uomini e donne cambiano il rapporto naturale con il sesso opposto per il rapporto contro natura con lo stesso sesso. In altre parole, lo stimare gli esseri umani più di Dio trova espressione nello stimare il genere dell’essere umano allo specchio più del sesso opposto.

Hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile ... Per questo … le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. (Romani 1:22-27)

Paolo sa che migliaia di persone — uomini e donne — scambiano la gloria di Dio per la propria gloria senza nutrire desideri omosessuali.

La correlazione tra scambiare l’alterità di Dio per l’identicità dell’uomo non si traduce sempre nell’omosessualità. Ci sono milioni di persone che preferiscono se stessi a Dio, ma che non sono omosessuali. L’omosessualità è solo un’espressione delle tante distorsioni che si sono insinuate nella razza umana a causa dell’idolatria. Ogni peccaminosità deriva da questa idolatria originaria del cuore.

Pertanto, l’esperienza dell’omosessualità non ha sempre la sua radice nell’idolatria personale. Paolo non sta dicendo che chiunque provi desideri omosessuali abbia fatto una decisione a livello consapevole di preferire l’uomo a Dio. Ci sono cristiani che stanno rinunciando all’idolatria e che stanno sperimentando desideri omosessuali. Il punto di Paolo è che Dio ha consegnato la razza umana alla vanità, alla corruzione e ai nostri affetti disordinati a causa di questo scambio originario che degrada Dio. L’omosessualità è una forma di questo disordine.

Perché scrivere di omosessualità?

Quale relazione hanno i desideri omosessuali con gli altri tipi di desideri disordinati? É importante farsi questa domanda, perché ciò influirà sul modo in cui parliamo della disapprovazione dei desideri omosessuali.

Un modo per rispondere a questa domanda è porne un’altra: Perché sto scrivendo sull’omosessualità, e non sul furto, sull’avarizia, sull’ubriachezza, sull’oltraggio o sulla frode? Cito questi peccati perché la Bibbia li elenca accanto alla pratica omosessuale come peccati che ci impediranno di entrare nel regno di Dio (1 Corinzi 6:9-10), a meno di non essere perdonati e giustificati mediante la fede in Cristo (1 Corinzi 6:11).

La mia risposta è: sto scrivendo sull’omosessualità perché millioni di persone questo mese la stanno celebrando. La mia speranza è di aiutare i cristiani a disapprovare l’omosessualità  in un modo distintamente cristiano. Mi concentrerò principalmente sugli uomini, che conosco meglio, nella speranza che i lettori possano fare le applicazioni appropriate alle donne.

Se milioni di persone nel mondo si riunissero per celebrare la bellezza della cupidigia durante il “mese dell’orgoglio per l’avidità”, potete stare certi che scriverei su questo. Del resto, ho scritto dieci volte di più sulla cupidigia che sull’omosessualità, perché (per fare una stima prudenziale) le persone che andranno all’inferno a causa della cupidigia da cui non si sono ravvedute sono diecimila volte di più di quelle che ci andranno a causa dell’omosessualità.

Nessun peccato esclude una persona dal cielo. Nessuno. Ciò che non fa entrare una persona in cielo è la ricerca impenitente del peccato, e il rifiuto di ciò che Dio ha provveduto per il perdono del peccato nella morte e risurrezione di Gesù.

In che modo i desideri omosessuali sono simili ai miei desideri peccaminosi?

I desideri omosessuali sono allo stesso tempo simili e diversi dagli altri desideri peccaminosi. Sarò specifico: sono simili e diversi dai miei desideri peccaminosi. Tanto per citarne alcuni dei miei: orgoglio, ira, autocommiserazione, scontrosità, paura della vergogna, impazienza, sentenzialismo. Ho pochi dubbi che il mio cervello e il mio patrimonio genetico abbiano un ruolo nel rendermi incline a questi peccati. Non posso dimostrarlo, ma mi sembra evidente.

