Un tempo per amare in modo coraggioso

Una nonna cristiana, parlando con me dei suoi due nipoti, aveva il cuore a pezzi.

Da quando sua figlia le aveva parlato della sua nuova vita, delle sue nuove convinzioni e regole, questa nonna sentiva mancarsi il terreno sotto i piedi. Aveva cresciuto in chiesa questa figlia per cui aveva tanto pregato. Da adolescente, sua figlia aveva fatto una professione di fede, ma poi tutto è cambiato. La figlia aveva parlato a raffica della sua guerra contro “l’eterosessismo” e delle nuove regole che sarebbero state vincolanti per ogni futura relazione. Pretese l’uso esclusivo di nomi e pronomi preferiti, e disse a sua madre che non avrebbe mai dovuto condividere con lei versetti biblici o insegnamenti che contraddicessero i dogmi LGBTQ+.

Questa nonna era convinta che non avrebbe potuto ricordarsi di tutte quelle regole anche se ci avesse provato. Comprendeva a malapena che cosa significasse “eterosessismo”, nonostante sua figlia le avesse spiegato molte volte che si trattava della “pericolosa convinzione che l’eterosessualità rappresenti la normalità”. Perché mai uno dovrebbe dichiarare guerra a questo? si chiedeva la nonna.

Dalla parte sbagliata della storia

Gli ultimatum e i ricatti erano pesanti: non adeguarsi significava essere esclusa, ripudiata. Sua figlia, Jade, si definì “non-binaria” e usò i pronomi “loro” e “lui”. Suo nipote di tre anni, Allan, ora sarebbe stato cresciuto come femmina e chiamato Sierra, presumibilmente perché aveva indossato una tiara alla festa di compleanno di un bambino e la cosa gli piacque. Niente di questo aveva senso. La nonna era certa che sua figlia fosse vittima di qualche contagio sociale.

Questa nonna voleva fare la cosa giusta. Cercò di trovare una via di mezzo e di camminare sulla linea sottile che le avrebbe permesso di mantenere una relazione con la figlia, ma si domandava: Sono dalla parte sbagliata della storia? Dovrei rispettare la volontà di mia figlia quando credo che sia vittima di un inganno? E mio nipote? È un bambino “trans” o è vittima di un abuso? Si chiedeva: E se mi sbagliassi?

Quando la nonna ne parlò con il suo pastore, lui non sapeva cosa rispondere. Le disse di mostrare empatia e cercare di vedere le cose dal punto di vista di sua figlia. Anche il piccolo gruppo che frequentava era diviso sul da farsi. Alcuni addiruttura le avevano detto di non essere “transfobica” e le spiegarono che chiunque può essere trans e cristiano, o gay e cristiano. È vero questo? si domandava. Alcuni membri del suo piccolo gruppo la fecero sentire come se fosse stata lei la causa dei problemi di sua figlia.

Vivere in zona di guerra

Storie come questa hanno molti lati diversi.

So che per anni alcuni evangelici hanno voluto comprendere questa storia dalla prospettiva del movimento LGBTQ+. Alcuni sono arrivati persino a sponsorizzare conferenze e checklist per valutare se una chiesa è sensibile nei confronti dei gay. Ma cosa dire di questa nonna? Il suo punto di vita conta qualcosa? E quello di Dio? Romani 3:4 rende prioritaria la prospettiva di Dio: “Sia Dio riconosciuto veritiero e ogni uomo bugiardo”. Ciò che Dio rivela sulle nostre vite è la vera verità. La Bibbia conosce noi e i nostri bisogni meglio di noi, e questa è la migliore delle notizie.

La vita della famiglia e la vita della chiesa di questa nonna erano improvvisamente diventate una zona di guerra, e lei non è la sola a trovarsi in questa situazione. Sento storie come questa quasi ogni giorno. Se, come questa nonna, ti sei mai sentita come se vivessi in mezzo a una guerra civile, sappi che nemmeno tu sei sola. Da una parte, ci aspettiamo che la chiesa sia in conflitto con il mondo. Infatti, Giovanni Calvino ci invia a “considerare la furia del mondo intero come un nulla”. Vediamo la furia dell’incredulità tutto intorno a noi. Conosciamo la furia del mondo perché ci ricordiamo di quando anche noi un tempo eravamo nemici di Dio.

