I metodi evangelistici cambiano, ma Gesù non cambia

Sono cresciuto alla fine degli anni ‘80, un periodo che poteva vantare bella musica, grandi capelli e la fine della Guerra Fredda. Durante quegli stessi anni, la chiesa celebrava l’evangelizzazione. Le quattro leggi spirituali di Bill Bright e Evidenze che richiedono un verdetto di Josh McDowell dominavano la scena. Questo approccio basato sulle evidenze portò frutto in una società moderna, e i leader cristiani furono tentati a dare per scontato che se potevamo condividere i fatti e annunciare il pieno evangelo, le nostre argomentazioni razionali avrebbero facilmente condotto i perduti a Cristo.

Ma così come gli U2 e Cyndi Lauper lasciarono il posto a nuovi artisti musicali, col cambiare dei tempi i vecchi metodi evangelistici furono rimpiazzati. Non è una cosa negativa. È una bellissima realtà. Il passaggio nella nostra cultura da una mentalità moderna a postmoderna o persino post-cristiana richiede un cambiamento dei metodi con cui si condivide il Vangelo. Ma anche se i metodi cambiano, la Bibbia offre fiducia per credere che Gesù è lo stesso ieri, oggi e in eterno. La sua buona notizia era rilevante per Martin Lutero a Wittenberg come lo era per il punk rocker negli anni ‘80, ed è rilevante anche per coloro che oggi si definiscono “spirituali ma non religiosi”.

Il passaggio alla cultura postmoderna

Quando gli anni ‘80 cedettero il passo agli anni ‘90 e 2000, i capelli ondulati e la verità oggettiva passarono di moda. La postmodernità prese il centro della scena. Invece di leggi spirituali, la gente parlava di verità che possono “funzionare per te, ma non per me”. Evidenze che un tempo richiedevano un verdetto ora erano considerate relative.

I cambiamenti epocali del postmodernismo inizialmente hanno gettato nel panico i leader di chiesa, ma poi essi hanno scoperto che i pericoli del postmodernismo erano accompagnati da opportunità. Allorché la scossa di assestamento del ridimensionamento delle rivendicazioni di verità del postmodernismo fu avvertita dalla cultura popolare, l’approccio della chiesa all’evangelizzazione è cambiato. Il fulcro dell’evangelizzazione è passato da proclami teologici a conversazioni sulla grande storia della Scrittura, e i credenti hanno imparato nuovi modi di interagire con le emozioni delle persone e non soltanto con le loro credenze fattuali.

Abbiamo scoperto che i sentimenti, le storie e il dialogo si adattano bene alla buona notizia. Dopotutto, Dio è il Creatore delle emozioni, dei desideri, della comunità e delle conversazioni. Egli è il divino Autore della più grande storia mai raccontata: la storia della vita, della morte e della risurrezione di Gesù per tutti coloro che lo seguiranno.

Metodi che cambiano

Proprio quando i metodi evangelistici della chiesa finalmente iniziarono ad adeguarsi al nostro contesto postmoderno, nel 2020 e nel 2021 il mondo è cambiato nuovamente. Una pandemia, una profonda polarizzazione politica e divisioni razziali hanno catapultato la chiesa in acque culturali agitate. Condividere il Vangelo comporta nuove sfide, come l’iperindividualismo, la religione rimescolata e la cultura della cancellazione. Affrontare queste sfide richiede ulteriori cambiamenti ai nostri metodi evangelistici.

Una donna nella nostra chiesa ha un’amica non credente di vecchia data di cui lei si è sempre presa cura, per la quale ha costantemente pregato e con la quale ha condiviso il Vangelo sin dalla scuola media. Tuttavia, non sono state le conversazioni a sfondo apologetico a raggiungere la sua amica. È stata invece l’amicizia fedele e l’ospitalità di questa sorella a portare la sua amica a vedere il ciclo senza speranza della cultura della cancellazione alla luce del Vangelo. Ora lei sta iniziando a capire che l’amore è diverso a causa di Gesù.

Due leader della nostra chiesa si sono incontrati con un giovane che si è autodefinito uno scettico “spirituale ma non religioso”. Quest’uomo era post-cristiano e biblicamente ignorante, perciò non abbiamo iniziato parlandogli dell’intera metanarrativa del Vangelo. Nel suo caso, l’evangelizzazione è consistita in un lento discepolato a 360 gradi. Dopo aver avuto molte conversazioni sulla Bibbia, egli sta iniziando a capire che la solitudine che avverte rivela un profondo desiderio di appartenere alla famiglia di Dio.

Un terzo amico era incuriosito da Gesù, ma la sua formazione secolare e la sua mentalità individualista lo tenevano distante. Nessuna presentazione del Vangelo riuscì a conquistarlo a Cristo. Fu solo quando venne tradito dalla moglie e incontrò l’attraente audacia degli amici e della famiglia che egli riconobbe il suo bisogno di Dio e della comunità e sperimentò la potenza del perdono di Dio.

La speranza del Vangelo resta salda

Anche se i metodi evangelistici possono cambiare da decennio in decennio, la nostra speranza per i perduti resta certa. Abbiamo la solida verità che Gesù edificherà la sua chiesa e che le porte dell’inferno non la potranno vincere (Matteo 16:18). Abbiamo la promessa che quello che è impossibile all’uomo è possibile a Dio (Luca 18:27). Siamo riportati al fondamento incrollabile che noi piantiamo e annaffiamo, ma Dio fa crescere (1 Corinzi 3:7). Mentre preghiamo il Padre, lo Spirito Santo intercede per noi, ed egli è all’opera per convincere il mondo di peccato (Romani 8:26, Giovanni 16:8). Le sfide inedite all’evangelizzazione saranno come pula soffiata dal vento, perché lo Spirito soffia dove vuole (Giovanni 3:8) per portare nuova vita.

In Atti 26, Paolo racconta al Re Agrippa la sua conversione. Nel versetto 14 ci sono due parole che potrebbero facilmente sfuggirci. Paolo dice: “Tutti noi cademmo a terra, e io udii una voce che mi disse in lingua ebraica: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". Il fatto che Gesù parlò in ebraico è importante perché questa era la lingua con cui Saulo è cresciuto. Agli immigrati che hanno vissuto per decenni in una nuova nazione si illuminano ancora gli occhi quando sentono qualcuno parlare la loro lingua natia. Anche se la lingua parlata dalla cultura può cambiare, lo stesso Gesù parla ancora, incontrando le persone nei loro luoghi e tempi unici.

Quando Cristo parla, egli accondiscende con ogni nazione, tribù e lingua. Egli parla intelligibilmente nella lingua degli eletti! Lo stesso Dio che ha conquistato il cuore di un ebreo figlio d’Ebrei parlerà attraverso la cultura della cancellazione, l’infedeltà e la spiritualità superficiale. Lo stesso Gesù che ha aperto gli occhi nel passato li riaprirà anche oggi e domani.


G’Joe Joseph sta fondando Center City Church a San Diego, California. È stato il direttore regionale di Campus Outreach a Greenville e San Diego. La sua passione è quella di parlare con i perduti e formare leader. Le sue attività preferite sono discepolare gli uomini, fare l’allenatore di baseball e softball per ragazzi e passare del tempo con sua moglie e i loro tre meravigliosi figli.

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