Il dardo della morte ha uno scopo

[Quanto segue è un breve e, si spera, edificante incoraggiamento per i credenti a trattare biblicamente il tema della morte e incoraggiare in modo Cristocentrico quelli che stanno soffrendo per la morte di una persona cara]

Molto spesso quando una persona muore la gente si consola dicendo cose come: “Ha vissuto una vita lunga e bella”. Anche se questo può essere vero, molte volte usiamo una frase come questa per mitigare il dolore inflitto dal dardo della morte. Anche noi cristiani possiamo avere un atteggiamento di arresa alla morte come se fosse una cosa naturale, e di conseguenza la accettiamo come una cosa normale. Tuttavia, quando leggiamo la Bibbia, la morte non ci viene presentata come qualcosa di naturale ma come qualcosa che ha invaso la creazione buona di Dio. In realtà, la Bibbia presenta la morte in termini pressoché antagonistici, arrivando a definirla un nemico.

Quando Dio creò il mondo, lo dichiarò ‘buono’, infatti, in Genesi 1:31, Dio dice che è ‘molto buono’. L’umanità, insieme al resto della creazione, viveva in accordo con il disegno divino, ossia dare piacere a Dio. Non c’erano cose come la morte o il cordoglio, ma c’era solo gioia; perché lì l’uomo godeva la presenza di Dio e il suo desiderio principale era quello di piacere a Dio.

Poco dopo la creazione, il giardino diventa il teatro di una grande ribellione. Nel governo di Dio sulla sua creazione vi erano alcuni parametri da rispettare. L’umanità, ribellandosi, ignorò ciò che Dio aveva detto e fece ciò che essa voleva fare, cercando il piacere al di fuori di Dio, cioè nel peccato. Il peccato provoca l’ira di Dio perché esso è un attacco al suo carattere. Spesso consideriamo il peccato come una cosa che riguarda le altre persone, e il peccato certamente danneggia gli altri, tuttavia, esso è principalmente un attacco contro il nostro Creatore. Il peccato, nella sua essenza, è disaccordo con Dio su ciò che egli dice essere buono, è cercare il piacere al di fuori di Dio. Il peccato è più che un semplice disaccordo su una questione, è una dichiarazione di guerra. È come dire al Re che lui ha torto e che noi abbiamo ragione.

Come è noto, questa ribellione non passò inosservata e non rimase impunita. Dio, essendo giusto e retto, doveva punire il peccato, così nella sua giustizia egli lo giudicò. Come dice la Scrittura: “Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Romani 5:12)

Dio dice anche che “il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23). Questo giudizio di Dio è visibile molto chiaramente quando una persona muore, perché quando pensiamo biblicamente comprendiamo che la morte fisica che piangiamo ai funerali è essenzialmente un risultato della ribellione contro Dio, ribellione dalla quale nessuno di noi è escluso.

Un altro orribile modo in cui il peccato ha terribilmente colpito ognuno di noi è con quella che la Bibbia chiama morte spirituale. Ciò significa che siamo incapaci di meritare il favore di Dio. In Efesini capitolo 2, Paolo ci dice che siamo morti nelle nostre colpe e nei nostri peccati. Questa situazione è particolarmente problematica perché non possiamo uscirne fuori da soli. Infatti, non possiamo evitare la morte spirituale più di quanto non possiamo evitare la morte naturale.

Il modo finale in cui Dio affronta il nostro peccato è con quella che va sotto il nome di morte eterna (Apocalisse 20:14-15). La Bibbia insegna che l’inferno dura per sempre. Questo perché un solo peccato commesso contro un Dio eterno porta una condanna eterna.

Tuttavia, c’è Uno che ha sconfitto questo spaventoso nemico. C’è Uno che ha il potere di distruggere la morte completamente. C’è Uno che è in grado di liberare l’umanità dalla morte. Questa è la buona notizia, questo è l’incoraggiamento, la speranza, la verità, e se la riceviamo e non la rifiutiamo, è anche la gioia, persino di fronte alla morte.