Non è il conflitto con il mondo a sorprenderci, è la divisione nella chiesa visibile a confonderci. Il nostro Signore ci chiama a vivere nell’unità in mezzo a questa “generazione storta e perversa” (Filippesi 2:15). Egli non ci chiede di mostrare compiacenza con la sua perversione, specialmente quando il mondo ne richiede così tanta. Gesù ci chiama a modellare l’insondabile unità della santa Trinità: “affinché siano uno come noi siamo uno” (Giovanni 17:22). Ma come possiamo fare questo quando alcuni usano la Bibbia per chiamare i peccatori al ravvedimento e altri usano la Bibbia per chiamare coloro che si sono ravveduti a peccare?

Questi sono i tempi in cui viviamo, e i cristiani devono affrontare la realtà.

Tre ragioni subdole 

Credo che ci siano tre ragioni per cui le nostre chiese sono divise. Queste tre ragioni hanno prodotto cinque bugie che molte chiese evangeliche hanno fatto proprie.

Poiché io stessa ho creduto a tutte queste bugie in punti diversi della mia vita, conosco il loro potere seduttivo. Dio conosce i tempi in cui viviamo e ha provveduto una soluzione. Siamo chiamati a ravvederci delle bugie a cui abbiamo creduto e a cercare di rimanere in contatto con i nostri cari che vi hanno creduto, senza farci indottrinare. Facile a dirsi, ma impossibile da fare senza l’aiuto di Dio. Quali sono queste tre ragioni?

RAGIONE 1

Primo, non ci siamo resi conto che i semi del Vangelo si trovano nel giardino.

Molti di noi hanno scioccamente creduto di poter reinventare la nostra chiamata di uomini e donne, rendere uomini e donne intercambiabili, sfidare il modello e lo scopo divino per i sessi, e in qualche modo ottenere la benedizione di Dio.

Il piano di Dio per gli uomini e le donne — il decreto della creazione — è riportato per la prima volta in Genesi 1, ed è centrale — non periferico — nel Vangelo di Gesù Cristo: “Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta’” (Genesi 1:27–28).

Portiamo l’immagine di Dio crescendo nella conoscenza, nella giustizia e nella santità del Signore Gesù Cristo (Efesini 4:24). L’omosessualità e il transgenderismo sono delle forme di ribellione contro l’ordine creazionale e l’immagine di Dio nell’uomo. Esse sono manifestazioni del mondo, della carne e del diavolo da cui è necessario ravvedersi anziché celebrare.

L’omosessualità e il transgenderismo non fanno parte del disegno creazionale di nessuno, non importa ciò che dicono i nostri sentimenti. I nostri sentimenti non sono esenti dal peccato, e non sostituiscono la verità di Dio. Cristo promette di perdonare e ristabilire tutti coloro che si ravvedono e che credono in lui per la salvezza. Cristo non fa alleanza con i peccati che il suo sangue ha distrutto sulla croce e purificato. C’è speranza per tutti nel Vangelo.

RAGIONE 2

Secondo, non siamo riusciti a comprendere i tempi in cui viviamo (Romani 13:11–14; Luca 12:56).

Nella causa Obergefell contro Hodges del 2015, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato il cosiddetto matrimonio gay legge dello Stato. Ha inoltre introdotto il concetto di “offesa alla dignità della persona umana”. Secondo Obergefell, offendiamo la dignità di qualcuno non “affermando” la sua identità LGBTQ+.

Nel mondo post-Obergefell in cui viviamo, ci sono due idee in competizione su cosa significa essere umano, e queste idee si sono scontrate. L’idea Freudiana/Obergefell è che l’orientamento sessuale è una precisa categoria della personalità; LGBTQ+ è chi sei piuttosto che come ti senti. Dopo Obergefell, sono state rapidamente approvate leggi per rispettare, affermare ed esaltare l’essere LGBTQ+. Tuttavia, l’idea biblica è che portare l’immagine di Dio secondo le categorie eterne e creazionali di uomo o donna determina chi sei. È Obergefell o Cristo: o celebri e affermi la tua natura peccaminosa, o ti ravvedi della natura peccaminosa colpevole e non scelta che erediti in Adamo.

