3 bugie sul servizio a cui le donne credono

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Vagare nell’incredulità 

E’ difficile gestire bene il nostro tempo, i nostri talenti e i nostri beni in un mondo che invita all’auto-soddisfazione e all’auto-appagamento. Forse la cosa più controculturale che possiamo fare è servire umilmente gli altri senza pensare a noi stesse. Tuttavia, ci sono alcune bugie che ci impediscono di servire.

Bugia 1: “Non ho tempo in questa stagione della mia vita”

Qualunque sia la stagione della vita in cui ti trovi, sono sicura che sei molto impegnata. Le tue giornate sono piene di richieste provenienti dal lavoro, dagli amici, dalla famiglia e di faccende da sbrigare. E’ facile alzare bandiera bianca in segno di resa e dire a noi stesse che dobbiamo aspettare tempi migliori per servire gli altri. Ora siamo troppo occupate, troppo sotto pressione e troppo esauste. Quello che ci serve è un’abbuffata di Netflix, non più opportunità di servire. Ci convinciamo che nella prossima stagione della vita avremo più tempo per servire gli altri.

Ho scoperto però che non c’è mai una stagione perfetta per servire gli altri. Anche se ci sono alcune stagioni particolarmente difficili, di solito siamo piuttosto brave a riempire ogni parte libera della nostra agenda con qualcosa che ci piace. Possiamo pensare che il prossimo anno avremo tempo a disposizione in abbondanza, ma in realtà potremmo averne meno a causa di difficoltà o prove inaspettate.

Questa è la realtà: servire gli altri costa. Il costo è rinunciare al modo in cui ci piacerebbe usare il nostro tempo per donarlo agli altri. Non è una scelta facile da fare. Ci costringe a distogliere gli occhi da noi stesse e a fissarli su Gesù, che per la gioia che gli era posta dinanzi sopportò la croce. Egli diede la sua vita per servire me e te. Possiamo essere radicali nel modo in cui usiamo le nostre giornate oggi perché sappiamo che l’eternità ci attente.

Bugia 2: “Il mio servizio non è importante”

Nella mia attuale stagione della vita, trascorro molto tempo a viaggiare e insegnare la Bibbia a donne. Essere sempre in viaggio significa non poter essere sempre in grado di portare un pasto a un’amica che sta soffrendo o di offrirmi volontaria in qualche modo. So che viaggiare e insegnare potrebbe sembrare una cosa eccitante, ma a volte ho l’impressione che il mio lavoro non sia veramente importante. Dato che non sempre riesco a vederne i risultati, mi domando se le ore spese nella preparazione siano valse la pena. Mi domando se almeno qualcuno si ricorderà quello che ho detto dopo essere partita. Guardo ad alcuni dei miei amici che servono in modi più tangibili nella nostra comunità e penso tra me e me: Sono loro a svolgere il vero ministero.

Puoi sentirti allo stesso modo riguardo al tuo servizio. Forse sei alle prese con il dolore cronico che ti impedisce di svolgere molte forme di servizio, ma preghi fedelmente ogni giorno per altri dal tuo divano. Forse stai ad ascoltare pazientemente le difficoltà di altre persone e offri dei consigli saggi. Forse hai insegnato alla stessa classe di scuola domenicale per trent’anni in chiesa e conosci tutti i bambini per nome. Il tuo servizio può sembrare nascosto o insignificante, ma Dio vede i tuoi sforzi e conosce le tue opere fatte con umiltà. Molti piccoli atti di servizio formano una chiesa piena di vita, cambiano la comunità circostante e hanno un impatto nel mondo.

Bugia 3: “Dio non ha bisogno dei miei soldi”

Quando si tratta di dare i nostri soldi, siamo tentati a pensare che non sia una cosa così importante. Se Dio possiede il bestiame che sta sui monti a migliaia (Salmo 50:10), perché ha bisogno dei nostri soldi? Naturalmente Dio non ha bisogno dei nostri soldi, ma egli usa i nostri soldi come uno strumento attraverso il quale egli compie i suoi scopi.

Oltre a questo, i soldi sono il barometro della nostra fede. Noi diamo perché lo Spirito vive nei nostri cuori. Più siamo cambiati all’immagine di Gesù, più rispecchiamo la generosità del nostro Salvatore, e ciò si manifesta nel dare finanziario.

Potremmo pensare: Darò di più quando avrò di più. Tuttavia, è importante rendersi conto che è difficile dare sia per il ricco sia per il povero. Sebbene potremmo ritenere che per il ricco sia più facile dare, fu il giovane ricco a lasciare Gesù molto triste perché non riusciva a immaginare di dare via le sue ricchezze (Luca 18:18-20). Al contrario, la vedova povera fu lodata da Gesù: “In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti; perché tutti costoro hanno messo nelle offerte del loro superfluo; ma lei vi ha messo del suo necessario, tutto quello che aveva per vivere” (Luca 21:3).

