Pensa al discepolato a lungo termine

Gesù scrive storie lunghe.

Sono cresciuta in chiesa ed ero molto religiosa, ma non conoscevo Gesù. Quando avevo venti anni, lo Spirito Santo aprì i miei occhi accecati, e vidi la storia della redenzione nella Scrittura. Ero sbalordita che Dio mi avesse eletta in Cristo prima della formazione del mondo a lode della gloria della sua grazia (Efesini 1).

Una delle mie prime reazioni fu: “Non voglio che nessun bambino cresca nella chiesa senza avere udito il Vangelo”. Così iniziai immediatamente a insegnare ai bambini. Dopo pochi anni, lo Spirito Santo mise nel mio cuore Tito 2, e la mia passione si è ampliata fino ad includere il discepolato delle donne. C’era passione, ma la mia visione delle loro storie non era più lunga del mio piano di lezioni e della loro risposta osservabile.

Discepolato di lunga durata

Ora, all’età di 82 anni, vedo con maggior chiarezza che il discepolato consiste nell’entrare in queste lunghe storie che Gesù sta scrivendo e avere fiducia che egli metta la sua legge nell’intimo delle persone e la scriva nei loro cuori (Geremia 31:33). Ho vissuto abbastanza a lungo per capire che il Signore fa infinitamente di più di quello che io avrei potuto immaginare di chiedere quando ero una ventenne (Efesini 3:20).

La prospettiva a lungo termine del discepolato mi aiuta a perseverare anche nella vecchiaia. La preghiera di un uomo anziano nel Salmo 71:17-18 mi tocca:

O Dio, tu mi hai istruito sin dalla mia infanzia,

e io, fino a oggi, ho annunciato le tue meraviglie.

E ora che sono giunto alla vecchiaia e alla canizie, o Dio, non abbandonarmi,

finché non abbia raccontato i prodigi del tuo braccio a questa generazione

e la tua potenza a quelli che verranno.

L’uomo anziano non nega di avere avuto “nemici . . . avversari . . . molte gravi difficoltà” (Salmo 71:10, 13, 20), nonostante egli incarni la promessa che il giusto “fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano. Quelli che sono piantati nella casa del SIGNORE fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti, per annunciare che il SIGNORE è giusto; egli è la mia rocca, e non v'è ingiustizia in lui” (Salmo 92:13-15).

Il discepolato riguarda un patto

Il discepolato avviene nei cortili del nostro Dio. La salvezza è personale, ma Dio ci adotta nella famiglia con la quale ha fatto un patto. In questo contesto noi prendiamo parte al Grande Mandato insieme, le nostre storie si intrecciano, sperimentiamo la gioia delle relazioni del patto e diciamo gli uni agli altri: “Celebrate con me il SIGNORE, esaltiamo il suo nome tutti insieme” (Salmo 34:3, enfasi mia). Questo ci protegge dal diventare possessivi dei “nostri” discepoli. Vediamo il bisogno che abbiamo gli uni degli altri. Gioiamo del fatto che il discepolato è a più livelli, e ricordiamo che il frutto del discepolato alla fine viene da Dio:

Colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere! Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica. Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio (1 Corinzi 3:7-9).

Il discepolato è generazionale

Il discepolato non è solo multi-livello, è anche multi-generazionale. La preghiera dell’uomo anziano nel Salmo 71 è lungimirante. Egli vede oltre la generazione a cui vuole raccontare i prodigi di Dio, e pensa a chi li racconterà “a quelli che verranno” (v. 18). Mentre condividiamo il Vangelo con la nuova generazione ed essa fa altrettanto, vediamo chiaramente un modello generazionale di discepolato. Ma la preghiera ci permette anche di prender parte al discepolato delle generazioni che non conosceremo da questo lato dell’eternità.

Non conosco tutta la mia storia, ma so che avevo una bisnonna che non ho mai conosciuto che pregava per le generazioni future. La mia immaginazione spicca il volo se penso alle generazioni di donne di preghiera che l’hanno preceduta, e alle mie preghiere mescolate alle loro mentre prego per i miei nipoti e le generazioni future fino al ritorno di Gesù.

Il discepolato è informativo, relazionale e porta alla trasformazione

Il discepolato efficace dimostra l’importanza sia dell’informazione sia della relazione. Esaminiamo la descrizione affascinante ed esaustiva di Paolo su come egli ha discepolato i Tessalonicesi:

Siamo stati mansueti in mezzo a voi, come una nutrice che cura teneramente i suoi bambini. Così, nel nostro grande affetto per voi, eravamo disposti a darvi non soltanto il vangelo di Dio, ma anche le nostre proprie vite, tanto ci eravate diventati cari (1 Tessalonicesi 2:7-8).

Siamo chiamati a condividere il contenuto del Vangelo nel contesto di relazioni che riflettono la relazione di Dio con noi. Se condividiamo solo informazioni, il nostro discepolato sarà accademico. Se condividiamo solo le nostre vite, sarà anemico.

Notiamo la motivazione di Paolo: i credenti di Tessalonica gli erano diventati cari. Potrebbero non essere state persone care o facili da amare, ma tali erano diventate per Paolo. Esse erano le persone che il Signore gli aveva affidato. E mentre egli condivise il Vangelo e la sua vita con loro, il suo amore per loro crebbe.

Potremmo non conoscere il frutto del nostro investimento nelle vite di coloro che discepoliamo, ma Gesù è con noi mentre obbediamo al Grande Mandato (Matteo 28:18-20) e ci trasforma. Iniziamo ad amare le persone che egli ama. Anche se non vediamo nessun frutto nelle loro vite, preghiamo con fiducia, non in loro ma in lui:

Il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno. A vostro riguardo abbiamo questa fiducia nel Signore, che fate e farete le cose che vi ordiniamo. Il Signore diriga i vostri cuori all'amore di Dio e alla paziente attesa di Cristo. (2 Tessalonicesi 3:3-5, enfasi mia)

Preghiera paziente

Nella mia vecchiaia, non mi preoccupo tanto di quello che non vedo. Aspetto e sto a guardare con sempre più trepidazione, sapendo che Dio sta portando avanti la sua storia, nella mia vita e nelle vite di coloro per cui prego, al ritmo adeguato per compiere gli scopi che egli ha predeterminato. Pregare e aspettare aumenta la mia fiducia nel Signore e il mio amore per le persone che sto discepolando.

Gesù scrive lunghe storie di redenzione. Le sue storie sono buone, vere e stupende. Le sue storie sono piene della meraviglia delle cose eterne.


Susan Hunt è la vedova di un pastore, una madre e una nonna, ed è stata la coordinatrice dei ministeri per le donne della Presbyterian Church in America. È stata autrice e coautrice di diversi libri per donne e bambini.

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