Se sia questo il caso o meno, le origini fisiologiche non cancellano la realtà della mia corruzione e colpa. Ciò è vero anche se questi desideri peccaminosi sorgono in modo spontaneo e completamente formati nel mio cuore. Non li scelgo e non li programmo. Non li voglio. Provo vergogna per essi. Semplicemente si presentano in modi che disapprovo fermamente e deploro. Non solo perché sono incline a coccolarli, ma anche per il semplice fatto che sono lì. Essi fanno parte della mia condizione naturale. Senza Cristo, essi sono ciò che io sono.

Per la grazia di Dio, io mi rivolto contro questi desideri, rinuncio ad essi. Per il sangue di Cristo, per la potenza dello Spirito e per la gloria di Dio, cerco di obbedire a Colossesi 3:5: “Fate morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria”. Uso strategie collaudate per il combattimento spirituale (per esempio, A.N.T.H.E.M.) e muovo guerra.

Colloco i desideri omosessuali su questo stesso campo di battaglia dell’anima umana. Potrebbero avere origini fisiologiche o meno. I desideri non devono essere scelti, programmati, o voluti. Sono lì e basta. O li affrontiamo come un nemico, o facciamo pace con essi rischiando di perdere le nostre anime. In questo senso, i desideri omosessuali sono come i miei desideri peccaminosi. Ho la stessa probabilità di perire per accogliere l’ira e l’autocommiserazione del mio vicino che accoglie i desideri omosessuali. Ecco perché tutti i peccati sono gravi.

In che modo i desideri omosessuali sono diversi dai miei desideri peccaminosi?

Ma i desideri omosessuali sono anche diversi dagli altri peccati. Paolo li chiama “passioni infami” perché comportano “[cambiare] l’uso naturale in quello che è contro natura” (Romani 1:26). I desideri omosessuali sono diversi a causa del modo in cui contraddicono ciò che la natura insegna. Penso che questo si possa vedere molto più chiaramente se riflettiamo sulla domanda: Qual è il significato morale del sentimento di repulsione per l’atto della sodomia?

Sto usando la parola sodomia non come equivalente di omosessualità, ma come parola rappresentativa del genere di pratiche coinvolte nelle relazioni omosessuali — in questo caso, l’introduzione da parte di un uomo dell’organo attraverso il quale la vita entra in una donna, nell’organo dal quale gli escrementi escono da un uomo.

Né avvertire il desiderio per la sodomia né avvertire repulsione per la sodomia è una guida moralmente affidabile. Questa frase è un convincimento cristiano. I cristiani non basano la loro condotta su ciò che essi sentono di fare — o di non fare. I desideri possono essere ingannevoli (Efesini 4:22). Dobbiamo invece “capire quale sia la volontà del Signore” (Efesini 5:17). La verità di Dio, non il nostro desiderio, indica la strada verso la libertà: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:32).

Alcuni non cristiani potrebbero sostenere che il desiderio per la sodomia è sufficiente a renderla una cosa giusta. Ma in base allo stesso principio, il sentimento di repulsione nei confronti della sodomia è egualmente giusto. Se ti fa stare bene, è tutto ok. Pertanto, la sodomia va bene, e la repulsione per la sodomia va altrettanto bene.

Un cristiano non pensa in questo modo. Noi non sosteniamo che la repulsione per tale atto renda l’atto sbagliato — non più di quanto pensiamo che il desiderio di una persona per l’atto lo renda giusto. La sodomia è buona o cattiva a seconda se Dio dice che è buona o cattiva. Abbiamo visto che Dio dice che è cattiva, e non solo cattiva: se non viene abbandonata e perdonata mediante la fede in Cristo, essa distruggerà l’anima.

Qual è lo status morale della repulsione per l’atto della sodomia?