Gesù sa quanto ti costa dare ciò che possiedi. Egli non ti sta chiedendo di dare perché ha bisogno dei tuoi soldi. Egli ti sta chiedendo di dare perché dare fa bene alla tua anima. L’atto del dare in modo fedele fa crescere la fede. Fa crescere anche la gioia, perché come chiunque dà generosamente può dire: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20:35).

Camminare per fede: Buone notizie per una vita piena di grazia

Mentre camminiamo per fede, diventiamo persone che danno agli altri. Condividiamo il nostro tempo, i nostri talenti e i nostri beni per prenderci cura dei membri della nostra chiesa e di coloro che vivono nel mondo. Non ci limitiamo a dare, ma lo facciamo gioiosamente, generosamente, con sacrificio e con amore. Il nostro atteggiamento nel dare è importante. E’ un cuore traboccante che si diletta nel condividere con gli altri l’abbondanza che ha ricevuto.

Generosamente e gioiosamente

In mezzo a grandi afflizioni ed estrema povertà, le chiese di Macedonia diedero con gioia poiché la grazia di Dio traboccava dalle loro vite. Come potevano dare in quel modo nel mezzo delle loro sofferenze? Dio era all’opera in loro e attraverso di loro. Egli aveva provveduto per loro affinché essi potessero dare: “Così, arricchiti in ogni cosa, potrete esercitare una larga generosità, la quale produrrà rendimento di grazie a Dio per mezzo di noi” (2 Corinzi 9:11). Dio ci dà affinché noi possiamo dare agli altri in modo che essi rendano grazie a Dio.

Il modo in cui diamo è importante. Paolo disse: “Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso” (2 Corinzi 9:7). Questo versetto non significa che dobbiamo aspettare di sentirci gioiosi prima di dare. Significa che se stiamo dando senza gioia, dobbiamo esaminare il nostro cuore. Dare è un atto di adorazione. Se siamo privi di gioia nel nostro servizio, questo dice qualcosa sul nostro atteggiamento nei confronti di Dio. Chiedi a Dio di riempirti con una conoscenza più profonda di tutto ciò che è tuo in Cristo. Non serviamo per essere visti o per ricevere la lode dagli altri ma con un cuore che trabocca di lode a Dio.

Con sacrificio e con amore

Paolo scrisse: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale” (Romani 12:1). Dare in modo vangelocentrico è un dare costoso. Richiede sacrificio.

E’ una domanda scomoda da farci, ma è necessaria: Sto dando con sacrificio? Che cosa mi sta costando oggi servire gli altri?

Tendo a evitare queste parole di Gesù: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua” (Luca 9:23). Desidero la comodità e l’agio, e portare la croce sembra difficile e doloroso. Tuttavia, nella maniera sottosopra del vangelo, mentre deponiamo le nostre vite, la morte al nostro io fa nascere la vita. Potremmo sentirci consumate, ma non ci scoraggiamo. Anche se l’uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno (2 Corinzi 4:16).

Diamo con sacrificio perché amiamo gli altri. In Romani 12 e 1 Corinzi 12, Paolo usa l’analogia del corpo per spiegare che tutti dobbiamo servirci gli uni gli altri. In entrambi i casi egli conclude esortando i credenti ad amarsi gli uni gli altri. 1 Corinzi 13 (il meraviglioso brano che spiega l’amore) scaturisce dall’insegnamento di Paolo sul servizio. Egli conclude 1 Corinzi 12 dicendo ai Corinzi che la via più eccellente per servire il prossimo è l’amore (1 Corinzi 12:31). Se siamo in Cristo, a prescindere dai doni che possiamo avere individualmente, siamo tutti equipaggiati per amare. L’amore è la nostra somiglianza di famiglia e il DNA che abbiamo in comune.

Siamo stati benedetti per essere una benedizione. In qualunque modo serviamo con il nostro tempo, i nostri talenti o i nostri beni, facciamolo con generosità, gioia, sacrificio e amore. Mentre riflettiamo l’amore che ci è stato dato, il nostro servizio risplende davanti al mondo che ci osserva.


Melissa B. Kruger (BA, University of North Carolina presso Chapel Hill) è la direttrice delle iniziative per le donne di Gospel Coalition. E’ autrice di diversi libri, tra cui The Envy of Eve e Walking with God in the Season of Motherhood. Suo marito, Michael, è il presidente del Reformed Theological Seminary di Charlotte. Hanno tre figli.

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