RAGIONE 3

Terzo, non siamo stati in grado di amare i nostri nemici e invece abbiamo fatto finta che i nostri nemici fossero i nostri amici.

Molti di noi non sono riusciti a capire che amare i nostri nemici è un atto di confronto santo, un’arma della nostra guerra e una grande benevolenza (2 Corinzi 10:4). L’amore cristiano distrugge i ragionamenti che si elevano orgogliosamente contro Cristo (2 Corinzi 10:5). L’amore cristiano non fa finta che il mondo sia un luogo sicuro o che i nemici di Cristo siano innocui — anche se sono tua figlia. L’amore cristiano cerca di trasformare i nemici in amici attraverso il ravvedimento e il perdono. L’amore cristiano non ci inganna facendoci credere che il peccato non è così grave, o che noi siamo più misericordiosi di Dio. Fingere che i nostri nemici siano i nostri amici è una scappatoia da codardi.

Cinque bugie allettanti  

Queste tre ragioni hanno insinuato cinque bugie in fin troppe chiese evangeliche. Tutte e cinque rifiutano l’autorità biblica, sfidano Cristo ed esaltano l’orgoglio.

Bugia #1: L’omosessualità è una normale variante sessuale.
Bugia #2: Essere una “persona spirituale” è più gentile che essere un cristiano biblico.
Bugia #3: Il femminismo è un bene per la chiesa e per il mondo.
Bugia #4: Il transgenderismo è una normale variante di genere.
Bugia #5: La pudicizia è un fardello obsoleto al servizio del dominio maschile e che serve a reprimere le donne.

Queste cinque bugie si basano su diverse affermazioni false. La più grande di esse è l’invenzione femminista secondo cui il “genere” è distinto dal sesso biologico. Creare false categorie della persona, e poi cercare di costruire una vita cristiana su di esse, è inutile e insensato. Come il pastore Christopher J. Gordon afferma nel libro The New Reformation Catechism on Human Sexuality: “Presentare il genere come una nuova categoria della persona, separata dalla categoria biologica del sesso, alla ricerca di un’identità sessuale diversa, è innaturale per l’ordine creazionale e dannoso per lo scopo per cui Dio ci ha creato” (13).

Dio promette che le bugie — anche quelle predominanti che sono diventate il fondamento di governi e istituzioni accademiche potenti — non hanno l’ultima parola. Egli ci dice che solo la verità ci renderà liberi. E Gesù dice: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31–32). Gesù non dice che la libertà arriverà se ti metti nei panni del tuo nipote “non-binario” invitando un ministero “gay cristiano” nella tua chiesa, o se sfili nella parata dell’orgoglio gay con tua figlia lesbica, o se vai al matrimonio di tuo figlio gay. Non è gentilezza stare nei panni di qualcuno quando quella persona ha bisogno di essere salvata.

Liberati dal timore dell’uomo

La Bibbia chiama il timore dell’uomo una trappola (Proverbi 29:25) — uno strumento di esecuzione dal quale non puoi liberarti. Ma come mio marito ama ripetere, il Vangelo ti rende libero dal timore dell’uomo. Se ti stai chiedendo se sei dalla parte sbagliata della storia e se hai sbagliato tutto, ricorda il sangue di Cristo. Ricorda come esso ha schiacciato i demoni e ti ha liberato dall’inferno. Ricorda che Gesù è divenuto maledizione per te affinché tu potessi ricevere la benedizione. Ricorda che la verità di Cristo ti rende libero, non conforme alle bugie.

Comprendi i tempi, conosci le ragioni, opponiti alle bugie e ama i tuoi nemici tanto da dire loro la verità.


Rosaria Butterfield (PhD) è la moglie di un pastore, una mamma che insegna a casa ai propri figli e una ex professoressa di inglese e studi sulle donne presso la Syracuse University. Ha scritto diversi libri, tra cui Five Lies of Our Anti-Christian Age (Crossway, 2023). 

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