Una conversazione con Jen Wilkin sulla cultura biblica

“Il cuore non può amare ciò che la mente non conosce”. Lessi queste parole qualche anno fa nel libro di Jen Wilkin, Donne della Parola. Le sue parole sono rimaste impresse nella mia mente. Quando il mio cuore è freddo e indifferente verso il Signore, esse mi ricordano il legame tra la povertà dei miei sentimenti per Dio e la mia conoscenza superficiale di Dio.

In una cultura che ci incoraggia a dare alle nostre emozioni il primato in ogni cosa, Jen Wilkin combatte questo messaggio con una semplice verità che molti esitano ad accettare: “Se vogliamo avere sentimenti profondi su Dio, dobbiamo imparare a meditare in modo profondo su Dio”.

Ho incontrato di recente Jen su Zoom e le ho fatto delle domande per la comunità globale di Acts 29. I leader di chiesa che riflettono su come fondare chiese sane che si moltiplicano piene di persone che amano il Signore trarranno grande beneficio dalla saggezza di Jen su come affrontare l’ignoranza biblica e dare priorità alla formazione teologica nella chiesa locale.

Due parole su Jen

Ho chiesto a Jen di descrivere se stessa in tre parole, e le parole che ha scelto sono: “ottimista, pantofolaia e nerd”. Le ho chiesto come la descriverebbe la sua famiglia e lei ha risposto: “Ho messaggiato con i miei figli, e hanno detto che sono scrupolosa, creativa e arguta, e mio marito mi definisce la sua compagna e alleata”. Jen e suo marito, Jeff, sono sposati da quasi 30 anni e hanno quattro figli poco più che ventenni. Sono anche gli entusiasti proprietari di un carlino! Sono membri di The Village Church a Flower Mound, Texas, dove entrambi servono fedelmente il Signore. Jeff insegna e guida l’adorazione nel ministero per i bambini e Jen conduce studi biblici per donne, fa parte del team Institute (un programma di formazione teologica) ed è la direttrice esecutiva dei ministeri per la famiglia e la prossima generazione (dalla nascita fino ai 17/18 anni).

Perché la cultura biblica è importante per Jen

Nel profilo Twitter di Jen è presente la frase: “Sostenitrice della cultura biblica”. Considerando le miriadi di questioni che vanno sostenute, volevo sapere perché fosse così appassionata di cultura biblica. Crescendo, la famiglia di Jen frequentò sette chiese di denominazioni diverse. Ha detto: “Ho visto molte persone stare dietro a un pulpito e insegnare dallo stesso libro, ma non tutte insegnavano la stessa cosa. Ben presto ho capito che se sbagli ad insegnare la Bibbia, si possono fare parecchi danni. Questo mi spinge a desiderare che la cultura biblica diventi un imperativo”. Jen crede che la cultura biblica sia una necessità evidente e sempre attuale nelle nostre chiese. “Non si finisce mai di parlare della Bibbia. C’è sempre qualcuno che ha bisogno di sentirla. Ma non possiamo trasmettere una fede che non conosciamo”.

Aiutare le donne a vedere se stesse come teologhe

In Conoscere Dio, J. I. Packer scrisse: “Ogni volta che parliamo di Dio diventiamo teologi. L’unica domanda è se saremo dei buoni o dei cattivi teologi”. Jen ha detto: “Bisogna ricordare alle donne che il comandamento di amare Dio con la loro mente è rivolto allo stesso modo a loro come agli uomini”. Ha spiegato che quando le donne si riuniscono, spesso parlano dei loro “sentimenti”. C’è autenticità tra noi, ma raramente portiamo le conversazioni oltre il livello dei sentimenti.

Jen ha passato anni a incoraggiare le donne a conoscere le Scritture e a equipaggiarle. Ha detto: “Spesso le donne hanno una conoscenza derivata della Bibbia che è stata trasmessa loro da altri, dagli esperti. Il mio desiderio è ridurre questo divario esperto-principiante”. Lei vuole che le donne siano coinvolte nel processo di apprendimento e che diventino pensatrici migliori, non solo destinatarie di informazione.

Una tendenza pericolosa nelle chiese

Jen si lamenta di come spesso le chiese sentono di doversi scusare per il fatto di chiedere alle persone di imparare. Ha detto che dobbiamo “sfidare le persone a imparare, sapendo che l’apprendimento si traduce nel pensare in modo corretto. Pensare in modo corretto genera sentimenti giusti e comportamenti giusti”. Lei ritiene che uno dei più grandi errori che la chiesa commette per quanto riguarda la formazione cristiana è abbassare continuamente lo standard.

