Il problema che sta dietro ai fallimenti morali dei pastori è il narcisismo?

Come mai la chiesa ha assistito al fallimento morale di così tanti leader negli ultimi anni? Anche se le ragioni per la recente ondata di fallimenti sono molte, la ragione più menzionata è certamente il narcisismo. 

Nel suo libro When Narcissism Comes to Church, Chuck DeGroat afferma che il narcisismo è comune specialmente tra i pastori perché spesso essi godono di un alto profilo. DeGroat afferma che i narcisisti bramano il potere, desiderano essere ammirati e vogliono un palcoscenico dove mettersi in mostra, e che le chiese scelgono “leader celebrità” narcisistici perché appaiono in confezioni “luccicanti”, pieni di “fiducia, forte leadership, chiara visione” (vedi capitoli 1 e 4).

Privi come sono di empatia, i narcisisti possono approfittarsi delle persone e demoralizzarle. Ammaliano i loro collaboratori, per poi disfarsene una volta che non servono più. Inoltre, i narcisisti pensano di non sbagliare.

Di conseguenza, quando qualcuno esorta un pastore narcisista a ravvedersi, egli lo considera un attacco gratuito, e la rabbia segue. La chiesa che ha subito il fascino del pastore narcisista e ha goduto dei suoi talenti è invece propensa a difenderlo.

DeGroat ha scoperto il colpevole dei fallimenti pastorali? Considerato che tutti gli uomini sono imperfetti e peccatori, è indubbiamente vero che la chiesa attrae leader imperfetti. Ma è vero che la chiesa attrae soprattutto persone affamate di potere e narcisiste?

L’ego è un problema 

La Scrittura condanna le persone egoiste che amano di più se stesse. Gesù sapeva bene che spesso i capi religiosi cercano status e potere. In Matteo 23:1–15, egli dice che gli uomini cercano lo status, l’autorità e i titoli (come “rabbi” e “padre”) che la leadership spirituale conferisce.

L’amore di sé è in cima all’elenco di Paolo dei peccati in 2 Timoteo 3:2–4: “Perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio”. Notiamo che l’elenco inizia e termina con falsi amori. Le persone amano se stesse, il denaro e il piacere anziché Dio. Donald Guthrie ha giustamente affermato: “La corruzione morale è il risultato di un amore rivolto nella direzione sbagliata”. Anche se si pensa che l'enfasi odierna sui pastori narcisisti faccia tendenza e sia esagerata, fatto sta che Paolo condanna gli egoisti che mettono se stessi al primo posto perché amano se stessi più degli altri. I peccati che Paolo nomina—orgoglio e linguaggio offensivo—assomigliano certamente al frutto dell’egoismo.

È narcisismo parlare da parte di Dio? 

Il narcisismo è sicuramente un peccato e i pastori, come chiunque altro, possono cedere ad esso. Ma è vero che la chiesa attira soprattutto i narcisisti? Se sì, perché?

DeGroat asserisce che “la grande maggioranza dei candidati al ministero” rientra in uno spettro di “disturbi della personalità che presentano in modo particolare tratti narcisistici”. Egli aggiunge che il tasso di narcisismo è “ancora più alto tra i fondatori di chiesa” (19). Per quale motivo? DeGroat cita un collega anonimo che afferma: “Il ministero attira come una calamita chi ha una personalità narcisista. Chi altri vorrebbe parlare da parte di Dio ogni settimana? Mentre la grande maggioranza della gente ha problemi a parlare in pubblico, . . . i pastori lo fanno regolarmente [e] con ‘autorità divina’” (19).

Il libro di DeGroat sul narcisismo è molto utile per chi ha a che fare con dei leader narcisisti. Tuttavia, potremmo mettere in discussione le sue affermazioni sulla predominanza del narcisismo nella chiesa. Se la maggior parte delle persone che affermano di parlare da parte di Dio hanno tendenze narcisistiche, questo significa che la maggior parte dei profeti, degli apostoli, dei dottori e dei predicatori nella storia erano narcisisti (Efesini 4:11–16)? Quando DeGroat è d’accordo con un collega che pensa che solo un narcisista può voler “parlare da parte di Dio”, egli mette in discussione le motivazioni di tutti i predicatori e rende il concetto di “predicatore devoto” quasi un ossimoro.

La Scrittura offre una motivazione alternativa per predicare. Paolo spiega che gli uomini predicano quando Dio li equipaggia e li chiama a farlo: “Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro” (2 Cor. 5:20). Nella Bibbia, Dio mette da parte alcune persone affinché predichino con autorità nel suo nome (Atti 5:42; 9:15; Romani 10:14–15). Paolo esorta Timoteo, la cui colpa non era quella di mettersi in bella mostra ma di essere timido, con queste parole: “Predica la parola, insisti in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera, esorta” (2 Tim. 4:2).