C’è un’appropriatezza naturale nella repulsione per la sodomia. Nel rapporto sessuale, il pene non è stato creato per l’ano. É stato fatto per la vagina. Nella sodomia, la distorsione di questo uso naturale è talmente palese da non costituire un semplice diversivo dall’uso naturale dell’organo sessuale maschile ma una perversione del suo uso. La repulsione è la controparte emotiva di questa realtà linguistica.

Ai fini di una distinzione accurata, va osservato che anche l’innaturalità dei desideri omosessuali non è assolutamente diversa da tutti gli altri desideri peccaminosi, perché ogni peccato è contrario al modo in cui le cose dovrebbero essere. E ogni peccato, chi più e chi meno, rovina ciò che è naturale. Altri peccati, oltre a quelli di tipo omosessuale, possono risvegliare il nostro senso di innaturalità facendoci provare intensa disapprovaazione o repulsione. Per esempio:

  • Un uomo che afferra l’ultimo giubbotto di salvataggio, lasciando annegare donne e bambini, suscita in noi non soltanto la disapprovazione morale dell’egoismo, ma una reazione più viscerale perché quest'uomo ha fatto naufragio in modo detestabile della sua mascolinità.

  • O consideriamo una madre il cui amante non vuole lei e il suo bambino. Così, lei getta il suo bambino di un anno nel fiume. Questo gesto non è soltanto moralmente malvagio, ma suscita in noi anche un senso di ripugnanza viscerale perché questa donna ha fatto scempio della sua maternità naturale.

  • O supponiamo che un uomo avaro passi tutta la sua vita ad accumulare oro, ignorando i bisogni degli altri. Poi, per nascondere il suo oro ai mendicanti, se lo lega attorno ai fianchi, e annega cercando di attraversare un fiume perché non vuole slegare il sacco. Guardiamo a questa persona non solo come a un avaro, ma come a un uomo che ha totalmente distorto la sua umanità, come se un sacco contenente dell’oro fosse la sua vita.

L’adeguatezza naturale della repulsione per la sodomia corrisponde alla nostra reazione viscerale per l’uomo codardo, la madre insensibile e l’avaro disumanizzato. È giusto provare un’avversione viscerale per queste distorsioni del bene naturale. Guardare a tale mascolinità detestabile, a tale maternità ripugnante e a tale avarizia disumanizzante, e sentirsi neutrali, non è un segno di salute morale. Non lo è neanche l’indifferenza nei confronti della sodomia, o la sua celebrazione.

Dio disse al profeta Ezechiele: “Passa in mezzo alla città . . . e fa’ un segno sulla fronte degli uomini che sospirano e gemono per tutte le abominazioni che si commettono in mezzo a lei” (Ezechiele 9:3-4). Ci sono abominazioni che dovrebbero produrre in noi più che un mero giudizio morale. Questo dovrebbero dà ad alcune reazioni a livello fisico-emotivo (come il sospirare, il gemere o la repulsione) una dimensione morale.

Tuttavia, l’appropriatezza naturale della repulsione per la sodomia non la rende di per sé moralmente buona, né tantomeno cristiana. Una cosa può essere naturale e peccaminosa. Naturale e non cristiana. Perciò, come ho detto all’inizio, non ho nessun interesse ad andare a braccetto con i non cristiani a cui capita di provare repulsione per l’omosessualità.

Il cristianesimo non è una crociata contro qualcosa. É una missione per salvare peccatori, e restaurare la bellezza morale della sposa di Cristo — una missione portata avanti dalla croce di Cristo, mediante la potenza dello Spirito, per la gloria di Dio. Opporsi al peccato non è mai fine a se stesso. La denuncia cristiana del peccato è per amore del santo giubilo nella presenza di Dio.

