Il compito principale del pastore: custodire il proprio cuore

I pastori sono generalisti. Essi sono competenti e qualificati in numerose aree: predicazione, teologia, cultura, counseling e così via. Va bene essere un pastore generalista, ed è bello essere impegnati con le cose del Signore. 

Ma c’è un pericolo in questo. Più sono le tue responsabilità, più sono numerosi gli impegni del tuo ministero. Più sono numerosi gli impegni del tuo ministero, più grande è la tentazione di trascurare la cosa più importante: il tuo cuore. 

Ho sperimentato questo di recente. Una domenica sera ero seduto nel mio studio e guardavo l’agenda della settimana successiva. La mia agenda pastorale settimanale era la solita: un po’ di counseling, la preparazione del sermone, raccolta di fondi, riunioni e discepolato. Niente di straordinario. Ma ero ansioso e mi sentivo sopraffatto, e questo si ripercuoteva nelle mie relazioni. Quando mia moglie mi fece notare questo, sapevo di dovermi ritagliare del tempo per stare con il Signore per ricalibrare la mia vita. 

Decisi di mettere da parte quattro ore alla settimana per cercare il Signore nella Parola e nella preghiera. Durante quel tempo, Dio mi portò provvidenzialmente in mente un versetto che avevo letto molte volte prima. Proverbi 4:23 dice: “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita”. 

Lo Spirito fece una diagnosi precisa del mio cuore in quel momento. Il problema non era la mia agenda; era il mio cuore. Non lo avevo custodito. “Il cuore” è il modo in cui la Bibbia descrive la “vita interiore”—la mente, le emozioni e la volontà. Il cuore è alla base di tutto. Questo breve versetto ha tre parti che noi pastori dovremmo considerare riguardo la nostra opera principale: che cosa dobbiamo fare (custodire il nostro cuore), come farlo (più di ogni altra cosa) e perché dobbiamo farlo (poiché da esso provengono le sorgenti della vita). 

Custodisci il tuo cuore

Custodire significa coltivare, proteggere, sorvegliare e prestare particolare attenzione al tuo cuore. È così che trattiamo i nostri beni più preziosi. Se non li sorvegliamo e li proteggiamo, finiranno per essere danneggiati o rubati. Se non ci prendiamo amorevolmente cura di loro, essi ne risentiranno. Ed è proprio questo che Dio ci comanda (non suggerisce) di fare con i nostri cuori. Quando ho fatto i conti con Proverbi 4:23, mi sono reso conto quanto mi ero concentrato sulle cose esteriori della mia vita e del mio ministero a spese della mia vita interiore.

Custodire il cuore non è una chiamata all’introspezione egocentrica ma ad una autoconsapevolezza centrata su Gesù. Prestiamo molta attenzione alla nostra vita interiore così da poter applicare la pienezza di Cristo e della sua opera ai nostri cuori. Pastore, questa è l’opera principale alla quale Dio ti ha chiamato. Puoi essere un generalista in molte aree, ma devi essere uno specialista nel custodire il cuore. 

Più di ogni altra cosa

Come portiamo avanti questa chiamata? Con ogni vigilanza—attentamente, con costanza e diligenza come la nostra priorità assoluta. I pastori e i fondatori di chiesa sanno cos’è la vigilanza. Siamo fundraiser vigilanti, missionari diligenti e facitori di discepoli persistenti. Ci piace la simbologia di Paolo dei servitori del Signore come buoni soldati, abili atleti e agricoltori laboriosi (2 Tim. 2:1–7). Ma non possiamo dimenticare che tale vigilanza deve iniziare nelle nostre anime così da poter essere fortificati dalla grazia di Cristo Gesù e badare a noi stessi e alla sana dottrina (2 Tim. 2:1, 1 Tim. 4:16).

In termini pratici, questa vigilanza richiede più di un tempo di comunione con Dio e un piano di lettura biblica. Nel mio mini-ritiro di quattro ore, mi resi conto di aver trascurato di rendere conto della mia vita con dei fratelli fidati. Avevo bisogno che gli altri mi facessero vedere le cose che non andavano bene nella mia vita e mi facessero domande scomode. Custodire il proprio cuore più di ogni altra cosa significa ritagliarsi abitualmente del tempo per la confessione e il ravvedimento. Potrebbe voler dire prenderti una pausa dal ministero per lavorare sul tuo cuore. Potresti anche avere bisogno dell’aiuto di un counselor. Sii vigilante, a qualunque costo.

Le sorgenti della vita

Ogni cosa che pensi, dici e fai è collegata alla condizione della tua vita interiore. Ecco perché essere vigilanti nel custodire il proprio cuore è fondamentale; se non dimoriamo in Cristo, non possiamo fare niente che abbia un significato duraturo ed eterno (Giovanni 15:5). Se il cuore non è radicato in Cristo e nel suo amore, i venti delle difficoltà ci spazzeranno via (Salmo 1). L’orgoglio dei nostri cuori ci ingannerà (Abdia 1:3).

Mentre lo Spirito Santo mi convinceva del mio fallimento nel custodire il mio cuore, allo stesso tempo mi consolò con questa verità: custodire il mio cuore in ultima analisi non dipende da me. So quanto velocemente il pozzo si sarebbe prosciugato se questo fosse vero. Ma Gesù ha promesso in Giovanni 7:38: “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. 

Dopo aver ricalibrato il mio cuore, le mie circostanze non cambiarono molto nelle settimane successive. Gli alti e i bassi della vita e del ministero continuarono, ma camminai con una rinnovata consapevolezza che quando collego la conduttura del mio cuore a Cristo per fede, le sorgenti del suo Spirito scorrono attraverso di me in ogni area della mia vita.  

Se coltiviamo la nostra vita interiore, saremo preparati per affrontare qualunque cosa ci capiti (tutti gli alti e i bassi della vita e del ministero) con umiltà e determinazione. Pastore, custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso provengono le sorgenti della vita. 


Kevin Sanders è sposato con Lauren, la sua fidanzatina delle scuole medie. Insieme, stanno crescendo sei meravigliosi figli. È uno dei pastori della Seven Mile Road Church a Waltham, vicino a Boston. È anche il Direttore esecutivo del Boston Center for Biblical Counseling e fa parte del team di cura pastorale di Acts 29.

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