Quando si pecca a casa: Imparare a fermarsi e a ravvedersi

Colloquio con

John Piper

Fondatore e insegnante, desiringGod.org

Trascrizione Audio

Passiamo gran parte della vita a casa con le nostre famiglie, specialmente se si istruiscono i figli a casa. Questa considerazione ha suggerito una domanda come quella che ci giunge da una moglie e mamma che si chiama Gretchen. “Caro Pastore John, trascorro la maggior parte della mia giornata crescendo i miei tre figli piccoli a casa e insegnando loro. Sono continuamente consapevole del mio peccato: impazienza, egoismo, irritazione, ecc. Come scrisse il Re Davide nel Salmo 51, il mio peccato è ‘sempre davanti a me’.

“Non c’è mai abbastanza tempo durante il giorno per confessare questi peccati! E’ difficile concedersi una pausa dagli eventi quotidiani per potersi ravvedere come si conviene e di conseguenza sperimentare la gioia del ravvedimento. Come posso confessare il peccato attimo dopo attimo mentre mi trovo con delle persone, specialmente quando non posso ‘staccare’ per restare da sola con il Signore? Un ravvedimento veloce può essere comunque sincero e profondo? Quale aspetto assume il ravvedimento quando la vita non rallenta mai?”

Pensando alla domanda di Gretchen, mi vengono in mente cinque cose.

1. Quando fermarsi

C’è un genere di peccato, Gretchen, che a mio avviso dovrebbe puntualmente interrompere la nostra agenda piena di impegni e avere la precedenza su tutto quello che stiamo facendo. Dobbiamo occuparcene immediatamente. Sto parlando del peccato che ferisce altre persone.

Se ci rendiamo conto che le parole che abbiamo detto o quello che abbiamo fatto ha ferito qualcuno o ha fatto in modo che questi peccasse, penso che l’insegnamento di Gesù in Matteo 5:23–24 quando dice di lasciare il nostro dono sull’altare e andare a riconciliarci con il nostro fratello si applichi in linea di principio in questo caso.

Se abbiamo ferito qualcuno, interrompiamo quello che stiamo facendo, scusiamoci, e cerchiamo di sistemare le cose.

2. Prenditi due secondi

Riguardo ai peccati ricorrenti e continui di cui parla l’ascoltatrice, come l’impazienza, l’egoismo e l’irritazione, se Dio ci dà la grazia di riconoscerli quando li commettiamo, e tuttavia ci troviamo in una situazione in cui non è proprio possibile fermarsi, penso che dovremmo capire che Dio conosce il nostro cuore e che riceverebbe volentieri da noi un sommesso: “Oh Signore, mi dispiace tanto. Aiutami, ti prego. Ti chiedo di perdonarmi”. Ci sono voluti solo due secondi.

La pazienza di Dio che la Bibbia ci mostra implica che egli è certamente disposto a ricevere quelle poche parole. Penso al Salmo 103:14: “Egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siamo polvere”. Egli perciò non esita a ricevere queste scuse sussurrate e queste richieste accorate di aiuto di due secondi che rivolgi a lui mentre continui a svolgere le tue attività.

3. Perdono completo

Nel riflettere sul Salmo 103, sarebbe opportuno per Gretchen, e per noi tutti, custodire nelle nostre menti e nei nostri cuori alcuni preziosi richiami dalla Scrittura che possiamo formulare a bassa voce mentre stiamo sbrigando le nostre attività.

Prendiamo, per esempio, il Salmo 103:10: “Egli non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe”.

Sto pensando per l'appunto a quando Gretchen riconosce il suo peccato: “Mi sono proprio comportata in modo pessimo”, o “Ho appena detto una cosa scortese”. Può anche predicare a se stessa: “Dio non mi tratta in questo momento secondo il mio peccato. Egli non mi castiga in proporzione alle mie colpe. Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così è grande la sua bontà verso quelli che lo temono. Come è lontano l’oriente dall’occidente, così ha egli allontanato da noi le nostre colpe. Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il Signore verso quelli che lo temono” (vedi Salmo 103:10–13).

Non dobbiamo mai pensare che il favore di Dio sia su noi solo nei momenti che seguono una confessione di peccato sostanziosa. Questa è una mentalità legalista che contraddice il vangelo.

4. Prega così

Dobbiamo ricordare che la Bibbia non attribuisce nessun merito a una durata particolare della confessione o del ravvedimento o all’intensità del rimorso per il peccato. Infatti, quando Gesù insegna nel Padre Nostro come chiedere scusa a Dio per il peccato, la petizione è piuttosto breve: “Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori” (Matteo 6:12). Prega così.

Fai attenzione a non adottare una mentalità che ti porta a negoziare con Dio, nella quale la durata del tempo dedicato al ravvedimento e al rimorso assicura la tua accezione da parte sua. E’ esattamente il contrario. E’ l’accettazione mediante Cristo che ci conduce al ravvedimento, non viceversa.

5. Più tempo  

L’ultima cosa che vorrei dire è che il desiderio di Gretchen di avere più tempo per lavorare sulla sua anima è positivo. Spero che senta questo bisogno ogni giorno.

Il motivo per cui abbiamo bisogno di trascorrere più tempo da soli con Dio non è perché un ravvedimento prolungato sia più accettabile di un ravvedimento breve, ma perché abbiamo bisogno di tempo per esaminare le nostre anime alla luce della Scrittura per discernere qual è l’origine di quell’atteggiamento. Perché continua a manifestarsi nella mia vita?

Ci vuole tempo per riflettere a fondo su come la Scrittura scava nelle nostre anime e ci aiuta a scoprire queste cose e per iniziare a ottenere vittoria su di esse. E’ un tempo per dedicarsi alla preghiera e alla riflessione, alla meditazione, e per restare alla presenza di Dio; un tempo per predisporre la nostra mente a un altro giorno di battaglia. Ciò richiede tempo, e Gretchen ha assolutamente ragione di volerlo.

Spero che lei possa ritagliarsi del tempo per fare questo, pur nella giornata piena di una mamma, la sera tardi o la mattina presto.

Un’ultima parola

Gretchen, ho una parola per te. Porta la parola con te durante il giorno, diciamo il Salmo 103.

Sussurra i tuoi atti di ravvedimento mentre il Signore li porta alla tua mente nel corso della giornata. Ricorda a te stessa che il Padre tuo conosce i tuoi limiti. Sei polvere.

Se necessario prenditi una pausa per sistemare le cose con gli altri, qualunque torto tu abbia fatto a loro, e attendi con ansia il tempo più esteso che Dio desidera avere con te, tanto quanto tu desideri avere con lui. Sono i momenti in cui puoi andare in profondità.

Egli conosce il tuo cuore in quel momento, e non ha fretta che quei momenti arrivino. Egli è con te sempre.


John Piper (@JohnPiper) è il fondatore e insegnante di desiringGod.org e rettore del Bethlehem College & Seminary. E’ stato per 33 anni il pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “Desiderare Dio. Meditazioni di un edonista cristiano”, e il recente Expository Exultation: Christian Preaching as Worship.

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