Sorelle, Gesù non è il vostro cheerleader

Oggi c’è una tendenza comune in molti eventi per donne, libri e blog che hanno un certo seguito. Sia che si tratti di meditazioni quotidiane in cui Gesù parla in prima persona, o di conferenze per donne che ci fanno concentrare sul compiere uno scopo grandioso, sembra che abbiamo ridotto le parole di Gesù al solo incoraggiamento, sostegno e approvazione. Ci piace sentirci dire da lui (e dircelo tra di noi): Sei meravigliosa! Sii te stessa! Ce la puoi fare!

Tanto per essere chiari, è vero che Gesù ci incoraggia. Le sue parole danno forza allo stanco e consolano chi soffre. In un mondo in cui molto spesso non ci sentiamo all’altezza, abbiamo bisogno del suo incoraggiamento ogni giorno. Tuttavia sono preoccupata che se ci concentriamo solo su una parte del suo messaggio, riduciamo Gesù al nostro cheerleader spirituale. E a nostra volta lo diventiamo nei confronti degli altri. Rivolgiamo parole di approvazione, ma non di rimprovero; parole di perdono, ma non di ravvedimento. Celebriamo giustamente la sua grazia, ma spesso ci dimentichiamo di fare cordoglio per il nostro peccato.

Facendo così, ci perdiamo le realtà vivificanti della nostra relazione con Gesù e gli uni con gli altri. Gli amici disposti a parlarmi del mio peccato e a dirmi le cose difficili da dire sono quelli di cui mi fido di più. Sono le persone a cui mi rivolgo continuamente per chiedere consiglio e saggezza—proprio perché sanno che non sono come dovrei invece essere.

Gesù ci parla in modi diversi: insegna, comanda, rimprovera, chiama ed esorta. Quando riduciamo Gesù al nostro capo-coro personale negli spalti, rinunciamo all’amico fedele di cui abbiamo tanto bisogno. Se tutto quelle che ti senti dire dalle tue meditazioni quotidiane o del ministero per le donne è “sei grande!” (come nella canzone di Mina), ti invito a ritornare alla Parola di Dio, nella quale ascoltiamo la voce di Gesù in molteplici modi.

Gesù insegna: ‘Io sono’

Nei vangeli è piuttosto evidente che Gesù consideri importantissimo conoscere una persona: lui stesso. Egli insegna in tutti i modi e in ogni occasione chi egli è: Io sono il pane della vita. Io sono la luce del mondo. Io sono la porta. Io sono il buon pastore. Io sono la risurrezione e la vita. Io sono la via, la verità e la vita. Io sono la vera vite. Io sono colui che sono.

Per alcuni questo elenco può far pensare a un uomo egocentrico che riporta ogni conversazione a sé. Gesù invece ci insegna chi è perché sa che conoscerlo è la cosa di cui abbiamo più bisogno.

Se le tue meditazioni quotidiane, il tuo gruppo di studio biblico, o la conferenza a cui partecipi si concentrano su chi sei tu più di quanto si concentri su chi è Gesù, è venuto il momento di prendere un nuovo libro o trovare un altro gruppo. Abbiamo disperatamente bisogno di conoscere più Gesù, perché in lui troviamo tutto quello di cui abbiamo bisogno.

Gesù comanda: ‘Ubbidisci alla mia Parola’

Gesù vuole che ubbidiamo a Dio in ogni cosa che facciamo e diciamo. Mentre i farisei cercavano di abbassare lo standard dell’ubbidienza in modo da poterlo rispettare, Gesù ci chiama alla vera ubbidienza, non solo in parole e opere, ma anche nei nostri desideri e sentimenti. Egli vuole tutta la nostra vita, perciò ci comanda di osservare i suoi comandamenti: “Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa” (Giovanni 15:11).

Gesù vuole che ubbidiamo, ma non per dovere o di malavoglia (anche se a volte l’ubbidienza può sembrarci così). Gesù vuole che ubbidiamo perché egli sa che la Parola di Dio rivela il bene di Dio. Camminare nei suoi comandamenti può non essere sempre gioioso, ma conduce a una vita piena di gioia.

