Perseverare nel ministero del ricordare

È un’esperienza indimenticabile stare seduti in prima fila e osservare l’opera di Dio quando la nostra predicazione, insegnamento e discepolato nel ministero pastorale entra in sintonia con il popolo di Dio. Vediamo gloriosi scorci di Cristo conformare le persone a sua somiglianza. Ma se siamo onesti, il ministero pastorale può essere profondamente scoraggiante quando le persone sembrano non comprendere o vivere le implicazioni della verità del Vangelo.

Di solito ci sentiamo frustrati quando imbandiamo un banchetto di verità scritturali ogni settimana ma notiamo che le persone sono ancora spiritualmente malnutrite. A volte è per  quella sessione di counseling con un leader chiave nella tua chiesa dalla quale esci scoraggiato dal momento che sta combattendo con una questione biblica semplice. Oppure sei frustrato per via di quel leader di un piccolo gruppo che ha difficoltà nella preghiera perché cerca di impressionare gli altri invece di rivolgersi onestamente al suo Padre celeste. Questo scoraggiamento è una delle tante ragioni per cui le persone abbandonano il ministero vocazionale. Come possiamo dunque resistere allo scoraggiamento nel ministero pastorale? Se ti sembra che gran parte del tuo ministero consista nel ricordare alle persone quello che già sanno, non disperare. Il ricordare è una parte essenziale del discepolato.

Ricordare è pascere in modo fedele

Dovremmo accogliere il “ministero del ricordare” come parte del pascere il gregge di Dio. John Stott sostiene che una volta che tutti gli insegnanti cristiani scrupolosi sono stati liberati dal malsano desiderio di originalità, essi dovrebbero preoccuparsi di rendere nuove verità antiche e rendere attuali verità datate.

Per accogliere questo ministero è necessario da parte nostra riconoscere che ricordare è pascere in modo fedele. Esamina i ministeri di Mosè, dei profeti, di Gesù, Giovanni, Pietro e Paolo, e vedrai che una buona fetta del loro ministero era dedicata a ricordare al popolo di Dio ciò che esso già sapeva (Vedi Matteo 16:9; 2 Pietro 1:12-13; 1 Giovanni 2:21, 2:24; Filippesi 3:1; Tito 3:1; Salmo 106:13).

Da questi brani della Scrittura possiamo ricavare alcune lezioni:

  • Una cattiva memoria, o amnesia del Vangelo, è una delle maggiori malattie dei santi. Dobbiamo perciò impegnarci a rinfrescare la memoria alla nostra gente (Salmo 90, 106:7, 13, 136).

  • Essere fedeli nel ministero significa dedicare più tempo a ricordare la verità alle persone e insistere sulle stesse verità. Tale era la chiamata di queste guide bibliche; essa è pure la nostra. Dedicati al ministero di ribadire e far penetrare nei cuori delle persone le verità che esse già conoscono (2 Pietro 1:12-13).

  • Pascere in modo fedele significa anche proteggere i santi dall’adesione ai falsi insegnamenti alla moda e radicarli in Cristo richiamandoli alla verità. Dobbiamo assicurarci che le persone non abbiano solamente accettato il Vangelo ma che meditino continuamente su di esso e permettano che esso abbia un impatto sulle loro vite influenzando le loro menti e le loro azioni. Il ministero del ricordare è fondamentale per fare in modo che anche i santi più anziani continuino a credere nel Vangelo che hanno udito tanto tempo fa (1 Giovanni 2:21, 24).

  • Il ministero del ricordare non va visto come un peso ma piuttosto come un’espressione di diligenza. È come mettere un allarme di sicurezza sui cuori delle persone contro i falsi insegnamenti (Filippesi 3:1).

  • Il ministero del ricordare richiama i santi alla loro identità e missione cristiana nel mezzo di una cultura che li seduce. L’attuale periodo storico ha dimostrato che la chiesa è incline a dimenticare il suo ruolo. Rimaniamo sorpresi dalle tenebre e ci lasciamo travolgere dalle notizie di attualità. Dimentichiamo che siamo chiamati ad essere la città posta sopra un monte la cui luce risplende (Matteo 5:13). In tutte le culture, dobbiamo essere buoni cittadini e vicini, esaltando così il nostro Salvatore (Tito 3:1-2).

Il ministero del ricordare è utile alla nostra gente, ed è utile anche a noi. Accettare questo ministero ci salva dalla tirannia di volere risultati immediati; ci sentiremo a nostro agio con la nostra chiamata, che è quella di fare il lavoro paziente di “pescatori di uomini” (Matteo 4:19). Non potrebbe essere che il lavoro ripetitivo del ricordare sia uno dei modi in cui siamo in doglie finché Cristo è formato nei credenti (Galati 4:19)?

Aggrapparsi al Vangelo

Pastori, quando predicate ricordate alla gente le dottrine fondamentali della nostra fede. Non spazientitevi quando vi ritrovate a dover ripetere continuamente le stesse cose. Liberatevi dal peso di dover ricevere rivelazioni sconvolgenti e aggrappatevi alle verità antiche e collaudate che ci sono state affidate.

Impegnati regolarmente in attività che rafforzano la memoria evangelica delle persone. Il nostro Salvatore conosceva bene il bisogno disperato che abbiamo che qualcuno ci ricordi le realtà del Vangelo. Egli ci ha dato l’istituzione della Cena del Signore, dicendo: “Fate questo in memoria di me” (Luca 22:19). Insegna alle persone ad apprezzare questi richiami e a rallegrarsi in essi. 

È possibile creare un ambiente in cui sembra che ci sia bisogno di qualcosa di più del Vangelo. Resisti a questo impulso! Dio ci ha chiamati ad essere fedeli alla sua Parola. Se tutto quello che facciamo è ricordare il Vangelo alle persone, è una buona opera. Quando ci sentiremo dire da Dio:  “Ben fatto, servo buono e fedele”, allora sapremo che ne è valsa la pena.


Raphael Mnkandhla è il pastore di City Church a Williamsport, Pennsylvania. È nato e cresciuto a Bulawayo (Zimbabwe) e sta svolgendo un dottorato in ministero presso il Midwestern Baptist Theological Seminary. Raphael è sposato con Heidi e ha tre figli e due figlie.

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