Perché Gesù dormiva durante la tempesta?

Nota editoriale: 

Questo articolo è l’adattamento di un estratto del nuovo libro di Scott Redd, The Wholeness Imperative: How Christ Unifies our Desires, Identity, and Impact in the World (Christian Focus, 2018).

Nel Vangelo di Marco, la storia della tempesta segue immediatamente una serie di parabole che Gesù ha insegnato. Egli ha predicato a una folla così numerosa che dovette parlare da una barca spinta a breve distanza in mare.

Marco 4:35-41 racconta la storia di Gesù che calma la tempesta. Curiosamente, troviamo il Signore addormentato mentre intorno a lui infuria il caos:

Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che noi moriamo?» Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!» Il vento cessò e si fece gran bonaccia. (Marco 4:37-39)

Perché Gesù dormiva nella barca?

Ci sono alcune possibili spiegazioni. Marco, come molti altri autori biblici, è avaro di dettagli (include solo gli elementi necessari allo scopo dell’autore) per cui possiamo supporre che questo sia un elemento saliente della storia. Ci sono tre possibilità.

1. Un collegamento con Giona

Forse Marco ci dice che Gesù sta dormendo per collegare il racconto a Giona. La vicenda di Giona ha alcuni elementi in comune e presenta un linguaggio simile (nella sua traduzione in Greco) a Marco 4, il che suggerisce che Marco stesse richiamando quella storia. Uno di questi elementi è l’idea del personaggio principale che dorme in fondo alla nave durante la tempesta, benché il linguaggio usato per descrivere Giona sia più colorito e probabilmente peggiorativo.

2. Un indizio sull’umanità di Gesù

Gesù è pienamente uomo: Egli si affatica, parla molto in pubblico, e ha a che fare con molte persone diverse, ognuna delle quali vuole qualcosa da lui. Se pensiamo alle tensioni che vive normalmente nel lavoro quotidiano chi svolge un ministero, Gesù, che era pienamente uomo, deve aver sofferto di sfinimento durante il suo ministero terreno.

3. Un indizio sulla divinità di Gesù

Anche se Gesù è umano, ha pure piena fiducia nella sua identità divina. Come solo la seconda persona della Trinità può fare, Gesù dorme beato come un bambino in mezzo al caos, consapevole di essere uno con il Creatore e che il suo tempo non è ancora venuto. Il suo dormire è un segnale di conoscenza divina: Gesù sa che non morirà stanotte.

Naturalmente, tutte queste tre spiegazioni sono possibili nello stesso tempo, perché il linguaggio umano nelle mani di un abile autore può comunicare diverse idee complesse assieme.

Perché queste tre opzioni?

Indubbiamente, il Gesù che dorme dovrebbe farti pensare alla storia di Giona (la prima opzione), in cui si scatena una tempesta sospetta che viene calmata da Dio e tutti i testimoni rimangono terrorizzati. Ricordi quando i marinai tirarono a sorte, chiedendo: “Per causa di chi ci capita questa disgrazia?” La sorte cadde su Giona. A malincuore gettarono il profeta in mare, e la tempesta si calmò immediatamente. L’enfasi è su chi calma la tempesta. Il Signore, il Creatore del cielo e della terra, la calma, e i marinai sanno di aver appena testimoniato la potenza di Dio e la sua autorità assoluta sulle forze della natura. In Giona 1:16 leggiamo che “quegli uomini furono presi da un grande timore del SIGNORE”. La traduzione nel Greco mette in evidenza la grande paura che i marinai ebbero quando videro la manifestazione della potenza di Dio. E’ addirittura più grande della loro paura della tempesta (1:5). Sapere che il Dio del cosmo che calma la tempesta si occupa anche della ribellione di un solo uomo suscita timore.

In Marco, anche Gesù dorme. I discepoli lo svegliano perché temono per le loro vite (come in Giona, chi dorme è svegliato con una domanda retorica), e il vento e le onde sono placati. Marco sembra attirare la nostra attenzione al soggetto che calma la tempesta. In Giona, il soggetto è il Signore, ma in Marco 4 è Gesù. Gesù sta alla tempesta in Marco 4 come Dio sta al vento e alle onde in Giona 1.

E come a voler avvalorare questo concetto, i discepoli che rendono testimonianza dell’accaduto sono descritti praticamente con la stessa fraseologia usata nella traduzione in Greco di Giona. Essi sono “presi da gran timore” (Marco 4:41). La tempesta era spaventosa, ma questo profeta nella barca che aveva il potere di sgridare le intemperie costituisce un motivo di timore completamente nuovo. L’autorità di Dio incute un tale timore in coloro che ne sono testimoni diretti.

Ma la seconda opzione è altrettanto valida. Il fatto che Gesù dormisse nella barca ci ricorda la sua umanità. E’ affascinante pensare che ci fossero momenti abituali in cui il Dio-uomo, il Signore dell’universo, si sdraiva e meditava su alcuni pensieri sparsi prima di essere sopraffatto dal sonno. Come uomo egli poteva stancarsi, anche fino allo sfinimento. Così sale sulla barca e si sdraia come un viaggiatore d’affari su un volo notturno, cercando di recuperare sonno ovunque possibile. I lettori di Marco avrebbero potuto facilmente identificarsi con l’umanità di Gesù.

Anche la terza opzione è convincente. Il solo fatto che Gesù dorma è un indizio della sua divinità. Perché? Gesù non aveva paura del vento e delle onde né di quello che potevano fargli. Il Creatore non aveva bisogno di agitarsi di fronte alla pericolosità della creazione. Quando Giona dorme in segreto sottocoperta, lo fa in uno spirito di fatalismo e di timore. Quando Gesù dorme a poppa della barca, lo fa con fiducia. Non perde il sonno a causa delle condizioni metereologiche.

Gesù è più di un maestro; egli fa miracoli. Una volta che il lettore recepisce questo, Marco alza la posta in gioco.

Gesù è più di un maestro e più di uno che fa miracoli. Egli detiene l’autorità del Creatore stesso.


Scott Redd è professore associato di Vecchio Testamento al Reformed Theological Seminary di Washington, D.C, di cui è anche rettore. E’ l’autore di The Wholeness Imperative: How Christ Unifies our Desires, Identity, and Impact in the World (Christian Focus, 2018) e Wholehearted: A Biblical Look at the Greatest Commandment and Personal Wealth (Institute for Faith, Work, & Economics, 2016), e scrive regolarmente sul suo blog sunergoi.com.

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