Che cosa c’è di sbagliato nel pettegolezzo?

Oh, quanto amano il pettegolezzo i figli e le figlie di Adamo.

Pensa a come ti si drizzano le orecchie quando qualcuno inizia una conversazione dicendo: “Hai sentito cos'è successo al nostro vecchio amico Giorgio?” o “Probabilmente non dovrei dirtelo, ma lo sai che cosa mi ha detto Tizio su Caio?” Queste parole tendono a ricevere la nostra totale attenzione.

Panni sporchi

Il pettegolezzo ci attrae perché a noi peccatori piacciono i “panni sporchi”. Ci piace quando le persone perdono, specialmente quelli che (peccando) consideriamo qualche livello sopra o sotto di noi nella scala sociale, economica, di istruzione o di notorietà. Ci piace ascoltare (e diffondere) brutte notizie su di loro. Don Hen­ley colse questa verità nella sua canzone di successo del 1982 intitolata “Dirty Laundry”. Il testo intendeva criticare la stampa scandalistica dei mezzi di informazione generalisti, ma ciò che Henley diceva dei giornalisti può essere detto di ognuno di noi:

  • Piccoli sporchi segreti, piccole sporche bugie

  • Ficchiamo le nostre ditine sporche nelle torte di tutti

  • Ci piace ridimensionarti

  • Ci piacciono i panni sporchi

Il pettegolezzo ci attira perché ci piacciono le storie, su di noi e sugli altri. Come Matthew C. Mitchell osserva, leggiamo storie ai nostri figli sin dalla loro nascita. Anche il pettegolezzo racconta una storia, una storia che comunica cattive notizie sul conto di un’altra persona alle spalle di quella persona. Mitchell propone tre categorie che fanno luce sul pettegolezzo aiutandoci a capire meglio la natura di questo peccato.

Informazioni sbagliate

Condividere informazioni false o dicerie su un’altra persona. Potrebbe essere una cosa che tu sai essere vera o falsa, o che è solo una voce. Le dicerie su un’altra persona possono essere devastanti perché una volta uscite dalla tua bocca e entrate nelle orecchie di almeno un ascoltatore, il danno fatto è irreparabile.

Le dicerie sono come le piume di un cuscino: una volta liberate al vento, è impossibile riportarle indietro. Esse si diffondono in modo incon­trollabile, e rovinano e distruggono la reputazione altrui. Con i social media, conta poco che tali dicerie siano vere. Ciò che conta è che esse sostengano la tua causa o il tuo punto di vista.

Cattive notizie su qualcuno

Questo avviene quando si condivide una storia vera che getta una persona nella vergogna o che comunque la mette in cattiva luce.

Un mio amico fu beccato dalla moglie a guardare pornografia. La coppia si mise ad affrontare il problema con i nostri anziani, ma un altro uomo riferì a me e ad altri tutto quello che era successo. Il mio amico non stava simpatico a quest’uomo, così si mise a raccontare in giro i fatti, danneggiando la sua reputazione. Ci confrontammo con l’uomo che aveva allegramente spettegolato, e alla fine lui lasciò la chiesa, mentre il mio amico che aveva guardato pornografia fu ristabilito.

Cattive notizie per qualcuno

La Scrittura descrive il pettegolezzo come una maldicenza che rovina le relazioni e separa persino gli amici più intimi: “L'uomo perverso semina contese, il maldicente disunisce gli amici migliori” (Proverbi 16:28).

Quando ascolti un pettegolezzo su un amico, esso semina il sospetto nella tua mente, il quale erige una barriera di dubbio. Allo stesso modo, se il tuo amico ti fa dei pettegolezzi su qualcun altro, ti domanderai certamente se egli diffonde pettegolezzi su di te ad altri. Il pettegolezzo distrugge la fiducia e crea cinismo nelle relazioni. Le parole che sparlano sono parole che uccidono.

Anche l’Ecclesiaste fa un curioso riferimento alla certezza che tutti noi uomini peccatori, prima o poi, parleremo male degli altri alle loro spalle. Egli ci mette in guardia dall’essere permalosi quando sentiamo che sono state dette cose su di noi: “Non porre dunque mente a tutte le parole che si dicono, per non sentirti maledire dal tuo servo; poiché il tuo cuore sa che spesso anche tu hai maledetto altri” (Ecclesiaste 7:21-22).

La radice del pettegolezzo

Qual è il problema che riguarda il cuore che sta dietro al pettegolezzo? Il duo narcisista dell’amore di sé e del protagonismo. Quando diffondiamo pettegolezzi, abbassiamo gli altri ed eleviamo noi stessi. Joseph Stowell elenca alcuni impulsi egoistici che ci portano a danneggiare la reputazione di un’altra persona e a farci apparire belli:

  • Siamo per natura curiosi, perciò vogliamo conoscere le novità. La curiosità è una cosa buona, persino costruttiva, a meno che non ci porti a distruggere gli altri usando quello che sappiamo sul loro conto. 1 Timoteo 5:13 collega l’invadenza con il pettegolezzo. In questo caso, la curiosità è stata lasciata incontrollata. Salomone dice che colui che sparla è del tutto inaffidabile: “Chi va sparlando svela i segreti, ma chi ha lo spirito leale tiene celata la cosa” (Proverbi 11:13).

  • Il desiderio di essere al centro dell’attenzione. Abbiamo uno scoop su una persona di interesse da dare agli altri, un’informazione intrigante che nessun altro sembra avere.

  • L’opportunità di innalzare noi stessi. Come Will Durant disse: “Parlare male degli altri è un modo disonesto per lodare noi stessi”.

  • Le parole malevole spesso nascono dall’amarezza. Quando facevo il giornalista, avevo un collega che diffondeva le peggiori informazioni sul suo capo, perché il mio collega si era candidato per la posizione lavorativa per la quale il nostro capo era stato assunto. I frequenti sfoghi del mio collega erano un apparente atto di vendetta contro il nostro capo. Era completamente inconsapevole di quanto ciò lo mettesse in cattiva luce.

Guardati dal peccato devastante del pettegolezzo. Esso può uccidere chiese, rovinare matrimoni, distruggere amicizie, e può fare ancora peggio: può rivelare che il pettegolo è una persona che professa la fede salvifica senza però possederla. “Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato” (Matteo 12:36-37).


Jeff Robinson (PhD, The Southern Baptist Theological Seminary) è il direttore dell’informazione del Southern Seminary. È stato per sei anni redattore capo di The Gospel Coalition. Nato a Blairsville (Georgia, USA) è anche il pastore della Christ Fellowship Church a Louisville (Kentucky) e lavora come professore aggiunto di storia della chiesa al Southern Seminary. Prima di essere chiamato al ministero, è stato per 20 anni un giornalista in Georgia, North Carolina e Kentucky, occupandosi di diverse materie, dalla politica alla Major League di Baseball, al calcio. Ha scritto con Michael Haykin il libro To the Ends of the Earth: Calvin’s Mission Vision and Legacy e ha curato con Collin Hansen la pubblicazione del libro 15 Things Seminary Couldn’t Teach Me (Crossway, 2018). Jeff e sua moglie Lisa hanno quattro figli. 

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