Come approfondire lo studio della Bibbia senza perdersi

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Professori di teologia, pastori e membri fedeli di chiesa condividono il desiderio di comprendere meglio le Scritture. Vogliamo andare più a fondo nel nostro studio della Bibbia e preferiamo le serie di sermoni che ci fanno camminare nella Bibbia, un versetto alla volta. Crediamo che la Parola di Dio sia piena di verità e non vogliamo perderci nulla. Sappiamo anche che comprendere la Scrittura può essere complicato, dal momento che essa non ci giunge come un elenco puntato di dichiarazioni piovuto dal cielo, ma come la complessa storia dell’interazione di Dio con il suo popolo eletto.

Noi che facciamo tesoro della Parola di Dio e cerchiamo di vivere alla sua luce, naturalmente siamo ansiosi di immergerci nelle pagine di questa difficile storia, alla ricerca di saggezza e verità. Questo è positivo, ma mentre rallentiamo e scaviamo nel testo, le nostre migliori intenzioni non ci proteggono da alcuni errori interpretativi fin troppo comuni. In effetti, nel tentativo di "andare più in profondità", possiamo andare fuori rotta e perdere ciò che il testo sta cercando di dire.

Sia che tu stia leggendo la Bibbia nella tua lingua madre o nell'originale greco ed ebraico, ecco tre idee chiave che possono mantenerti sulla retta via esegetica.

1. Le parole sono adattabili e contestuali.

Uno degli errori più comuni nello studio delle parole è chiamato “trasferimento illegittimo della totalità”. Commettiamo questo errore quando applichiamo tutte le possibili definizioni di una data parola a un particolare utilizzo di essa. Perché questo è un errore? Perché le parole sono adattabili e spesso hanno sfumature molto diverse in luoghi diversi. Supponi di imbatterti nella parola "fede" in Romani 4 e di pensare: “Mi chiedo cosa significhi in greco”. Cerchi la definizione generale della parola greca in un dizionario e applichi la totalità di quella definizione al suo uso in Romani 4. Ma la parola greca pistis può significare molte cose, e non possiamo presumere che significhi tutte quelle cose in Romani 4.

Considera l’adattabilità della parola italiana "guaio". Quando diciamo "È nei guai per aver saltato la scuola" e "Ho avuto qualche guaio a installare la lavastoviglie", stiamo usando la parola in modi molto diversi. Entrambi gli usi soddisfano la definizione di un comune  dizionario, ma immagina se dovessi applicare le sfumature studente/insegnante della parola “guaio” nella prima frase al mio esempio di lavastoviglie. Non lo faremmo mai perché sappiamo intuitivamente che le parole sono adattabili e contestuali.

Resisti all'impulso di trattare le parole, anche parole chiave come fede o giustificazione, come se fossero le variabili di un'equazione matematica. Pensa alle parole in termini di funzione e utilizzo e non togliere una parola dal suo contesto per determinarne il significato. Al contrario, rifletti su come quella parola viene usata nel suo contesto.

Non fraintendetemi: studi di parole che tengono adeguatamente conto dell’adattabilità di una parola chiave ebraica o greca possono essere estremamente utili. I video sullo studio delle parole di Bible Project forniscono buoni esempi di studi sulle parole della Bibbia che non rientrano nei comuni errori esegetici. (Per ulteriori informazioni sugli errori nello studio delle parole, consulta questo articolo o il libro di D.A. Carson Fallacie esegetiche).

2. I dettagli possono distrarci dal flusso di un testo.

È un presupposto comune nella nostra cultura post-illuminista, guidata dalla scienza: per capire bene qualcosa, dobbiamo scomporlo nei suoi pezzi più piccoli e comprenderne le singole parti. Questa non è una cattiva idea, e c'è sicuramente posto per questo nello studio biblico. Faccio questo quando analizzo le frasi del Nuovo Testamento con i miei studenti di greco. Puoi pensare a questo tipo di studio come a "ingrandire" le parole per osservare più da vicino i dettagli.

Tuttavia, questo "ingrandimento" può distrarci dal punto principale del testo. Con alcune eccezioni degne di nota (Proverbi e, forse, una parte di Giacomo), i libri biblici non sono progettati per essere sminuzzati in piccoli pezzi di informazioni utili. Sono pensati per essere ascoltati nella loro interezza. Prima di ingrandire per analizzare singole parole e frasi, dovremmo rimpicciolire e chiederci in che modo ciò che stiamo leggendo si adatta all'argomento del libro. Torniamo al nostro esempio di Romani 4. Prima di cercare "fede" in un dizionario teologico, pensa a come ciò che dice Paolo si inserisce nell'argomento del libro dei Romani. Considera l'esempio di Paolo di Abramo alla luce delle domande che solleva su Ebrei e Gentili nei capitoli 2 e 3, o su come Paolo mostrerà che Gesù è l'adempimento della promessa di Dio ad Abramo nel capitolo 5.

