Efesini 2 ha cambiato la mia visione della predicazione

Rivedere le fotografie di quando si era più giovani può essere un’esperienza umiliante. (Ho una vecchia foto in cui ho i capelli a spazzola e indosso calzini dagli strani colori fluorescenti). La stessa cosa può essere vera nel rileggere vecchi sermoni.

Recentemente mi è stato chiesto di predicare su un brano in Atti quando mi accorsi di aver già predicato su quel testo, così ho tirato fuori il vecchio sermone per dargli un’occhiata. Non era malaccio, c’era qualche buona intuizione dal brano. Tuttavia, nel leggerlo avvertivo un certo disagio. Lessi altri sermoni dello stesso periodo per vedere se il risultato era lo stesso, e giunsi alla stessa imbarazzante conclusione: troppa esegesi, poco Gesù. Ahia.

A quel tempo non li avrei mai considerati dei sermoni modello, ma non li avrei nemmeno ritenuti particolarmente malvagi. Nel complesso ero soddisfatto di loro. Stavo insegnando il testo, e lo stavo facendo bene. Stavo cercando di guidare le persone a Cristo e far capire loro che la Parola poteva cambiare le loro vite, ma i miei sermoni sembravano nulla di più di commenti appassionati e amichevoli, cosa di cui sarei stato felice al tempo.

Ma questo risale a prima che Efesini 2 sconvolgesse la mia visione della predicazione.

Quando Cristo andò a Efeso

Qualche anno fa, stavo leggendo Efesini assorto nei miei pensieri. Non ho un approccio particolarmente sistematico nel leggere la Bibbia, ma credo di aver letto questa lettera qualche decina di volte nel corso degli anni. Ma questa volta, Efesini 2:17 catturò improvvisamente la mia attenzione: “Con la sua venuta [Cristo] ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini”.

Paolo sta parlando di come il messaggio del Vangelo è giunto per la prima volta ai suoi lettori a Efeso. “Voi che eravate lontani” è il modo in cui Paolo descrive i Gentili, mentre “quelli che erano vicini” sono i Giudei. Il Vangelo della pace è stupendamente giunto a entrambi i gruppi. Infatti, il punto più importante di Paolo qui è che lo stesso Vangelo ha reso questi due gruppi distinti una nuova umanità. Gesù ha creato un nuovo tipo di comunità.

Ma quello che mi ha colpito è stato chi è venuto e ha predicato: “Con la sua venuta egli ha annunciato la pace a voi”. Cristo è venuto e ha predicato agli Efesini. La grande domanda perciò è questa: quando è successo? C’è stato un momento nel ministero terreno di Gesù, non riportato nei quattro Vangeli, in cui egli ha fatto un salto nel Mediterraneo per fare una breve visita in Asia Minore e predicare lì?

No. Cristo è venuto e ha predicato quando il Vangelo è giunto per la prima volta a Efeso. Quando Paolo e i suoi compagni iniziarono a proclamare il messaggio cristiano, Cristo stesso venne e predicò. Egli ha predicato la pace agli Efesini.

Ciò che Cristo ha predicato

Ma c’è di più: Paolo ci aveva appena detto che “[Cristo] è la nostra pace” (v. 14). In lui vi è tutta la pienezza della shalom di Dio. Egli è il tema della predicazione, il contenuto del messaggio del Vangelo.

Perciò Cristo stava predicando Cristo agli uomini e alle donne di Efeso. Attraverso dei fallibili servitori umani, Gesù può predicare Gesù ai cuori di chi ascolta. Questo, come si è visto, è una realtà. E ora che so che lo è, come posso desiderare qualcosa di meno quando predico? O, nel caso contrario, quando ascolto un sermone? Come possiamo accontentarci di meno? Come potremmo?

Imparare a predicare Cristo

Ho sempre pensato che la predicazione consisteva semplicemente nell’insegnare, trasferire dati biblici dalla mia testa alla vostra. Mi è stata insegnata l’importanza di capire bene il significato del testo, e sarò sempre grato per la formazione che ho ricevuto. Paolo raccomanda di tagliare rettamente il testo biblico (2 Timoteo 2:15), proprio perché è possibile tagliarlo erroneamente. Un’esegesi competente e attenta è essenziale, ma non è sufficiente.

La conoscenza non basta. Comprendere il testo non basta. Tutte queste cose sono essenziali, ma nessuna di esse è sufficiente. Giacomo ci avverte che anche i demoni possono avere una dottrina corretta (Giacomo 2:19).

Quando apriamo la Parola di Dio al popolo di Dio, il nostro desiderio è che Cristo venga e si faccia conoscere ai cuori di chi ci ascolta— che egli predichi e che egli sia ciò che la gente ricorda del sermone.

Ero solito pensare che un sermone avesse un buon riscontro quando qualcuno mi ringraziava e diceva: “È stato un bel sermone”, o ancora meglio: “Era un brano stupendo”. Ma adesso il riscontro che desidero ascoltare di più è: “Abbiamo un grande Salvatore!”


Sam Allberry è un pastore, apologeta e oratore. È l’autore di 7 Myths About Singleness, Why Does God Care Who I Sleep With? e del più recente What God Has to Say About Our Bodies. Si sta trasferendo negli Stati Uniti per collaborare con la chiesa Immanuel Nashville, è un canonico teologo per la Chiesa Anglicana nel Nord America, e conduce (con Ray Ortlund) il podcast di TGC You’re Not Crazy: Gospel Sanity for Young Pastors.

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