I desideri omosessuali sono quindi diversi dai desideri peccaminosi che mi affliggono perché sono contrari alla natura — ma non del tutto diversi perché tutti i peccati sono contrari al modo in cui le cose dovrebbero essere. Alcuni hanno un impatto più diretto sulla natura rispetto ad altri. La grande letalità di qualunque desiderio non deriva dal fatto che è contro natura, ma dal fatto che è contro Dio — il che spiega perché Paolo elenca l’ubriachezza, la rapina e l’avarizia accanto alla pratica dell’omosessualità tra le minacce per l’anima (1 Corinzi 6:9).

In che modo la disapprovazione cristiana è peculiare?

Passiamo ora a chiederci: Che cosa rende peculiare la disapprovazione cristiana dei desideri e dell’attività omosessuale? In che modo la croce di Cristo, la potenza dello Spirito e la gloria di Dio trasformano la disapprovazione?

La croce di Cristo

La disapprovazione cristiana dell’omosessualità trae il suo carattere peculiare per prima cosa dal modo in cui la morte di Cristo ha formato il cuore del cristiano. Paolo parla di Cristo formato in noi (Galati 4:19), e del nostro essere resi conformi a Cristo (Romani 8:29). Ciò avviene in primo luogo mediante la morte di Cristo.

Perdono e ri-creazione

“Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” (1 Pietro 2:24). “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità” (Isaia 53:5). Perciò: “In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati” (Efesini 1:7). “Chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati” (Atti 10:43). La croce di Cristo dichiara la mia depravazione, e mi libera da essa. Il cuore di un cristiano è un cuore contrito e perdonato.

Ma qualcos’altro è successo quando Gesù è morto. Tutto il suo popolo è morto con lui. Se siamo uniti a Cristo per fede, la sua morte diventa non solo la punizione per i nostri peccati, ma anche la morte della nostra natura peccaminosa. La nostra vecchia natura, ribelle, egoista e arrogante muore. “Poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Colossesi 3:3). “Così anche voi fate conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù” (Romani 6:11).

Una nuova creazione viene all’esistenza. “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). Perciò “rivestite l'uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Efesini 4:24). Essere amati da Cristo con un amore che sacrifica se stesso e morire alla nostra vecchia natura egoista, ci trasforma nell’immagine del nostro Padre celeste: “Siate dunque imitatori di Dio, perché siete figli da lui amati; e camminate nell'amore come anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi” (Efesini 5:1-2).

Creazione di amore per tutti

Essere perdonati, morire alla vecchia natura ed essere ricreati in Cristo produce un nuovo modo di disapprovare il peccato. I cristiani non cessano di disapprovare ciò che distrugge le persone (il peccato). Essi iniziano a desiderare il bene di coloro che si auto-distruggono (i peccatori). I cristiani perdonati desiderano che altri siano perdonati come loro. I cristiani pieni di speranza desiderano che altri si uniscano a loro nella speranza della gloria. I cristiani, la cui salvezza è costata la vita di Cristo, sono disposti a sacrificare la propria vita al fine di salvare altri.

Ciò include tutti gli altri, che siano nemici o amici, eterosessuali o omosessuali. Il nostro Salvatore crocifisso disse: “Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano” (Luca 6:27-28). L’apostolo Paolo disse: “Finché ne abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti” (Galati 6:10). “Guardate che nessuno renda ad alcuno male per male; anzi cercate sempre il bene gli uni degli altri e quello di tutti” (1 Tessalonicesi 5:15).

Questo amore per tutti gli altri è radicato nel sacrificio di Cristo e formato da esso. Il suo cuore di servo che si è sacrificato forma il nostro cuore. Paolo si esprime così:

Ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso. . . . Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo … fino alla morte. (Filippesi 2:3-8)

Stimare gli altri superiori a noi stessi non significa approvare ciò che essi sentono o fanno. Significa diventare servi del loro perdono, della loro salvezza, della loro speranza che esalta Cristo. I cristiani non portano ostilità nei confronti di nessuno. Noi viviamo per il bene di tutti.

La disapprovazione cristiana dei desideri e delle attività omosessuali è pertanto una disapprovazione fatta in amore, una disapprovazione fatta in speranza.