I pastori hanno bisogno di un ‘sano narcisismo’

A dire il vero, alcuni insegnanti e predicatori sono narcisisti. Mike Cosper ha spiegato in modo brillante il ruolo del narcisismo nella caduta di Mark Driscoll e Mars Hill Church. Molti altri leader sono diventati incredibilmente egocentrici, seducendo i membri della loro congregazione e abusando del loro potere. Se i timori legati al narcisismo e al fallimento morale portano le chiese ad evitare di nominare leader che hanno più doni che un carattere biblicamente sano, ciò è salutare. Se ci guardiamo dal ferire i pastori concedendo loro privilegi da un lato e criticandoli spietatamente dall’altro, anche questo aiuterà la chiesa.

Il commento “il ministero è una calamita per chi ha una personalità narcisistica” appare all’inizio del libro di DeGroat. Più avanti, egli afferma che lo spettro narcisistico include “un sano narcisismo” caratterizzato da “fiducia piuttosto che certezza” oltre a empatia, umiltà e curiosità (36). Avrei preferito che DeGroat avesse menzionato il sano narcisismo dopo aver affermato che la “grande maggioranza" dei candidati al ministero pastorale sono narcisisti. Il fatto di non aver menzionato e spiegato ciò che un certo numero di persone considera una qualità positiva rischia di lasciare il lettore sospettoso della leadership pastorale.

Ernest Becker dice: “Un livello pratico di narcisismo è inseparabile dalla stima di sé e da un fondamentale senso del proprio valore”. Gli psicologi legano un “sano narcisismo” alla giusta autodifesa, al senso di auto-iniziativa, al giusto rispetto di sé e alla volontà di fare progetti.

Potremmo nutrire dei dubbi sul termine “sano narcisismo” (sarebbe auspicabile un termine migliore) ma una sana autostima è necessaria per i leader. Chirurghi, politici, atleti professionisti e amministratori delegati hanno bisogno di fiducia. Hanno bisogno di credere di poter dare il loro contributo al mondo. I leader hanno bisogno di sentirsi competenti, di avere voce in capitolo e una missione da compiere.

In particolare, i pastori hanno bisogno di coraggio e impavidità per affrontare la disapprovazione, l’opposizione, la riluttanza, i boicottaggi e le campagne diffamatorie. Se la fiducia è uno degli aspetti di un “sano narcisismo”, i predicatori ne hanno bisogno, affinché non vacillino a causa delle critiche.

Riconsideriamo la questione 

Verso la fine del libro, DeGroat afferma giustamente: “Nuotiamo nelle acque del narcisismo”, e auspica che ognuno “esamini il proprio narcisismo” (167–70). Varie fonti mettono la medicina, l’intrattenimento, lo sport, i media, le forze dell’ordine, la politica, la dirigenza aziendale, la leadership religiosa e il mondo accademico tra i campi che attirano i narcisisti. Chiunque guidi o si rivolga ad un pubblico ha bisogno di una certa dose di fiducia e della capacità di convincere le persone.

Quindi se riconsideriamo le domande “Il problema che sta dietro ai fallimenti morali dei pastori è il narcisismo?” e “La chiesa attrae i narcisisti?” possiamo rispondere: “Un sano narcisismo si dimostra utile in molti campi” e “La maggior parte dei leader sono tentati di abusare della loro fiducia in se stessi e nella loro capacità di conquistare la gente, ma possono resistere a questa tentazione”.

Mentre alcuni predicatori amano essere al centro dell’attenzione, altri lo detestano. Alcuni leader—come Timoteo e molti dei profeti (Isaia 6; Geremia 1; Amos 7)—erano riluttanti a parlare da parte di Dio. Molti pastori possono testimoniare di avere resistito alla chiamata di Dio. Per essi, il fatto di dover predicare li porta a dubitare di sé e all’autocritica. Tuttavia, essi perseverano perché credono che Dio li ha chiamati.

Certo, alcuni pastori sono malati di narcisismo, ma il ministero pastorale presenta altri pericoli. Alcuni giovani pastori si mettono continuamente in discussione. Nelle recenti autovalutazioni svolte nel seminario che dirigo, i candidati al ministero sembrano più propensi ad evitare il potere e i riflettori che a sfruttarli a loro vantaggio. Come molti pastori nel corso dei secoli, essi hanno bisogno di trovare fortezza d’animo in Dio. A tal fine, considerarsi fiduciosamente “ambasciatori per Cristo” (2 Cor. 5:20) appare una cosa corretta ed essenziale da fare.


Dan Doriani (MDiv, PhD, Westminster Theological Seminary; STM, Yale Divinity School, Research Fellow, Yale University, 1981, 1995) è professore di teologia e vicepresidente del Covenant Theological Seminary. Ha scritto diciassette libri sull’esegesi e sull'etica biblica, ed è il fondatore e il presidente di Center for Faith and Work, St. Louis. Per cinque anni è stato anche il pastore di una chiesa molto piccola e per undici anni di una chiesa molto grande. Ha tre figli e tre nipoti.

DISCLAIMER: Gli articoli postati da Impatto Italia esprimono le posizioni e la sensibilità dell’autore.

Il presente articolo è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale è proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

L’uso del presente articolo è autorizzato dall’editore originale ©TGC. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://www.thegospelcoalition.org/article/narcissism-pastors-moral-failures/

© IMPATTO ITALIA

Dan Doriani