Il Signore Gesù Cristo, il Dio eterno in persona, in un punto nel tempo prese un corpo umano, e come dice la Bibbia, assunse la forma di un servo. Gesù disse che egli non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti (Marco 10:35). In che modo ha servito? Senza averne l’obbligo, ha vissuto una vita perfetta. Egli ha amato Dio in modo perfetto e ha obbedito a Dio in modo perfetto. Lo ha fatto come sostituto per peccatori come me e te. A causa del peccato e della morte spirituale, noi non amiamo Dio perfettamente e non gli obbediamo perfettamente e questo è il motivo per cui esiste la morte.

Gesù disse che egli ha servito dando la sua vita come riscatto. Nella cultura biblica il riscatto era un prezzo che veniva pagato a colui che aveva il potere di liberare, e spesso esso era riferito agli schiavi. Essendo schiavi del peccato, abbiamo bisogno di un riscatto che non siamo assolutamente in grado di pagare!

Gesù, essendo perfetto, non solo visse una vita perfetta ma morì anche di una morte perfetta. Egli volontariamente andò alla croce per dare la sua vita per i peccatori. Se la morte è innaturale per noi quanto di più lo è per Dio!! Come Stephen Charnock ha detto: “Quanto orribile è il peccato se Dio ha dovuto spargere il suo sangue per porvi rimedio?”

Sulla croce, Gesù, come dice la Bibbia, è diventato peccato per noi. Questo significa che, benché egli non avesse mai peccato, egli subì tutto il giudizio che spettava a dei peccatori come me e te. Lo scopo benevolo, amorevole e misericordioso di Dio in questo è che egli potesse perdonare e liberare dalla morte tutti quelli che credono in Gesù. Gesù fu trattato come un peccatore (anche se egli era perfetto!!) affinché Dio potesse giustamente trattare dei peccatori come noi come se fossimo perfetti (anche se siamo imperfetti)!! I meriti di Gesù ci vengono imputati. Prima di morire, Gesù gridò: “È compiuto!”. Il debito è stato pagato e la morte è stata sconfitta per quelli che credono in lui.

Citiamo Gesù in un paio di occasioni:

Giovanni 8:51: “In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte”.

Giovanni 11:25-26. Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?»

Nessuno dice cose come queste. Una persona del genere o la consideri un pazzo, o ti inchini e la adori come Re. Non c’è una via di mezzo.

Il peccato è devastante. Quando arriva la morte, essa testimonia questo. Ad ogni modo, per quanto orribili siano il peccato e la morte, tutti devono sapere che sono stati sconfitti dal glorioso Salvatore, Gesù Cristo. Gesù sta chiamando tutte le persone e quanti sono afflitti dalla morte di andare a lui per il perdono dei loro peccati, e nel fare ciò, di abbandonare ogni tentativo di meritare il favore di Dio con la religione o la moralità, e di considerare la sua morte perfetta come l’unico mezzo di salvezza dalla morte.

La morte è un dardo che fa male, ma questo dardo ha uno scopo. La morte serve a ricordarci il nostro peccato, la giustizia di Dio e l’imminente appuntamento davanti al tribunale della giustizia. Noi credenti non dobbiamo quindi cercare di mitigare il dolore della morte offrendo consolazioni sentimentali e melliflue che non sono in grado di dare vero conforto, piuttosto dobbiamo presentare il Salvatore, il Signore Gesù, il solo che ha sconfitto la morte e offre la vita e il vero conforto a quelli che vanno a lui. È in lui e solo in lui che il cuore addolorato può essere veramente confortato e condotto alla gioia anche in mezzo al dolore.


Erik Raymond è il pastore senior della Redeemer Fellowship Church a Boston. Lui e sua moglie Christie hanno sei figli. Ha un blog, Ordinary Pastor. Puoi trovarlo su Twitter su @erikraymond.

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