Nove cose che dovresti sapere sulla ‘Divina Commedia’ di Dante

Il 14 settembre ricorreva il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, il “padre della lingua Italiana”. Un anno prima della sua morte, Dante terminò La Divina Commedia, uno dei più grandi poemi epici della letteratura occidentale.

Queste sono nove cose che dovresti conoscere sull’opera considerata uno dei libri più importanti dell’umanità.

1. Il poema è un viaggio allegorico dell’anima verso Dio.

La Divina Commedia è un poema epico diviso in tre parti (Inferno, Purgatorio e Paradiso) in cui l’autore viene guidato verso i nove cerchi dell’Inferno fino a raggiunge Lucifero, poi verso le sette cornici della montagna del Purgatorio, e infine verso i nove cieli del Paradiso.

Il poema rappresenta in modo allegorico il cammino dell’anima verso Dio, che inizia con il riconoscimento e il rifiuto del peccato nell’Inferno, è seguito dalla vita cristiana penitente in Purgatorio, a cui poi segue l’ascesa dell’anima a Dio nel Paradiso.

2. La Divina Commedia non è sempre stata divina e non è per niente buffa.

Il titolo originale del poema era semplicemente Commedia, il che indicava che non era stata scritta in un linguaggio raffinato e che aveva un lieto fine (il significato classico di “commedia”). Il poeta italiano Boccaccio (1313–75) chiamò il poema epico “Divina” a causa della sua geniale rappresentazione dei temi religiosi. Da allora, lo si è sempre chiamato La Divina Commedia.

3. Il poema contiene più di 500 riferimenti alla Bibbia.

Nonostante sia presentata come un’opera letteraria e non come un trattato teologico, La Divina Commedia contiene circa 500 citazioni dirette e allusioni alla Bibbia. “Pochissimi scrittori, medievali o moderni, ‘conoscono bene la loro Bibbia’ tanto quanto Dante”, disse lo studioso inglese Edward Moore nel 1897. “Questa conoscenza intima è evidenziata non solo dalle citazioni dirette, ma anche dal frequente intreccio di allusioni e fraseologia scritturale nel tessuto della sua dizione”. (L’unica versione della Bibbia a cui Dante aveva accesso era la Vulgata Latina, che includeva i libri apocrifi, come 2 Maccabei, che è all’origine della dottrina cattolica del purgatorio).

4. Nel poema, Dante incontra decine di personaggi biblici.

Lungo il suo cammino, Dante incontra quasi 900 personaggi. Alcuni di essi erano suoi contemporanei, politici del passato e leader mondiali, personaggi immaginari, esseri mitologici ed eroi dell’antichità. Ma incontra anche diverse figure della Bibbia, tra cui Gesù, Adamo, Caino, Abele, Absalom, Abraamo, Acan, Caiafa, Daniele, Davide, Elia, Eliseo, Ezechiele, Gedeone, Giacobbe, Isacco, Iefte, Giovanni il Battista, Giovanni, Giuda Iscariota, Lea, Levi, Luca, Maria, Mattia, Mical, Mosè, Nimrod, Noè, Paolo, Pietro, Pilato, Rachele, Roboamo, Saul, Simone Mago e Salomone.

5. Il numero tre (e i suoi multipli) hanno un significato teologico nel poema.

Il numero tre (come pure i suoi multipli) è un numero ricorrente nel poema. Esso è composto da tre libri (chiamati cantiche) che contengono 33 canti (sezioni di un lungo poema), e ciascun canto è costituito da terzine (strofe di tre versi). Ci sono pure nove cerchi dell’Inferno, tre bestie feroci (lonza, leone, lupa), e tre guide (Virgilio, Beatrice e San Bernardo). Questo uso ripetuto del tre rappresenta la Divina Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).

6. I nove cerchi dell’Inferno rappresentano vari peccati mortali.

La parte più influente del poema è indiscutibilmente l’Inferno. In questa sezione, Dante viaggia attraverso i nove cerchi dell’inferno, ognuno dei quali rappresenta un peccato diverso. Questi sono i nove cerchi dell’inferno in ordine di ingresso e gravità:

Limbo: In esso si trovano persone virtuose ma che non hanno mai conosciuto Gesù Cristo. Dante incontra qui Ovidio, Omero, Socrate, Aristotele, Giulio Cesare e altri.

Lussuriosi: La destinazione finale dei lussuriosi e degli adulteri. Dante incontra tra gli altri Achille, Paride, Tristano, Cleopatra e Didone.

