Perché Gesù ha tardato così tanto prima di entrare nella storia umana?

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“Pastor John, salve! Può dirmi perché Gesù ha atteso così tanto (secoli e millenni) prima di finalmente entrare nella storia umana? Perché è stata così lunga l'attesa per l'incarnazione?” chiede Bryce.

Non penso che in questa vita avremo una risposta completa a questa domanda. Ma ho intenzione di suggerire alcune indicazioni. Alla fine, so che le indicazioni che ho intenzione di suggerirvi non risponderanno completamente o in modo soddisfacente alla domanda. Ma potrebbero essere d'aiuto, in quanto sono stati d'aiuto per me negli scorsi anni.

In generale, la risposta dovrebbe essere qualcosa del genere:

Dato il modo in cui Dio ha scelto di preparare il mondo a Cristo, rendere il Vangelo chiaro al mondo e prepararlo per la missione alle nazioni e alla luce del Suo disegno, per migliaia di anni questa storia ci porta alla conclusione che Cristo era necessario e appropriato. 

La lunghezza e il tipo di storia che ci porta a Cristo, fa sì che Cristo e il Vangelo diventino chiari; questo era il modo più adatto, appropriato ed efficace per rendere il mondo pronto al Messia, per il Vangelo, per la Missione.

Questa è quello che penso sia la risposta generale.

Dio ha creato il mondo, le culture e la natura dell'umanità in modo che certe condizioni, certi eventi vengano al mondo gradualmente. Possiamo sempre chiederci poi perché Dio abbia lo decretato a quel modo, ma Lui ci ha detto che alcune cose prendono tempo, cioè che prendendo tutte le realtà in considerazione, Dio ha pensato che fosse saggio che le cose andassero sviluppate nel modo in cui sono. Ecco alcuni esempi.

Dio disse ad Abramo in Genesi 15 che ci saranno state quattro lunghe generazioni che si succederanno prima che gli Israeliti ritornino alla Terra Promessa e riprendersela, cioè pressappoco 400 anni. Ed ecco la ragione data: “Alla quarta generazione essi torneranno qua; perché l'iniquità degli Amorei non è giunta finora al colmo” (Genesi 15:16). Molto strano. In altre parole, Dio considera giusto che ci sia una certa completezza della corruzione, dell'iniquità e della depravazione negli abitanti di Canaan, in modo che quando il giudizio di Dio arriverà su Israele, sarà sarà giusto che Joshua crei scompiglio tra gli abitanti di Canaan delle generazioni successive.

Quindi, abbiamo un blocco temporale di circa 400 anni che Dio considera appropriato e giusto per il completamento della pienezza dello stato degli eventi che necessita di essere preparata per un'altra cosa che dovrà accadere. Per esempio, c'è un artista che dipinge quadri e dice: la ragione per la quale questo colore è qui è che dopo ho intenzione di aggiungere questo colore, e questi due colori insieme renderanno l'insieme più bello. Quindi, secondo me, è questa la cosa che penso sia in corso d'opera in quel periodo del Vecchio Testamento.

Un altro esempio è quando Dio dice, in Isaia 6:10, che ha intenzione di predicare in modo che le persone siano temprate; Isaia chiede “Quanto a lungo, Mio Dio?” e Dio risponde: “Finché le città siano devastate,senza abitanti, non vi sia più nessuno nelle case, e il paese sia ridotto in desolazione; finché il SIGNORE abbia allontanato gli uomini, e la solitudine sia grande in mezzo al paese”. (Isaia 6:11-12). Ci sono tanti eventi e tanto tempo che Dio dice che debbano passare prima che i suoi propositi per questo tipo di predicazione siano completati.

Possiamo pensare a numeri come 70 anni di cattività per gli Ebrei in Babilonia. Perché 7 o 700? Dio ha le sue ragioni basate sulla natura di quello che Lui sta cercando di mostrare riguardo la grazia, la misericordia, la legge, la disobbedienza, l'ira, il giudizio e la santità. 

