Tre ragioni per cui il tuo piccolo gruppo non è la chiesa

Il ministero dei piccoli gruppi ha un’importanza fondamentale in molte chiese. Gruppi di circa dieci credenti sono tra i contesti migliori in cui discutere la Scrittura, condividere i bisogni, trovare sostegno e pregare gli uni per gli altri. In una chiesa più grande, potrebbe non esserci la stessa opportunità di interagire a questo livello durante la riunione principale della domenica. C’è tantissima gente, le conversazioni sono solo abbozzate e frammentarie e ci sono i visitatori da accogliere.

Può essere difficile arrivare a un contatto più personale e profondo. Gran parte del ministero fondamentale “gli uni gli altri” ha luogo quindi nei piccoli gruppi. Se si sta con lo stesso gruppo settimana dopo settimana le relazioni si instaurano e si approfondiscono più velocemente. C’è lo spazio e il contesto per condividere idee e affrontare i problemi e le difficoltà della vita senza fretta.

Può accadere facilmente che un piccolo gruppo diventi il focus principale delle vite spirituali dei suoi membri. In effetti, il gruppo può trasformarsi nella chiesa.

Ciò è comprensibile, ma non auspicabile. Le riunioni dei piccoli gruppi non dovrebbero fare da sostituto della riunione domenicale. Se il tuo piccolo gruppo diventa la tua chiesa, ti stai perdendo molto.

Naturalmente, nei contesti in cui ci sono pochi credenti, le chiese sono piccoli gruppi e funzionano alla stregua dei piccoli gruppi. La Scrittura non ci dice qual è il numero ideale di credenti di una chiesa. Una chiesa sana può essere di piccole dimensioni, e in molti luoghi è così.

Tuttavia i piccoli gruppi non dovrebbero fungere da sostituti della chiesa, per tre ragioni.

1. I piccoli gruppi non possono dare un quadro completo del popolo che Dio ha riconciliato.

I nostri piccoli gruppi di solito non riflettono la grande varietà di età ed esperienze che si trovano all’interno della famiglia ecclesiale più ampia. Anche se in un gruppo all'inizio ci sono membri di varie età ed esperienze, col tempo è facile che diventi omogeneo. I simili si attraggono. Le persone spesso preferiscono unirsi a gruppi composti da persone di età simile e nella stessa fase della vita. Tuttavia, anche quando i gruppi sono variegati, è improbabile che rappresentino la diversità espressa nelle nostre riunioni domenicali.


Come Paolo scrive, è attraverso la chiesa che “i principati e le potenze nei luoghi celesti [conoscono] oggi, per mezzo della chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio” (Efesini 3:10). E in che cosa consiste questa sapienza? Nel fatto che mediante il Vangelo “gli stranieri sono eredi con noi, membri con noi di un medesimo corpo” come i Giudei (Efesini 3:6). Gesù ha abbattuto il muro apparentemente insormontabile tra Giudei e Gentili.

Il mondo divide le persone in categorie, ma il Vangelo le inserisce nella stessa famiglia spirituale. La diversità nelle nostre chiese rende testimonianza agli osservatori umani e spirituali che Dio ha fatto ciò che l’uomo non poteva fare. Il Vangelo è più grande delle nostre differenze economiche, culturali, etniche e di età. Questa verità è molto più visibile nelle nostre riunioni domenicali che nei gruppi che si riuniscono durante la settimana.

2. I piccoli gruppi sono limitati perché sono piccoli.

Una chiesa locale non è formata solo da una diversità di persone; è un corpo composto da molte parti (1 Cor. 12:27). Ciascuna parte ha un ruolo distinto nella vita del corpo. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Abbiamo bisogno di tutte le parti del corpo.

Un piccolo gruppo non possiede l’intera gamma dei doni e dei ministeri della famiglia più ampia della chiesa. Il piccolo gruppo farà bene una porzione della vita ecclesiale (auspicabilmente), ma non può essere e fare per i suoi membri tutto quello che tutta la chiesa è chiamata ad essere e a fare. Se sostituiamo la chiesa con un piccolo gruppo, rinunciamo ad un importante strumento che Dio ha dato per la nostra crescita. Cresceremo, Dio volendo, ma la nostra crescita non sarà così completa come dovrebbe essere.

3.  I piccoli gruppi non sono guidati allo stesso modo di una chiesa.

I piccoli gruppi devono rendere conto alle guide spirituali di una chiesa locale e devono essere guidati da persone che sono state approvate ed equipaggiate dalla famiglia ecclesiale più ampia. Tuttavia, nemmeno un piccolo gruppo guidato in modo ottimale può valutare formalmente le questioni relative alla dottrina o al comportamento, la cui responsabilità ricade sui leader riconosciuti dalla chiesa. Un piccolo gruppo non può condividere la Cena del Signore in un modo che esprime l’unità di tutta la chiesa.

I piccoli gruppi spesso rappresentano una formidabile aggiunta alla vita della chiesa riunita, ma non dovrebbero mai essere un suo sostituto. Vogliamo essere in una chiesa con piccoli gruppi, non una chiesa di piccoli gruppi. Il centro principale della vita ecclesiale è tutta l’assemblea dei credenti, non i piccoli raggruppamenti.

Il presente articolo è tratto dal libro di Sam Allberry Why Bother with Church? And Other Questions About Why You Need It and Why It Needs You (The Good Book Company, 2016).


Sam Allberry è un pastore, apologeta e oratore. È l’autore di 7 Myths About Singleness, Why Does God Care Who I Sleep With? e del più recente What God Has to Say About Our Bodies. È pastore associato della chiesa Immanuel Nashville, è un canonico teologo per la Chiesa Anglicana nel Nord America, e conduce (con Ray Ortlund) il podcast di TGC You’re Not Crazy: Gospel Sanity for Young Pastors.

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