Come la teologia biblica può aiutarci a comprendere tutta la Bibbia

La Bibbia è formata da 66 libri scritti da 40 autori divinamente ispirati nel corso di 1500 anni. Eppure essa insegna un unico messaggio riguardante la gloria di Dio nella creazione e nella salvezza degli uomini creati a Sua immagine. Ogni storia della Bibbia ci conduce al vangelo della morte e della risurrezione di Gesù Cristo, e una chiave che ci apre questa verità è conoscere la teologia biblica.

Le storie d’infanzia dell’Antico Testamento

Molti di noi sono cresciuti andando in chiesa, frequentando la scuola domenicale e imparando le storie dell’Antico Testamento come l’Esodo e il passaggio del Mar Rosso, Davide e Golia, Daniele nella fossa dei leoni, la Regina Ester e Mardocheo, e molte altre. Molte di queste storie hanno catturato la nostra immaginazione, ma nella maggior parte dei casi non eravamo in grado di inserirle nella storia più grande della Bibbia e di cogliere come esse puntassero alla croce e alla gloria di Gesù Cristo. È qui che viene in nostro soccorso la teologia biblica.

Una definizione di teologia biblica

Il termine stesso può confondere, dato che alcuni potrebbero pensare che indichi semplicemente la teologia basata sulla Bibbia, al contrario della teologia non biblica. Se così fosse, tutta la teologia buona potrebbe essere considerata teologia biblica. E la teologia biblica non è nemmeno un modo per dire: “La mia teologia è più biblica della tua”. Il termine teologia biblica ha un’accezione più ristretta:

La teologia biblica è un modo di accostarsi alla Bibbia e di comprenderla che riconosce che nonostante la Bibbia sia formata da vari generi letterari e sia stata scritta nel corso di secoli da quaranta autori umani, essa racconta un’unica storia su ciò che Dio sta compiendo nel mondo mediante Cristo.

La teologia biblica riconosce che la Bibbia contiene una serie di temi centrali che spaziano dalla Genesi all’Apocalisse, ciascuno dei quali ha la funzione di comunicare un messaggio unitario sulla persona e sull’opera di Cristo.[i]

Teologia biblica e teologia sistematica

Alcuni potrebbero essere familiari con il termine “teologia sistematica”, e potrebbero pure aver letto il libro divulgativo di Wayne Grudem sull’argomento. La teologia sistematica e la teologia biblica non sono in competizione tra loro. Al contrario, sono discipline complementari.

La teologia sistematica si accosta alla totalità dell’insegnamento della Bibbia, ponendosi la domanda: “Che cosa insegna la Bibbia riguardo il tema X?”.[ii] La teologia biblica, al contrario, si accosta alla Bibbia come storia che si dispiega, e segue lo sviluppo della rivelazione in essa contenuta. Il suo lavoro non è guidato solo dai temi, ma anche dal tempo e dalla cronologia… Essa osserva ed esamina “la grande storia” e la sua trama progressiva e presta attenzione al modo in cui ogni libro della Bibbia contribuisce ad essa… Essa osserva lo sviluppo dei concetti, gli schemi di pensiero, i simboli e le immagini che forse inizialmente hanno un significato allusivo ma che successivamente assumono un significato più profondo.[iii]

L’illustrazione del giardinaggio può aiutarci a comprendere questo punto. Un tema che vediamo in forma di seme in Genesi può diventare un alberello nell’Antico Testamento e arrivare al suo compimento solo secoli più tardi con l’avvento di Gesù Cristo.

Leggere la Bibbia come fece Gesù 

Potresti chiederti come possiamo scoprire questi temi e seguire la loro traiettoria nella storia della redenzione. Secondo Jim Hamilton, la risposta sta nel leggere la Bibbia come fece Gesù. Infatti, durante l’incarnazione, il nostro Signore non ha scritto nessuno dei libri che compongono il Nuovo Testamento, ma certamente ha mostrato ai Suoi discepoli come interpretare le Scritture, la storia della redenzione e gli eventi stessi di cui erano testimoni. Gesù stesso imparò, umanamente parlando, da Mosè e dai profeti. Pertanto, quando gli autori del Nuovo Testamento scrissero le loro pergamene, applicarono questi stessi principi interpretativi.

