Da stanchi a ornati di gioielli

 

Una persona che frequentava saltuariamente la nostra comunità missionale mi ha inviato un messaggio questa settimana chiedendo soldi per fare benzina. Diceva che gli mancavamo, ma che stava andando in un’altra chiesa locale. La mia reazione istintiva è stata quella di pensare: “Beh, vai a chiedere i soldi per la benzina a uno di loro!” Mi sono sentita allo stesso modo quando una mamma single mi chiese di badare ai suoi figli. Mi domandai perché non lo chiedesse a uno dei membri della mega-chiesa che aveva scelto di frequentare perché offre fantastici programmi per bambini. Sfortunatamente, queste non sono le uniche volte che ho reagito con tale amarezza a richieste di aiuto.

Evidentemente, sono un po’ stanca.  

E non è che sono stanca solo quando gente che sceglie di frequentare altre chiese mi chiede aiuto. Sono stanca quando faccio una cosa senza ottenere qualcosa in cambio. Questo riguarda soprattutto la mia relazione con Dio. Penso: ”Ho rinunciato alla mia carriera e a proseguire gli studi per crescere e discepolare i miei figli. Non merito di avere dei figli bravi e credenti? Ti ho umilmente chiesto di farmi capire che cosa vuoi che io faccia in questa stagione della mia vita. Non merito una risposta? Ho scelto di servire gli ultimi invece di cercare di farmi un nome tra le persone che hanno potere e prestigio. Non merito di vedere qualcuno di loro convertirsi a Gesù?

Che cosa significa essere stanchi 

Associo l’essere stanchi al cinismo o alla disillusione, ma nessuna di queste cose rientra nella definizione della parola. Uno dei significati di stanco (jaded, in inglese) è in realtà più simile a “essere troppo indulgenti”, e questo è illogico. Nessuno può dire che io sia indulgente. Sono una persona che mette dei limiti a tutto, dall’assunzione di zucchero, al tempo destinato ai dispositivi, ai soldi da spendere e via dicendo, per il disappunto della mia famiglia. Tuttavia, un altro significato della parola è “esausto e sfinito” a causa del “troppo lavoro o dell’usura”. E questo, amici, colpisce nel segno. Dichiara la mia colpevolezza perché rivela che potrei eccedere nel lavorare per Gesù senza riposare in Gesù. Sto lavorando per guadagnare qualcosa, non perché ho già ricevuto qualcosa, e questo modo di pensare indica che sto facendo scempio del vangelo.

Combattere la stanchezza con il vangelo 

1) Creazione: Dio, che lavorò e si riposò, creò Adamo ed Eva a Sua immagine e li chiamò a esercitare dominio sulla terra. Poiché essi vivevano in comunione perfetta con Dio, non avendo ancora conosciuto il male o la morte, lavorarono e videro il frutto delle loro fatiche. Tutto era buono.

E anche noi siamo stati creati con il santo desiderio di vedere il frutto delle nostre fatiche.  

2) Caduta: Adamo ed Eva peccarono, e come risultato la terra fu maledetta, il loro lavoro fu segnato da “spine e rovi”, e la morte entrò nel mondo (Genesi 3:17-19). Perciò il lavoro diventò stancante e vano.

Anche noi ci stanchiamo della vanità del nostro lavoro. Sfortunatamente, questa fatica colpisce non solo il lavoro che svolgiamo nelle nostre case, nei nostri giardini, e nei nostri posti di lavoro; colpisce anche le buone opere che facciamo nel nome di Gesù per amore del Suo regno. Come il prete alcolista prima della sua esecuzione nel libro di Graham Greene Il potere e la gloria, siamo tentati a credere: “Non ho fatto proprio niente per nessuno; potrei anche non aver mai vissuto”.

3) Redenzione: Ma Gesù “ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia” e ci ha fatto diventare “in speranza, eredi della vita eterna” (Tito 3:5,7), e ci attira a Sé e alla sua opera compiuta, al Suo riposo. Ebrei 4:10 promette: “chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come anche Dio si riposò dalle sue”.

Alla luce di questa buona notizia, anche noi dobbiamo rinunciare alla speranza di essere giustificati dalle nostre opere buone, confidare nella Sua misericordia, e trovare riposo per le anime nostre imparando da Gesù (Matteo 11:29). La strofa della canzone di Nathan Partain “A Son of God” riassume bene questo concetto: “Sono l’ultimo e il minimo, perché non cerco più / Di essere giusto o buono, o di dimostrare il mio valore / Non sono motivato, spinto o schiacciato dal senso del dovere / Mi sento completamente sollevato perché Cristo ha fatto tutto per me”. Possiamo accettare la verità che Egli redime peccatori come noi che si presentano a Lui con le mani vuote.

4) Ristabilimento: L’opera di Gesù è sufficiente, ma questo non significa che le nostre opere siano inutili. Significa soltanto che il nostro essere precede il nostro fare. Dato che Tito 3:5-7 è vero, siamo chiamati ad avere cura di dedicarci a opere buone (Tito 3:8). Questo richiede che noi crediamo che: 1) Egli ci renderà “perfetti in ogni bene, affinché [facciamo] la sua volontà, e operi in [noi] ciò che è gradito davanti a lui” (Ebrei 13:21), 2) “Dio è potente da far abbondare su di [noi] ogni grazia, affinché …[abbondiamo] per ogni opera buona” (2 Corinzi 9:8), 3) Egli ha precedentemente preparato queste opere buone (Efesini 2:10), e 4) abbiamo una ricchezza migliore e duratura (Ebrei 10:34).  

Vivendo alla luce di questa buona notizia, posso servire gli altri senza stancarmi e sfinirmi quando sembra che il mio lavoro sia vano, avendo fiducia che la mia ricompensa sarà grande in cielo. Posso deporre la mia stanchezza ed essere rivestito delle “vesti della salvezza”, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli (Isaia 61:10).

Come potresti riposare nella realtà che il nostro essere precede il nostro fare?


Il presente articolo di Cassie Langford è un’opera di elaborazione di traduzione di IMPATTO ITALIA. Il suo utilizzo totale o parziale proibito in ogni forma previa richiesta e autorizzazione di Impatto Italia (impattoitalia@gmail.com). Il contenuto del presente articolo non è alterabile o vendibile in alcun forma.

L’uso del presente articolo sono autorizzate dall’editore originale ©Saturate. La risorsa originale può essere consultata al seguente link: https://saturatetheworld.com/2018/12/18/from-jaded-to-jeweled/

© IMPATTO ITALIA


Cassie Langford