L’adorazione di sé è la religione che cresce più rapidamente nel mondo

Nel loro recente libro Good Faith: Being a Christian When Society Thinks You’re Irrelevant and Extreme, David Kinnaman e Gabe Lyons documentano che l’84 per cento degli americani crede che “divertirsi è l’obiettivo supremo della vita”.

Inoltre, l’86 per cento crede che per divertirsi bisogna “ricercare le cose che più si desiderano”.

E il 91 per cento è d’accordo con la seguente affermazione: “Se vuoi trovare te stesso, guarda dentro di te”.

Ai nostri giorni, la risposta del Catechismo di Westminster è stata invertita: “Lo scopo principale dell’uomo è glorificare Dio e gioire in lui per sempre”. Si potrebbe persino sostenere che l’adorazione di sé è la religione che cresce più rapidamente nel mondo. È certamente la più antica del mondo (basta leggere Genesi 3). Oltretutto, questa religione è alla base di molte delle questioni sociali e politiche più scottanti dei nostri giorni.

Sei comandamenti

Questi sono i comandamenti sacri di questa religione mondiale antica ma tuttora di moda:

  • La tua mente è la fonte e lo standard della verità, quindi qualunque cosa tu faccia, credi in te stesso. #lerispostesonodentro

  • Le tue emozioni sono l’autorità finale, perciò non dubitare mai dei tuoi sentimenti (e non permettere che gli altri lo facciano). #seguiiltuocuore

  • Tu sei sovrano, quindi mostra la tua onnipotenza e piega l’universo ai tuoi sogni e alle tue aspirazioni. #vivilatuaverità

  • Tu sei supremo, quindi agisci sempre in funzione del tuo scopo principale, che è quello di glorificare te stesso e divertirti per sempre. #siviveunavoltasola

  • Tu sei il summum bonum—lo standard della bontà—quindi non permettere che nessuno ti opprima con il concetto antiquato che sei un peccatore bisognoso della grazia. #noncambiaremai.

  • Tu sei il Creatore, perciò usa il tuo illimitato potere creativo per crearti la tua identità e il tuo scopo. #autenticità.

Qual è il problema?

Il problema della religione dell’adorazione di sé è questo (oltre a quello evidente di essere una ribellione contro Dio): Quando cerchiamo di essere noi la nostra fonte di verità, finiamo lentamente con l’impazzire. Quando cerchiamo di essere noi la nostra fonte di soddisfazione, diventiamo miserabili. Quando diventiamo noi il nostro standard di bontà e giustizia, diventiamo degli odiosi farisei. Quando cerchiamo di glorificare noi stessi, perdiamo ogni gloria.

Perché? È semplice. Noi non siamo Dio. Non siamo stati fatti per credere in noi stessi, o per essere definiti da noi stessi, soddisfatti in noi stessi e affascinati da noi stessi. Siamo stati fatti per adorare Uno infinitamente più interessante e meraviglioso di noi stessi. Siamo più autenticamente e liberamente noi stessi quando ci troviamo in uno stato di riverenza e dimentichiamo noi stessi. Per citare Albert Einstein: “Una persona inizia a vivere per la prima volta quando riesce a vivere al di fuori di se stessa”.

Più siamo assorbiti da noi stessi, meno siamo stupiti; meno siamo stupiti, meno siamo pienamente e liberamente noi stessi.

Ogni anno, più di 35.000 persone fanno lo scomodo viaggio verso il Monte Everest, 4 milioni e mezzo verso il Grand Canyon, 3 milioni e mezzo verso il Parco nazionale di Yosemite e 30 milioni verso le cascate del Niagara. Nel profondo del nostro cuore, desideriamo provare stupore. Siamo stati creati per questo, e la scienza pian piano sta arrivando a questa antica verità biblica.

Lo scienziato Paul Piff dell’Università della California ha coniato il termine “piccolo io” per descrivere questo fenomeno. Dopo aver esposto i suoi soggetti a diversi “elicitori di stupore”, Piff ha riferito: “Abbiamo riscontrato gli stessi tipi di effetti. Le persone si sentivano più piccole, meno importanti, e avevano un comportamento più pro-sociale”. Le persone rimaste sbalordite erano più generose, più dedite ai bisogni altrui e più attente alla natura.

La scienziata comportamentale Michelle Lani Shiota di Arizona State ha scoperto che il senso di stupore non solo aumenta le decisioni generose; migliora drasticamente anche la nostra cognizione. Lo stupore ci rende meno sensibili alle cattive argomentazioni e più reattivi a quelle buone. Ci sono montagne di ricerche condotte da psicologi che associano esperienze di meraviglia e grandiosità a una diminuzione sostanziale della depressione.

Desideriamo vite più piene e felici? La scienza è chiara. Facciamoci sbalordire da qualcosa, o meglio da qualcuno, infinitamente più grande di noi. Se vogliamo avere un effetto durevole e controculturale su una società innamorata della religione dell’adorazione di sé, allora rimettiamo al centro delle nostre vite il Dio che è “grandemente temuto nell'assemblea dei santi, e profondamente rispettato da tutti quelli che lo circondano” (Salmo 89:7).


Thaddeus Williams (PhD, Vrije Universiteit, Amsterdam) è professore associato di teologia sistematica alla Biola University. Il suo nuovo libro, Confronting Injustice without Compromising Truth: 12 Questions Christians Should Ask About Social Justice (Zondervan, 2020), è un best seller. Ha insegnato giurisprudenza alla Trinity Law School, un corso di studi sulla visione del mondo presso L’Abri Fellowships in Svizzera e Olanda, ed etica per Blackstone Legal Fellowship e Federalist Society a Washington, D.C. Thaddeus vive nel sud della California con sua moglie e quattro figli. Puoi connetterti con lui sul suo sito internet, Facebook e Twitter.

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