21 temi della teologia biblica

  • Benedizione/Maledizione

  • Vita/Morte/Risurrezione

  • Puro/Impuro/Santo

  • Luce/Tenebre

  • Creazione/De-creazione/Nuova Creazione

  • Matrimonio/Sposa/Sposo

  • Carestia/Mangiare/Bere/Digiunare

  • Essere nudi/Essere vestiti

  • Esodo/Esilio/Terra promessa

  • Progenie

  • Opposizione/Liberazione

  • Fecondità/Sterilità

  • Sofferenza/Gloria

  • Giardino/Deserto

  • Tabernacolo/Tempio/Dimora

  • Immagine di Dio/Idolatria

  • Gentili/Le nazioni

  • Re/Regno

  • Salvezza/Giudizio

  • Agnello/Sacrificio/Sostituto

  • Sacerdote/Sacerdozio

Il tema della creazione, de-creazione, nuova creazione

Genesi 1:2 ci dice che la terra era informe e vuota. Genesi 1-2 continua facendo un ritratto di Dio che crea ogni cosa dal nulla. Genesi 3, tuttavia, introduce la ribellione dell’umanità e il peccato che, in un certo senso, porta alla de-creazione. Vediamo questo modello ripetersi e svilupparsi in tutto il canone, cominciando dalla Genesi, con il racconto del diluvio, e ancora con la torre di Babele, in cui Dio “riparte da zero” due volte in seguito ad una nuova ribellione dell’umanità. Vediamo così cicli di creazione, de-creazione e ri-creazione. La nascita della nazione d’Israele per certi aspetti è un’altra immagine di creazione, in modo particolare sotto l’era del re Davide e di Salomone. E l’esilio di Israele dovuto alla sua ribellione al patto è, in un certo senso, una de-creazione.

Il tema della nuova creazione inizia ad affiorare più chiaramente nella croce e nella  risurrezione di Gesù Cristo, dove la Scrittura afferma che noi che crediamo siamo resi nuove creature (2 Corinzi 5:17). Ma questa realtà non sarà pienamente realizzata a livello cosmico fino ad Apocalisse 22 con l’inaugurazione dei nuovi cieli e della nuova terra.

Il tema della carestia e del digiuno

Pensiamo a quante volte nella storia redentiva le carestie hanno costretto clan e persone a migrare: una carestia costrinse Abraamo a scendere in Egitto in Genesi 12, e indusse i suoi discendenti a fare la stessa cosa in Genesi 46. In Rut 1, è ancora una carestia a spingere Elimelec a portare la sua famiglia a Moab.

Deuteronomio 28:23-24 ci aiuta a comprendere ancora di più il concetto di carestia. Questo brano descrive le benedizioni e le maledizioni che accompagnano la fedeltà o la disobbedienza al patto. Tra queste maledizioni troviamo la carestia. Lo stesso vale per il Salmo 107:33-34, che parla del giudizio attraverso la carestia. La fame e il bisogno fisico, d'altro canto, rimandano alla fame e al bisogno spirituale, come vediamo in Amos 8:11. Nelle Scritture, spesso la realtà fisica mira ad indicarci la realtà spirituale.

Viceversa, il Salmo 34:8 sviluppa l’immagine del digiuno: “Provate e vedrete quanto il SIGNORE è buono”. Questo salmo ci invita a liberarci dal timore del mondo, ad abbracciare il timore del Signore, a celebrarlo e a trovare rifugio in Lui. Lo stesso salmo, nel versetto 10, utilizza un’immagine simile per descrivere i beni che il Signore provvede a coloro che lo temono facendo un contrasto con la fame dei leoncelli.

Nel Salmo 23:5, Dio apparecchia un tavolo per noi in presenza dei nostri nemici, un’immagine di un re vittorioso che prepara un banchetto per i suoi vassalli come ospiti d’onore nella sua casa. Ancora una volta, un’immagine fisica ci indica la realtà più grande della coppa traboccante delle benedizioni spirituali di Dio. Come credenti del nuovo patto, godiamo ora di queste benedizioni spirituali in Cristo, che è il pane della vita, pregustando il futuro banchetto spirituale al quale parteciperemo come Sua Sposa alle nozze dell’Agnello.

