Tre modi per combattere le tue paure

Anni fa, avevo sempre paura che la malattia di Lyme di cui soffrivo potesse ricomparire e dei potenziali danni che avrebbero ulteriormente debilitato il mio corpo già debole. Ogni giorno, facevo i conti con quello che il futuro poteva riservare: Guarirò mai dalla malattia di Lyme? Riavrò le mie energie, o la fatica cronica sarà la normalità? Potrò avere figli? Dio si prenderà ancora cura di me?

Quando non riusciamo a conciliare un Dio buono con le circostanze difficili, questo si ripercuote sulla nostra fiducia in lui. Le nostre menti si riempiono di domande senza risposta: E se il mio coniuge dovesse morire in un incidente improvviso? E se perdessi questo bambino? E se il risultato del test dovesse essere positivo? E se non trovassi un altro lavoro? Spesso però non ci facciamo la domanda più importante: Come posso imparare a fidarmi di Dio, indipendentemente da ciò che succede?

Il Salmo 34, il meraviglioso cantico di Davide sulla bontà di Dio, ci aiuta a rispondere a questa domanda. Il suo stile acrostico ci presenta l’estensione della bontà del nostro Signore mentre Davide ci conduce in un viaggio dalla “A alla Z” dell’alfabeto Ebraico per mostrarci la natura benevola del nostro Dio.

Davide dovette certamente confrontarsi con i dubbi sulla bontà di Dio; molti dei suoi salmi lo dimostrano (vedi i Salmi 68-70). Ma quando le prove gli si abbattevano addosso e l’ombra della morte lo avvolgeva, Davide faceva affidamento su ciò che sapeva essere assolutamente e sempre vero: Dio è buono.

In questo salmo, Davide ci guida attraverso tre passi per avere fiducia in Dio e combattere le nostre paure.

1. Combatti le tue paure con la lode.

Quando Davide scrive il Salmo 34, è un giovane stanco e angosciato che sta scappando dal re d’Israele. Saul, infatti, stava cercando di uccidere Davide.

Riesci a immaginare di essere inseguito? Di non aver nessun posto dove posare il tuo capo perché devi nasconderti nelle spelonche? Di non poter mai sapere di chi ti puoi fidare? Terrificante! Eppure, nel mezzo di queste terribili circostanze, Davide loda Dio: “Io benedirò il SIGNORE in ogni tempo; la sua lode sarà sempre sulle mie labbra” (Salmo 34:1).

Davide sa che c’è potenza nella lode, come c’è potenza nella paura. Scegliendo di lodare Dio per ciò che sa essere vero del suo carattere, Davide sta dominando i suoi dubbi e le sue paure con la verità. Invece di seguire il suo cuore, lo guida. Pratica la lode con le sue labbra, e questo inclina il suo cuore alla lode.

Anche noi possiamo fare la stessa cosa: per rinforzare la nostra fiducia nella bontà di Dio, viviamo la definizione di fiducia. Coltiviamo un cuore che è sicuro di ciò che speriamo e certo di ciò che non vediamo (Ebrei 11:1). Lodiamo Dio con le nostre labbra anche quando il nostro cuore e la nostra mente fanno fatica a comprendere la sua bontà. Camminiamo per fede, non per visione.

2. Combatti le tue paure con il ricordo della bontà di Dio.

Poi Davide riflette sull’occasione in cui si finse pazzo per fuggire da un nemico (vedi 1 Samuele 21). Egli racconta la bontà di Dio nel salvarlo: “Quest’afflitto ha gridato, e il SIGNORE l’ha esaudito; l’ha salvato da tutte le sue disgrazie” (Salmo 34:6).

L’atto deliberato di ricordare la fedeltà passata di Dio nei nostri confronti rafforzerà la nostra fiducia nella sua bontà attuale. Nel suo commentario sul Salmo 34, Charles Spurgeon osserva: “È bene celebrare le misericordie che abbiamo ricevuto erigendo memoriali ben scolpiti”, che è esattamente ciò che fece Davide. La Scrittura è piena di memoriali. Spesso Dio comanda al suo popolo di ricordare le sue opere (per es., Giosuè 4:7; Luca 22:19). Perché? Perché lui sa che siamo smemorati, e sa che ricordare fortifica la nostra fede e combatte la paura.

Così, quando combatti contro la paura, rievoca la sua fedeltà:

  • Come ti ha salvato Dio mediante la sua grazia?

  • Quali tue preghiere Dio ha esaudito nel passato?

  • Da quali disgrazie Dio ti ha salvato?

  • Quali paure ti ha aiutato a vincere, anche se per gradi?

3. Combatti le tue paure con la prospettiva eterna.

Ora Davide porta il salmo al suo punto culminante con una dichiarazione sulla bontà di Dio e un’esortazione al popolo di Dio:

Provate e vedrete quanto il SIGNORE è buono!

Beato l’uomo che confida in lui!

Temete il SIGNORE, o voi che gli siete consacrati,

poiché nulla viene a mancare a quelli che lo temono.

I leoncelli soffrono penuria e fame;

ma nessun bene manca a quelli che cercano il SIGNORE. (Salmo 34:8-10)

Quando dubitiamo della bontà di Dio, spesso è perché egli ha preso, cambiato o negato una cosa che consideriamo necessaria o che pensiamo di meritare. A volte le nostre perdite sono straordinarie, e a volte consistono nelle privazioni quotidiane, comuni a molti di noi. In ogni sofferenza, sia in quelle piccole sia in quelle che ti cambiano la vita, il Salmo 34 esprime la nostra speranza certa: Nulla viene a mancare a coloro che lo temono. Coloro che lo temono possiedono ogni bene.

Con il Signore, anche se perdiamo una cosa buona, non manchiamo di niente. Con il Signore, anche se ci succede una cosa negativa, abbiamo ogni cosa buona.

Ma come può essere questo?

Le parole di Davide additano il Salvatore che sarebbe venuto nel mondo e il Re risorto. Il nostro peccato significa che meritiamo di gustare la morte. Ma, sorprendentemente, che cosa ci offre invece Dio? Troviamo la risposta ritornando al Salmo 34: “Il SIGNORE riscatta la vita dei suoi servi, nessuno di quelli che confidano in lui sarà considerato colpevole” (Salmo 34:22).

Dio ci offre un Redentore nel suo Figlio. Egli ci offre un rifugio dalla condanna che il nostro peccato merita. Quando le nostre peggiori paure si avverano (o quanto temiamo che si possano avverare), possiamo “provare e vedere” la comunione di Gesù nella nostra sofferenza. La sua agonia fece diventare il suo sudore come grosse gocce di sangue mentre pregustava l’avverarsi della sua paura più grande––bere il calice dell’ira di Dio sulla croce––e  la sua paura si realizzò gustando la morte al posto nostro.

La nostra fiducia nella bontà di Dio aumenterà mentre “proviamo e vediamo” la potenza della risurrezione di Gesù. Egli vinse la morte affinché noi non dovessimo gustare la morte, ma dimorassimo invece nel suo amore e avessimo la vita eterna.


Kristen Wetherell è una moglie, una mamma e una scrittrice. E’ l’autrice di Fight Your Fears e coautrice del pluripremiato libro Hope When It Hurts. Scrive regolarmente per pubblicazioni digitali e ama insegnare la Bibbia alle donne in conferenze e ritiri. Puoi leggere gli articoli di Kristen sul suo sito internet e restare in contatto con lei su Instagram, Twitter e Facebook.

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