La preghiera quotidiana

Come praticare la preghiera quotidiana

“Non cessate di pregare”. Questo era il comando che Dio rivolse ai Tessalonicesi, e che rivolge anche a noi oggi.

Dobbiamo adottare un ritmo di preghiera regolare, quotidiano.

La preghiera quotidiana consiste in una conversazione continua con Dio durante la nostra giornata. Un’opera classica su questo tema è stata scritta da Fra Lorenzo, un monaco che visse in Francia nel 1600. Il suo libro s’intitola Praticare la presenza di Dio. Egli scrive: “Non esiste al mondo un modo di vivere più bello e gratificante di quello di praticare una conversazione continua con Dio; lo può capire solo chi la pratica e la vive”. 

Alcune delle preghiere quotidiane più utili a mantenere una conversazione continua sono brevi frasi che si trovano nella Scrittura, brevi preghiere bibliche che custodiscono i nostri cuori e le nostre menti in Dio tra una faccenda e l’altra.

“Abba Padre”

“Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me”

“O Dio, abbi pietà di me, peccatore”

“Eccomi, Signore”

Quest’ultima è la risposta di Anania a Gesù in Atti 9. Ci sono molte altre occasioni (come ad esempio in Genesi 46 e in Esodo 3) in cui il popolo di Dio prega in questo modo. E’ una frase semplice che ci aiuta ad avvicinarci a Dio.

Prega mentre fai la doccia. Prega mentre cucini. Prega mentre ti vesti. Prega durante il tragitto al lavoro. Prega mentre lavori. Prega mentre giochi. Non cessare di pregare.

San Patrizio era famoso per aver insegnato agli Irlandesi le preghiere quotidiane. Puoi leggerne alcune qui. Questa è una preghiera Celtica per il risveglio, nota anche come la Corazza di San Patrizio:

“Mi alzo, in questo giorno che sorge,

Per una grande forza, per l’invocazione della Trinità,
Per la fede nella Trinità,
Per l’affermazione dell’unità
del Creatore del Creato.

Mi alzo in questo giorno che sorge
Per la forza della nascita di Cristo nel Suo Battesimo,
Per la forza della crocifissione e della sepoltura,
Per la forza della risurrezione e dell’ascensione …”

Fra Lorenzo scrisse pure: “Egli non ci chiede poi molto, se non di pensare a Lui di tanto in tanto, un piccolo atto di adorazione, a volte di implorare la Sua grazia, a volte di offrirgli le nostre sofferenze, altre volte di ringraziarlo per le grazie, passate e presenti, che Egli ci ha concesso, e di trovare conforto in Lui nelle nostre afflizioni il più possibile. Rivolgi il tuo cuore a Lui quando prendi cibo e quando sei in compagnia; ogni ricordo, benché piccolo, sarà sempre ben gradito da Lui. Non c’è bisogno di parlare a gran voce; Egli è più vicino di quanto pensiamo”.

Egli s’immaginava di essere un mendicante coperto di piaghe che va da Dio, il grande re. Poi ritraeva Dio che lo accoglieva benignamente. Scrive: “Questo Re, pieno di bontà e di misericordia, lungi dal castigarmi, mi accoglie con amore, mi fa mangiare alla Sua tavola, mi serve con le Sue mani, mi offre le chiavi dei Suoi tesori e mi tratta come il Suo prediletto. Egli parla con me e si diletta grandemente in me; Egli mi perdona e mi libera dalle mie cattive abitudini morali senza parlarne”.

Lorenzo definì queste preghiere quotidiane: “Piccoli atti di adorazione interiore”.  

Nel suo commentario su 1 Giovanni, Martin Lloyd Jones scrisse alcuni spunti utili sulla preghiera.

“La prima domanda che Giovanni solleva è questa: che cos’è la preghiera? Non riuscirei a definirla meglio se non con le parole che troviamo alla fine di 1 Giovanni 3:19: ‘Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuri i nostri cuori davanti a lui’. Questa è la preghiera: andare davanti a Lui. Certo, siamo sempre alla presenza di Dio - ‘in lui viviamo, ci moviamo, e siamo’ (Atti 17:28) – e siamo sempre sotto il suo sguardo. Ma la preghiera è qualcosa di ancora più speciale. Pregare significa avere un ascoltatore speciale e andare immediatamente e direttamente a Lui – ‘davanti a lui’. Nella preghiera voltiamo le spalle a tutto il resto, escludiamo tutto il resto, per incontrarci faccia a faccia da soli con Dio. E’ per questo motivo che non è possibile spiegarla oltre; è solo questo. Quando m’inginocchio per pregare, in un certo senso non sto facendo nulla, mi sto sottomettendo, mi sto abbandonando a Lui”.

Un modo per fare questo è prendere un salmo ogni giorno e usarlo come guida. Raccomando di iniziare oggi dal Salmo 3.

Che cosa succede quando lo facciamo?

In una delle mie preghiere quotidiane dell’anno scorso chiedevo a Dio di guidare la mia vita. Mi sentivo sopraffatto dai bisogni che vedevo intorno a me. La mia preghiera quotidiana era: “Signore, quale bisogno vuoi che io soddisfi?”

Un ingrediente importante della preghiera quotidiana è l’ascolto. Mentre ascoltavo Dio, egli mise nel mio cuore un fondatore di chiese nel Medio Oriente che conoscevo.

Iniziai quindi a mobilitare altre persone per benedire questo fondatore di chiese e collaborare nella sua attività a sostegno dei profughi Siriani. Chiesi conferma a due uomini della mia comunità missionale. Riconobbero che Dio ci stava guidando in questo, così organizzammo una pedalata per raccogliere fondi. L’abbiamo chiamata la “Pedalata per i Rifugiati”.

Pregavamo in continuazione mentre invitavamo la gente alla pedalata e le aziende locali a dare il loro contributo.

Grazie a queste preghiere quotidiane, con i proventi della pedalata riuscimmo a finanziare la costruzione di due case per due famiglie di rifugiati nel Medio Oriente. Il fondatore di chiese ne costruì una durante l’estate. Io e uno degli uomini della mia comunità missionale costruimmo la seconda a dicembre. Tutto ebbe inizio con le preghiere quotidiane a casa mia, nel tragitto casa-lavoro, mentre rispondevo alle email o portavo a passeggio il cane del vicino.

Non cessare di pregare. Dio ha fatto questa promessa: “Invocami, e io ti risponderò, ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci” (Geremia 33:3).


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