Il tema della benedizione e della maledizione

Il Salmo 1 è un salmo sapienziale, che mette in evidenza la via della giustizia, la gioia e i benefici che si hanno nel camminare in essa. Il Salmo 1:1-2 descrive l’uomo beato, e il versetto 6 lo contrappone all’empio. Il salmista continua sviluppando questo contrasto tra colui che è beato e l’empio nel Salmo 2 che si conclude nel versetto 12 con un invito a scegliere la vita anziché morte, la benedizione anziché la maledizione, e un bacio anziché l’ira.

Il tema del tabernacolo/tempio/dimora

I Salmi 42 e 43, proprio come i Salmi 1 e 2, sono due salmi che formano un’unità letteraria. Sono salmi di lamento, che contengono frasi e concetti ripetuti, tra cui il tema che stiamo esaminando. L’autore è un levita (dei figli di Core). Sembra che si trovi in qualche sorta di esilio, lontano dal tempio di Dio nel quale egli serviva. Il versetto 6 ci dice che egli si trova nel paese del Giordano, nel nord d’Israele.

I Salmi 42 e 43 sviluppano questo tema facendo riferimento alla presenza di Dio, alla sua dimora, al suo tempio e al suo tabernacolo. Nel Salmo 42:4, il salmista dice che camminava con la folla in processione verso la casa di Dio con grida di gioia. Si potrebbe fare un collegamento con la Domenica delle Palme quando Cristo entrò a Gerusalemme accompagnato dalle grida di acclamazione del popolo che riceveva il proprio Re.

Poi, nel Salmo 42:5, egli scrive: “Perché ti abbatti, anima mia …”. In Giovanni 12:27 Gesù cita questo versetto dalla versione dei LXX il giovedì sera della settimana santa, mentre celebra la Pasqua con i suoi discepoli. Nel Salmo 42:10, il salmista scrive che i suoi avversari lo scherniscono dicendo: “Dov’è il tuo Dio?” Sentiamo gli echi di questi salmi gemelli nelle parole degli schernitori che insultavano Cristo mentre era appeso alla croce.

Questi sono solo alcuni esempi dei molti modi in cui è possibile far risalire temi che si trovano in forma di seme nell’Antico Testamento a Cristo nel Nuovo Testamento. Che questi esempi possano fornire nuovi stimoli al tuo studio personale e rendere Cristo prezioso in tutte le Scritture.

Implicazioni

Possiamo amare e servire Cristo nella misura in cui lo conosciamo. Possiamo conoscerlo solamente come Egli viene rivelato nella Sua Parola. Se tutte le Scritture puntano a Cristo, allora dobbiamo capire come interpretare la Sua Parola in modo da conoscerlo e amarlo di più. La teologia biblica è la chiave interpretativa che ci apre le Scritture. O per usare un’altra metafora, è come una cartina stradale. Così come “tutte le strade portano a Roma”, ogni brano conduce a Cristo, se impariamo a leggere la cartina.

Imparare ad interpretare ogni storia della Bibbia alla luce della Grande Storia della Redenzione, con Cristo al centro, ci aiuterà a discepolare al meglio gli altri, a cominciare dai bambini, che siano i nostri o quelli dei nostri amici. Raccontiamo loro le affascinanti storie dell’Antico Testamento. Cantiamo loro i canti basati sui Salmi. Ma diciamo loro anche come questi temi ci parlano del secondo Adamo, del Mosè più grande, del Davide più grande, della Rut più grande. Impariamo a far prendere vita a queste storie per coloro che discepoliamo, giovani e vecchie, affinché vedano e gustino Cristo con maggiore pienezza.

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[i] p. 2, note dallo stampato di Nancy Guthrie “Biblical Theology Workshop for Women”.

[ii] Dal corso “Biblical Theology“ di TGC

[iii] Dal corso di  “Biblical Theology“ di TGC

[iv] Jim Hamilton “What is Biblical Theology?” p. 20.


Insieme a suo marito Dan, Angie ha servito il Signore in Senegal per 10 anni nello sviluppo della leadership con Crossworld. Vive a Montreal con le loro due figlie dall’Agosto 2017. Angie si occupa di formare insegnanti biblici nella veste di direttrice del ministero per le donne di SOLA (TGC Québec), cura un blog in francese su TPSG, ed è la co-conduttrice di Chrétienne, il primo podcast per donne in lingua francese della nostra tradizione teologica. Ha un Master of Divinity conseguita presso il Moody Theological Seminary.

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Angie Velasquez Thornton