Lei ha spiegato che adottare standard bassi e promettere un impegno minimo non attira le persone. Le persone investono il loro tempo e le loro energie in ciò che considerano importante. Tutte le altre attività in cui le persone si impegnano sostengono che vale la pena impegnarsi in esse. Le persone non danno valore alla formazione teologica perché capiscono che nemmeno noi la valorizziamo. Le chiese hanno bisogno di un messaggio più convincente. Dobbiamo essere convinti che la formazione teologica è una cosa importante e convincere gli altri che è così.

Punti di partenza per lo sviluppo della formazione teologica

Jen ha incoraggiato i fondatori di chiesa a “valutare che cosa stanno compiendo gli spazi che usate per il discepolato. Considera se un nuovo contesto di apprendimento sarà visto in competizione o in collaborazione con altri contesti. Chiediti: ‘Abbiamo qualche contesto dedicato nel quale il più alto scopo dichiarato è l'apprendimento?’ Pensa a come comunicherai un contesto di apprendimento rispetto a come hai comunicato questi altri spazi”.

Ha suggerito ai leader di chiesa di pensare bene a come implementare la formazione teologica e a svolgere inizialmente un progetto pilota con un piccolo gruppo di persone. “Pensa a persone che conosci che sono esperte in una materia, e affidati alle conoscenze che hai nel seminario, in Acts 29, ecc. Non devi reinventare la ruota; adatta al tuo contesto ciò che altri stanno facendo. Ci sono moltissime ottime risorse disponibili. Impara a curare un buon contenuto formativo per la tua chiesa”.

Sviluppare la formazione teologica per bambini e adolescenti

Riflettendo su come sviluppare la formazione teologica per bambini e giovani, ha sfidato i leader di chiesa a chiedersi: “Che cosa vorresti che uno studente dell’ultimo anno delle superiori conoscesse se dovesse lasciare la tua chiesa?” Elaborare una strategia attorno alla tua risposta a questa domanda è importante. Ha spiegato che i giovani adulti stanno abbandonando la chiesa con una velocità allarmante. Uno studio recente ha indicato che il fattore numero uno per far restare i ragazzi in chiesa dopo aver lasciato casa è se hanno o meno imparato a leggere la Bibbia.

Ostacoli all’implementazione della formazione teologica 

Jen ha avvisato che alcuni dei maggiori ostacoli che i fondatori di chiesa dovranno affrontare nell’implementare un sistema efficace di formazione cristiana nelle loro chiese saranno l’accettazione e la fiducia della gente. Le persone avranno bisogno di essere convinte che questo impegno vale il loro tempo. Affinché ciò avvenga si deve partire da un piano ben concepito. Jen ha spiegato anche che in molte chiese di nuova fondazione il più grande obiettivo dichiarato è la comunità. Il piccolo gruppo è sovrano. Abbiamo bisogno di spazi nei quali il più grande obiettivo dichiarato è l’apprendimento. Nel corso degli ultimi decenni, un sentimento di anti-intellettualismo si è insinuato in molte chiese. Ma amare Dio con la nostra mente fa parte dell’opera di illuminazione dello Spirito per mezzo della Parola.

Perché la cultura biblica dovrebbe importare ai fondatori

Ho chiesto a Jen perché i fondatori di chiesa dovrebbero interessarsi della formazione teologica nella chiesa locale tanto quanto lei. La sua risposta è stata: “A causa delle parole dimenticate nel Grande Mandato. Non siamo chiamati solo a fare discepoli, ma a insegnare loro a obbedire alla Parola di Dio. E non possiamo insegnare ciò che non conosciamo. L’essenza stessa del Grande Mandato dipende dall’insegnamento che trasmettiamo ad altri discepoli che a loro volta fanno discepoli”. Ha condiviso questa bella citazione di Dallas Willard: “Dovremmo mirare a fare discepoli e lasciare che i convertiti arrivino invece di mirare a fare convertiti e lasciare che i discepoli arrivino”.

Jen spiega in Donne della Parola la posta in gioco: “La conoscenza della Bibbia è importante perché ci protegge dal cadere nell’errore. Sia i falsi maestri sia gli umanisti secolari si basano sull’ignoranza biblica per far radicare i loro messaggi, e la chiesa moderna si è rivelata un terreno fertile per questi messaggi. Non conoscendo la Bibbia, crolliamo davanti alle sfide più essenziali alla nostra concezione del mondo”. Come famiglia diversificata e globale impegnata a fondare chiese sane che si moltiplicano, ci uniamo a Jen Wilkin nella difesa della nobile causa della cultura biblica.


Christy Britton gestisce i contenuti per Acts 29. È un membro della chiesa Imago Dei Church di Raleigh, North Carolina, ed è la coordinatrice del discepolato. È sposata con Stephen, e insieme a lui cresce i loro quattro figli maschi. Puoi seguirla su Twitter.

Il presente articolo è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

L’uso del presente articolo è autorizzato dall’editore originale ©A29. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://www.acts29.com/an-interview-with-jen-wilkin-about-bible-literacy/

© IMPATTO ITALIA