Il duro lavoro della contestualizzazione

Durante il mio primo viaggio a Belfast andai a vedere una mostra di opere d’arte che furono realizzate durante il conflitto nordirlandese (The Troubles), un periodo di 38 anni di violenza e tensione tuttora avvertibile nella città. Quel fine settimana stavo predicando in una chiesa che stavamo sostenendo e fui molto colpito nel constatare che, nonostante parlassi dei bisogni umani e della verità biblica e parlassi (perlopiù) la stessa lingua, non avevo veramente idea di quello che la gente del posto avesse vissuto e sperimentato.

La predicazione migliore non sono i discorsi ricercati che ascoltiamo alle conferenze, né le lezioni teologiche che leggiamo, ma è quella che apre la Parola di Dio per applicare la bellezza, la maestà e la verità del Vangelo in un luogo particolare, in un momento particolare, ai cuori di persone particolari. La Parola di Dio vivente ed efficace non è impolverata o antiquata. Mostrare come la verità transculturale del Vangelo parla ai timori, al senso di vergogna e di disperazione, ai sogni e alle speranze di chi ci ascolta è il duro lavoro che chiamiamo contestualizzazione.

I fondatori di chiese possono essere tra le persone più innovative al mondo dal punto di vista missionale. Tuttavia, pensare che il bisogno principale sia quello di metodi innovativi può portare a escogitare solo degli sciocchi espedienti. La vera innovazione nella fondazione di chiesa viene attraverso il duro lavoro di conoscere le persone e il luogo in cui Dio ci ha messi come suoi testimoni. Ma c’è un punto critico in tutto questo. Non possiamo compromettere l’autorità e la sufficienza della Scrittura. A volte il nostro desiderio di essere rilevanti può sconfinare nel sincretismo. Dall’altra parte, il nostro sforzo di evitare il sincretismo può renderci irrilevanti.

Può essere utile definire alcuni termini:

  • Il sincretismo si ha quando il desiderio di essere rilevanti porta ad abbandonare la verità del Vangelo. La storia cristiana è piena di esempi, ma può anche essere molto più insidioso. Alla radice, il sincretismo battezza l’idolatria con una terminologia cristiana. Succede oggi nella politica di parte e nel settarismo, nel vangelo della prosperità, o ogni volta che adattiamo la verità di Dio alle categorie imposte da sistemi umani.

  • Il fondamentalismo è una spinta al separatismo per preservare la purezza del Vangelo ed evitare il sincretismo. Pensare di non essere influenzati dal tempo e dallo spazio è una bugia terribile. Vivere da separatisti senza avere il senso della chiamata a servire le persone che ci circondano significa trascurare la chiamata della chiesa ad essere un regno di sacerdoti, a vivere come stranieri e pellegrini.

  • Il ritiro è una terza realtà per troppe persone, che consiste nell’abbandonare la verità della Scrittura e la sua rilevanza per noi e i nostri vicini. Si ha nel cristianesimo culturale, che svuota la testimonianza cristiana di ogni potenza rinunciando sia alla verità del Vangelo sia alla sua rilevanza nella vita delle persone. Si presenta anche nel decostruzionismo.

  • La contestualizzazione rimane fedele alla verità del Vangelo e alla sua potenza transculturale di raggiungere tutti i popoli, con la convinzione che ogni domanda trova la sua risposta suprema in Cristo.

L’apostolo Paolo contestualizzava

Ovunque andasse, l’apostolo Paolo viveva nella libertà di “[farsi] ogni cosa a tutti, per salvarne ad ogni modo alcuni” (1 Corinzi 9:19-23). Questa flessibilità missionale determinava il modo in cui egli interagiva con Giudei e Greci, e nelle città dell’Impero Romano. Nelle sinagoghe, Paolo poteva aprire le Scritture e mostrare che esse parlavano di Gesù ed erano state adempiute in lui. Fuori dalle sinagoghe, tale approccio non avrebbe avuto alcun senso perché alla gente non interessava sapere come le Scritture Ebraiche del vecchio patto si armonizzassero.

Ad Atene, vediamo qualcos’altro sull’approccio di Paolo (Atti 17). Egli andava nei mercati delle città per ragionare con chiunque trovasse lì, linguaggio che era usato anche per descrivere Socrate. Egli interagiva con i filosofi, imparando il loro modo di pensare, e citava i loro poeti. In breve tempo, Paolo era in grado di scoprire l’idolatria della città ma anche di trovare un terreno comune senza avere paura di affrontare gli idoli con il Vangelo.

Contestualizzare il Vangelo oggi

Non c’è nulla da temere. La mia città, Washington, può sembrare minacciosa. Spesso mi domando che cosa stesse pensando Dio nel chiamarmi qui, ma amo questo posto. Amo la gente del mio quartiere. Individuare l’idolatria della nostra città non è difficile, ma è diverso dal penetrare nei cuori delle persone. Il Vangelo di Cristo parla di tutto ciò. Col tempo, ho imparato come mostrare questo in modi che le persone possono capire.

Usa la tua voce per raggiungere gli abitanti della tua città. Dio non ha chiamato Tim Keller, Matt Chandler o Eric Mason nella tua chiesa. Egli ha chiamato te. Impara da altri pastori, ma non cercare di replicare i loro ministeri. Nessuno meglio di te può capire quali sono le speranze e le paure della gente del posto in cui vivi. Impara il contesto, conosci l’idolatria che sta alla base della vita e dei ritmi del luogo in cui vivi, e poi poni domande ben ponderate che indichino la risposta e la speranza suprema che abbiamo in Gesù Cristo.

Più ti applichi al buon lavoro di contestualizzare il Vangelo, meno è probabile che tu cada negli errori del sincretismo, del fondamentalismo o del ritiro. Col tempo, contestualizzare diventa più naturale. Sia in un luogo sconosciuto come Belfast che a casa mia a Washington: “Dio dunque, passando sopra i tempi dell'ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo che egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti risuscitandolo dai morti” (Atti 17:30-31).


Bill Riedel è il fondatore e il pastore principale della chiesa Redemption Hill a Washington, D.C. Ha ricevuto la formazione formale presso Trinity International University (BA) e Trinity Evangelical Divinity School (MDiv), e serve nel ministero dal 1998. È direttore di zona di Acts 29 per il District of Columbia e fa parte del team direttivo di Acts 29 North Atlantic, ed è anche membro del consiglio di distretto di EFCA. Puoi seguirlo su Twitter.

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