Rendere bello il  brutto

Ci si potrebbe chiedere se è veramente possibile provare repulsione per desideri o atti omosessuali e allo stesso tempo provare amore e speranza. Sì, lo è. Un chirurgo militare potrebbe essere disgustato dall’orrenda ferita di un soldato, ma tenere abbastanza a lui da usare tutta la sua abilità per salvarlo. Gesù toccò il lebbroso impuro, contagioso, emarginato (Marco 1:40-41). Quando Dio scelse Israele per suo popolo, egli lo descrisse in questo modo:

Nessuno ebbe sguardi di pietà per te . . . ma fosti gettata nell'aperta campagna, il giorno che nascesti, per il disprezzo che si aveva di te. Io ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel sangue, e ti dissi: “Vivi, tu che sei nel sangue!” . . . Io ti passai accanto . . . ti feci un giuramento, entrai in un patto con te, dice il Signore Dio, e tu fosti mia. (Ezechiele 16:5-8)

Dio non ci ha cercati perché eravamo attraenti. Il nostro peccato ci rendeva ripugnanti. La Bibbia parla addirittura del “disgusto” di Dio per i peccatori, eppure egli li accoglie con amore per farli suoi (Salmo 95:10). Quando Cristo è venuto, egli ci ha cercati per perdonarci; egli ci ha cercati nella nostra bruttura per renderci attraenti. “Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei . . . per farla comparire davanti a sé gloriosa” (Efesini 5:25-27).

Pertanto, la peculiarità più importante della disapprovazione cristiana dell’omosessualità è questa combinazione umanamente impossibile di tre cose: Primo, c’è la valutazione morale che i desideri e le attività omosessuali sono peccamionosi basata sulla parola di Dio. Secondo, c’è una certa misura di disgusto basato su ciò che è contro natura. Infine, queste due cose si uniscono al desiderio per la salvezza della persona — il suo perdono, la sua grata obbedienza a Gesù e la sua gioia eterna.

La potenza dello Spirito Santo

Questa combinazione di giudizio morale negativo, avversione naturale e amore che si sacrifica sul modello di Cristo è umanamente impossibile. Senza l’opera soprannaturale dello Spirito di Dio, il cuore umano decaduto né valuta il peccato per ciò che esso è, né vede le vere lezioni della natura, né ama la croce di Cristo, né percepisce la preziosità del perdono divino, né desidera essere speso per il bene eterno degli altri. Questi miracoli sono opera dello Spirito Santo. Non c’è nessuna disapprovazione peculiarmente cristiana del peccato senza di lui.

Prima di ritornare in cielo, Gesù ha promesso che avrebbe mandato lo Spirito Santo affinché fosse con il suo popolo. Il ministero fondamentale dello Spirito sarebbe stato quello di permettere alle persone di vedere e gustare la gloria di Cristo. “Egli mi glorificherà”, disse Gesù (Giovanni 16:14). Vedere e gustare il valore infinito della gloria di Cristo è la fonte di tutta la disapprovazione peculiarmente cristiana. Senza lo Spirito, tutta la nostra disapprovazione, di qualunque cosa o di chiunque, sarebbe puramente naturale, non cristiana, non esaltante Cristo.

Per mezzo di lui abbiamo vita spirituale (Giovanni 3:7-8). Per mezzo di lui gli occhi dei nostri cuori sono aperti alla realtà (Efesini 1:17-18). Per mezzo di lui compiamo desideri umanamente impossibili (2 Tessalonicesi 1:11). Per mezzo di lui sperimentiamo il perdono e siamo accettati da Dio (1 Corinzi 6:11). Per mezzo di lui abbondiamo nella speranza (Romani 15:13). Per mezzo di lui cresciamo nella santità (1 Pietro 1:2).

Quando lo Spirito regna nella nostra vita, il frutto è “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22-23). Egli trasforma radicalmente ogni atto di disapprovazione.