Ecco un altro importante testo, almeno per come la vedo io, per rispondere alla domanda. Il filo conduttore del Vecchio Testamento va dalla creazione, attraverso la caduta nel peccato, l'elezione di Israele, l'esodo, la legge, e un migliaio di anni in cui Israele è incapace di  di mantenere la legge. Un migliaio di anni di rottura continua del patto. Quella che leggi è una storia squallida. Disobbedienza, seguita da punizione, seguita da pentimento, seguita da misericordia, seguita da disobbedienza, seguita da pentimento, seguita da misericordia, seguita da ancora più giudizio, e così via. Davvero uno spettacolo penoso da vedere.

Adesso in Romani 3:9–18, Paolo cita mezza dozzina di passaggi dal Vecchio Testamento, principalmente dai Salmi, ma li chiama “la legge”. E il punto di questi passaggi è di mostrare che tutti sono sotto il giudizio, sia Ebrei che Gentili sono peccatori. E poi Paolo dice una delle più importanti frasi della Bibbia riguardo quello che Dio sta facendo da 2000 anni di storia ebrea. 

Nel verso 19 “Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice”, si sta riferendo a quelle frasi riguardo al fallimento di Israele e tutte le persone, “tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che sono sotto la legge”, cioè Israele, “affinché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio; 20 perché mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato davanti a lui” (Romani 3:19–20).

Dunque, Paolo usa la parola legge nel suo significato più ampio del Vecchio Testamento, e dice che il punto della testimonianza del Vecchio Testamento è che è indirizzato prima agli Ebrei, coloro che sotto la legge, cosicché ogni bocca, ogni bocca ebrea sia fermata. In altre parole, la testimonianza di Dio e quello che ha richiesto all'uomo e il seguente fallimento sia inteso a chiudere la bocca di ogni israelita in modo che non possano mai protestare per essere riusciti ad obbedire ed essere giusti davanti a Dio, ma che sono in un disperato bisogno di grazia.

Non possono averlo in nessun altro modo se non attraverso un Salvatore, un Redentore, perché il verso 20 dice che loro non l'avranno mai sulla base delle loro opere. E  aggiunge una frase cruciale: La ragione per la quale la bocca di ogni Ebreo sia chiusa dalla testimonianza del Vecchio testamento della legge e del fallimento nel mantenere la legge cosicchè “sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio”. Vale la pena considerare anche questo pensiero.

In altre parole, la storia degli Ebrei e la testimonianza del loro fallimento nel mantenere il patto che Dio fece, non solo mostra che gli Ebrei non saranno mai in grado di salvare se stessi, ma che il mondo intero è riconosciuto colpevole e ha fallito in tutti i modi in cui ha provato. Perché, se gli ebrei non possono farlo con questa speciale rivelazione e i privilegi che Dio ha dato loro, il mondo sarà quantomeno capace di andare avanti in favore di Dio? Ma poi ci dà questo nel verso 20: nessuno sarà giustificato davanti a lui.

Secondo me,  ci avviciniamo nella Bibbia alla spiegazione del perché c'è una storia così lunga, contorta, deludente, e frustrante. Dio ha comandato che la storia di Israele si sviluppasse in questo modo e per tutta la durata che lo ha fatto, cosicché Israele possa essere una lezione per le nazioni circa il Vangelo, in cui nessuno può essere giustificato per aver mantenuto la legge. Ed evidentemente Dio crede che la lunghissima storia dei fallimenti nonostante i vantaggi rende il punto nel miglior modo possibile.


John Piper (@JohnPiper) è il fondatore e insegnante di desiringGod.org e rettore del Bethlehem College & Seminary. E’ stato per 33 anni il pastore della Bethlehem Baptist Church di Minneapolis, Minnesota. Ha scritto più di 50 libri, incluso “A Peculiar Glory”.

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