Golosi: Qui stanno coloro che in vita si sono lasciati andare agli eccessi culinari. Qui Dante incontra persone comuni, non personaggi di poemi epici o dèi della mitologia.

Avari: Dove stanno coloro che hanno amato il denaro e il materialismo. Dante incontra altre persone comuni.

Iracondi: Le anime presenti in questo quinto cerchio sono quelle di coloro che in vita si arrabbiavano facilmente, degli imbronciati e degli scontrosi.

Eretici: Il livello riservato a coloro che hanno rifiutato la fede cristiana ortodossa. Dante qui incontra Epicuro, Papa Anastasio II e l’Imperatore Federico II.

Violenti: Questo è il primo cerchio ad essere ulteriormente suddiviso in tre gironi. Nel primo girone ci sono coloro che sono stati violenti contro il prossimo e la proprietà altrui, come Attila l’Unno. Nel secondo girone ci sono coloro che hanno commesso violenza contro se stessi (suicidio). Il terzo giorno è formato dai bestemmiatori e dai violenti contro Dio e la natura.

Fraudolenti: Questo cerchio si distingue dai precedenti punendo i peccatori che usarono la malizia in modo fraudolento. Questo livello include ruffiani e seduttori; adulatori e lusingatori; simoniaci (coloro che vendevano le cariche ecclesiastiche); maghi e indovini, astrologi e falsi profeti; politici corrotti; ipocriti; ladri; consiglieri fraudolenti; scismatici (chi si separa da una religione per formarne una nuova) e alchimisti, falsari, spergiuri, impostori, ecc.

Traditori: Il cerchio più profondo dell’inferno, dove dimora Satana. Questo livello è diviso in quattro zone. La prima è la Caina, dal nome di Caino, che uccise suo fratello Abele, ed è riservata ai traditori della famiglia. La seconda zona è l’Antenora—da Antenore di Troia, che tradì i Greci—ed è riservata ai traditori della patria e del partito. La terza è la Tolomea, da Tolomeo, noto per aver invitato Simone Maccabeo e i suoi figli a cena per poi ucciderli. La quarta zona è la Giudecca, dal nome di Giuda Iscariota, che tradì Cristo. Questo cerchio è riservato ai traditori dei loro signori, benefattori e padroni.

7. Dante si innamorò della sua musa quando aveva 9 anni.

Nel poema, il personaggio di Beatrice rappresenta la rivelazione divina, la teologia, la fede e la grazia. Questa figura pressoché divina conduce Dante in quasi tutte le sfere celesti. Dante si ispirò a una donna italiana di nome Beatrice di Folco Portinari. Dante la conobbe ad una festa quando entrambi avevano 9 anni e se ne innamorò all’istante. Il successivo —e ultimo—incontro tra i due avvenne nove anni dopo, ma Dante ormai si era impegnato a sposare un’altra donna. Beatrice morì sette anni dopo all’età di 25 anni.

8. Il verso più conosciuto è un’iscrizione all’entrata dell’inferno.

Il verso più conosciuto del poema è l’iscrizione sulla porta dell'Inferno, che si conclude con la frase “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate”. 

9. Il poema di Dante ha ispirato artisti e media, dalle sinfonie ai fumetti.

Numerosi musicisti sono stati ispirati dal poema, tra cui i compositori classici Franz Liszt (Sinfonia Dante) e Pyotr Ilich Tchaikovsky (Francesca da Rimini, opera sottotitolata “Fantasia sinfonica tratta da Dante”), e la band di musica elettronica Tangerine Dream (che ha pubblicato album e musicato tutte e tre le parti del poema). Anche scrittori come Chaucer, John Milton e T. S. Eliot hanno tratto ispirazione dall’opera di Dante, come pure artisti come Salvador Dalí e Auguste Rodin (la cui famosa scultura, Il pensatore, faceva originariamente parte di un’opera chiamata Le porte dell'Inferno. Il poema ha ispirato anche videogiochi (come il gioco d’azione del 2010 Dante’s Inferno) e fumetti (come l’annuario numero 4 di X-MenNightcrawler’s Inferno”, pubblicato negli anni 80)


Joe Carter è uno dei redattori di The Gospel Coalition, autore di The Life and Faith Field Guide for Parents, il curatore della NIV Lifehacks Bible, e coautore di How to Argue Like Jesus: Learning Persuasion from History’s Greatest Communicator. È anche il pastore associato della McLean Bible Church ad Arlington, Virginia. Puoi seguirlo su Twitter.

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