La gloria di Dio

Tutte le cose esistono per la gloria di Dio, per mostrare la sua grandezza e la bellezza della sua santità. “I cieli raccontano la gloria di Dio” (Salmo 19:1). Gli esseri umani sono fatti a immagine di Dio ed esistono per la sua gloria (Genesi 1:27; Isaia 43:7). L’intero piano della redenzione è “a lode della gloria della sua grazia” (Efesini 1:6). Pertanto, il dovere generale di tutti gli uomini è vivere in un modo che richiama l’attenzione sul valore supremo della gloria di Dio. “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio” (1 Corinzi 10:31). Ciò include tutta la nostra approvazione e disapprovazione.

Noi disapproviamo l’omosessualità alla gloria di Dio valutando ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per mezzo della sua parola. Noi disapproviamo alla gloria di Dio onorando il modo in cui egli ha concepito le funzioni sessuali naturali del corpo umano. Noi disapproviamo alla gloria di Dio rimanendo sempre pronti con il desiderio di perdonare come egli ha misericordiosamente perdonato noi. Noi disapproviamo alla gloria di Dio desiderando e pregando per il bene eterno e la gioia che esalta Cristo di tutti coloro i cui desideri e atti disapproviamo. Noi disapproviamo alla gloria di Dio essendo disposti a compiere sacrifici per gli altri per mostrare che Dio stesso è una ricompensa più grande di ogni auto-esaltazione o auto-rivalsa.

Disapprovazione peculiare, soprannaturale 

I cristiani fedeli alla Bibbia non disapprovano il Gay Pride nel modo in cui lo fanno i non credenti. La disapprovazione cristiana è peculiare. Essa è radicata, sostenuta e rivolta a realtà che chi non è cristiano non ha mai gustato: la croce di Cristo, la potenza dello Spirito Santo e la gloria di Dio. Essa è Trinitaria: Figlio, lo Spirito Santo e il Padre.

A causa della croce, i cristiani disapprovano il Gay Pride come servitori dal cuore spezzato, perdonati, pieni di speranza e gioiosi che dichiarano la verità di Dio con amore e coraggio, con il desiderio di vedere gli omosessuali accettare Cristo, ricevere il perdono, gustare la potenza dello Spirito e vivere per la gloria di Dio come nostri fratelli e sorelle per sempre.

A causa dello Spirito Santo, i cristiani disapprovano il Gay Pride senza auto-sufficienza o auto-esaltazione. Dipendiamo completamente dalla potenza soprannaturale di Dio di compiere cose umanamente impossibili — come provare repulsione per l’attività omosessuaIe, e allo stesso tempo provare quel tipo di amore che ci spinge a dare le nostre vite per vedere coloro che commettono tali atti diventare i nostri più cari amici per l’eternità.

A causa della gloria di Dio, i cristiani disapprovano il Gay Pride con la stupefacente consapevolezza dello straordinario scopo del perché tutte le cose esistono — ossia, mostrare il valore onnisoddisfacente della bellezza di Dio.

“Ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio” (Romani 5:2). É il tipo di gioia che non può essere protetta escludendo gli altri. Essa muore quando è accumulata per sé e si intensifica quando è condivisa. Non escludiamo nessuno da questa gioia. Viviamo e moriamo per includere quante più persone possibile in essa. É l’unica gioia che dura per sempre. Per questo Cristo è morto. Per questo lo Spirito ci dà vita. Più siamo soddisfatti da essa, più Dio è glorificato in essa. Questa è la disapprovazione peculiare cristiana del Gay Pride.


John Piper (@JohnPiper) è insegnante di desiringGod.org di cui è anche il fondatore. E’ rettore del Bethlehem College & Seminary. Per trentatré anni è stato pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, tra cui “Desiderare Dio. Meditazioni di un edonista cristiano” e il recente Providence.

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