Questo scenario suona familiare? Ti siedi per leggere una porzione della Scrittura, ma dopo pochi versetti ti imbatti in un detto o in una parola difficile. Smetti di leggere e ti rivolgi a Google, a un commentario oppure al tuo amico dall'altra parte della stanza per ottenere alcune risposte. Una volta che la tua curiosità è soddisfatta, prendi la Bibbia e ricominci da dove avevi interrotto, per uscire dai binari nuovamente pochi versetti dopo. Vedi come questo ritmo ti porta fuori dal flusso del testo e rende più difficile seguirne l'argomentazione?

Prendi l'abitudine di leggere grandi porzioni della Scrittura senza fermarti a cercare le cose. Lascia che la storia ti pervada. Ci sarà sempre tempo più tardi per tornare indietro e controllare i dettagli.

3. Un singolo testo non necessariamente porta l’intero peso della teologia cristiana.

La Bibbia è straordinaria sia per la sua unità che per la sua diversità. Racconta l’incredibile storia del piano di Dio per redimere la sua creazione corrotta e rendere tutte le cose nuove in Cristo, ma lo fa attraverso gli scritti di decine di persone, in molti stili letterari diversi, nel corso di centinaia di anni. Sia chiaro: Dio nella sua sovranità avrebbe potuto darci un semplice elenco di verità e comandamenti senza tempo, ma non l'ha fatto. Ci ha invece regalato questa multiforme raccolta di storie, lettere e poesie di 2000 anni fa. È in questa raccolta di documenti e per mezzo di essa che incontriamo Gesù per opera dello Spirito Santo.

Cosa ne facciamo della diversità e della complessità delle molte parti della Bibbia? Prima di tutto, non fingere che non sia diversificata e complessa. Noi occidentali amiamo la semplicità e l'organizzazione logica e cerchiamo una soluzione quando ci troviamo di fronte alla complessità. Di nuovo, questo non è un male, ma può metterci nei guai durante la lettura e lo studio della Scrittura. Dobbiamo resistere all'impulso di smussare immediatamente i brani difficili e "sovra-armonizzare" la diversità della Scrittura.

Sì, crediamo nell'unità di tutta la Scrittura che Dio ci ha donato, ma questo non deve impedirci di sentire le sue voci distinte. La differenza di sfumatura tra Paolo e Giacomo non è un problema da risolvere, ma è una benedizione da apprezzare. Il fatto che i quattro evangelisti raccontino la storia in modo diverso non dovrebbe preoccuparci. Ancora una volta, siamo fortunati ad avere quattro interpretazioni uniche (e vere) della vita, morte e risurrezione di Gesù. Quando proviamo a minimizzare queste differenze per amore dell'unità della Scrittura, rischiamo di perdere ciò che il Signore sta dicendo attraverso di loro.

Non forzare ogni versetto per raccontare l'intera storia della teologia cristiana. Quando ci aspettiamo che un testo dica tutto in una volta, spesso lo distorciamo, estraendolo dal suo contesto letterario e ignorando l'intento dell'autore. Lascia che ogni parte della Scrittura parli da sola. Lascia che un testo sull'amore inclusivo di Dio riguardi l'amore inclusivo di Dio; lascia che un testo sull'ira di Dio riguardi l'ira di Dio. L'immagine del suo carattere proviene da questo mosaico di prospettive ispirate. Purtroppo, spesso proviamo a sostituire quel mosaico con una lastra monocromatica e poi spieghiamo parti della storia che non corrispondono del tutto. Questo è un altro motivo per non smettere di leggere ogni volta che ti imbatti in qualcosa di impegnativo; se continui a leggere attentamente e in spirito di preghiera, potresti vedere il quadro più ampio mentre procedi.

"Non perderti nei dettagli", dice un vecchio detto, ma noi lettori della Bibbia spesso facciamo proprio questo. Lo studio della Bibbia ci porterà spesso a fare domande approfondite su singole parole e frasi? Certamente, ma è necessario rispondere a queste domande nel contesto dell'argomento e del flusso del testo. Più comprendiamo il contesto letterario, più utili (e meno inclini all'errore) saranno gli studi di parole e frasi. Assolutamente, vai in profondità. Ma non lasciare che il tuo entusiasmo per la profondità e la precisione ti porti fuori rotta. Leggi grandi porzioni della Bibbia e non lasciare che le tue domande e frustrazioni ti impediscano di cogliere la bellezza della storia di Dio rivelata nella sua Parola.


Ryan Martin è insegnante presso Kairos Greek, una scuola online da lui fondata che offre corsi accessibili di Nuovo Testamento in lingua originale ed esegesi. Ha conseguito un master in Divinità presso la Beeson Divinity School e insegna teologia e studi biblici alla Christian Bilingual University del Congo. Lui e sua moglie, Aubrey, hanno un figlio, Micah.

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