Gesù rimprovera: ‘Fuggi dal peccato’

Gesù non guarda al nostro peccato per poi dire: “Non è niente di grave, l’importante è che tu faccia qualunque cosa ti renda felice”. Anzi, egli dice: “Se il tuo occhio destro ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; poiché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che vada nella geenna tutto il tuo corpo” (Matteo 5:29).

Gesù è molto chiaro su come la pensa riguardo al nostro peccato: Egli lo odia. Sa che è dannoso per le nostre anime. Sa che non soddisfa mai e che distrugge sempre. Poiché egli ci ama, vuole che fuggiamo dal peccato e che invitiamo altri a fare lo stesso (Matteo 18:15–17). Quando insegnanti della Bibbia o libri cristiani promuovono comportamenti peccaminosi per raggiungere il proprio appagamento, Gesù li rimprovera severamente e ci mette in guardia da essi (Luca 17:1–3).

Gesù invita: ‘Prendi la tua croce’

Un servo non è più grande del suo maestro. Gesù ha percorso la via della croce, e si aspetta che facciamo la stessa cosa: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Matteo 16:24). Se il nostro è un cristianesimo senza croce e senza rinuncia, dobbiamo domandarci se stiamo seguendo il vero Gesù. Come scrisse Elisabeth Elliot: “Essere un seguace del Crocifisso significa fare, prima o poi, un incontro personale con la croce, e la croce comporta sempre una perdita”.

Quando le nostre meditazioni quotidiane o gli insegnanti della Bibbia a cui diamo ascolto parlano di più su come trovare la nostra vita che su come perderla, ci lasciamo sfuggire il miracolo della vita cristiana. Se abbiamo timore di invitare altri sulla via stretta (la vita vissuta in sacrificio vivente) forse è perché stiamo ancora riponendo le nostre speranze sul mondo presente. Ma quando mettiamo la nostra speranza nel cielo, siamo liberi di offrire in sacrificio le nostre vite sulla terra. E, con nostra sorpresa, troviamo le nostre vite proprio perdendole.

Gesù esorta: ‘Andate in tutto il mondo’

Gesù ha uno scopo meraviglioso e una missione per la tua vita. Questo scopo include te, ma non riguarda te, bensì il suo regno, la sua volontà, la sua gloria.

Sorelle, non esiste uno scopo migliore di questo in tutto il mondo. Gesù vuole che voi portiate il messaggio del vangelo ovunque egli vi ha posto. Vuole che spargiate il seme e abbiate una parte del raccolto (Matteo 28:19–20). Ma per fare questo abbiamo bisogno di tutte le sue parole, inclusi i suoi insegnamenti più difficili, per rafforzare la nostra testimonianza. Raddolcire la verità di Gesù per renderla più accettabile ottiene in realtà il risultato opposto: perde tutto il suo sapore e diventa una scialba imitazione.

Gesù salva: ‘Ascolta la Buona Notizia’

E’ proprio perché non siamo a posto e non possiamo fare niente per esserlo che abbiamo disperatamente bisogno di un Salvatore. Gesù non ci promette solo il cielo; ci promette di essere trasformate oggi. Egli prende ciò che è morto e gli dà vita. Egli ci dona un cuore nuovo, ci chiama, ci redime, ci adotta e infonde la potenza della risurrezione dentro di noi. Non siamo più schiave di noi stesse; siamo state rese libere per vivere per lui. La notizia che siamo chiamate a condividere è di gran lunga migliore di “Tu sei a posto, io sono a posto”.

Sorelle, vi incoraggio a essere radicate in Gesù, non nei vostri sentimenti. Dimorate nella sua Parola, non in quella di qualcun altro. Non accontentatevi di meno. Egli è più che il nostro cheerleader personale. Egli è il nostro principio e la nostra fine.


Melissa Kruger è la coordinatrice del ministero per le donne alla Uptown Church (PCA) a Charlotte, North Carolina, ed è l’autrice di The Envy of Eve: Finding Contentment in a Covetous World, Walking with God in the Season of Motherhood, e In All Things: A Nine Week Devotional Bible Study on Unshakeable Joy. Suo marito, Mike, è presidente del Reformed Theological Seminary, e hanno tre figli. Scrive sul suo blog Wits End, ospitato da The Gospel Coalition. Puoi seguirla su Twitter.

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