La chiesa, il vangelo e la violenza contro le donne

Le Nazioni Unite hanno istituto la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra ogni anno il 25 Novembre.

In molti hanno riflettuto su questo atto orrendo. Qui sotto trovate alcuni link ed estratti:

Justin Holcomb, “Un esame attento della violenza contro le donne”.

La Bibbia ci insegna che a causa del peccato, la sofferenza e la violenza sono entrate nel mondo. Una delle manifestazioni del peccato visibile in tutte le Scritture e nella storia umana è il pervasivo dominio maschile sulle donne e la violenza maschile contro le donne. Questi sono alcuni dei numerosi modi in cui le donne in tutto il mondo continuano a sperimentare violenza e oppressione. . . .

Russell Moore, “La chiesa e la violenza contro le donne”.

La violenza degli uomini contro le donne è un problema reale nella nostra cultura, un problema che la chiesa deve affrontare. La nostra responsabilità in questo non è semplicemente a livello di giustizia sociale ma anche a livello di giustizia ecclesiale.

Dobbiamo insegnare dai nostri pulpiti, nelle nostre scuole domenicali e nelle nostre scuole bibliche estive che le donne vanno amate, onorate e protette dagli uomini. Ciò significa insegnare agli uomini a rifiutare il consumismo del playboy americano alla luce del Giudizio, nel quale essi dovranno rendere conto di come si sono presi cura delle loro famiglie. Significa dire esplicitamente alle donne nelle nostre chiese che “un uomo che ti picchia ha rinunciato al suo ruolo di guida, e che è compito delle autorità civili fare giustizia pubblica e di questa chiesa esercitare la disciplina ecclesiale”.

Owen Strachan, “Perché gli uomini violenti ripudiano la vera mascolinità. Lettera a un marito violento”.

Il tuo modo di comportarti attuale, Bob, assomiglia a una guida satanica. Stai aggredendo e demolendo. Il modello biblico è la guida di Cristo, sacrificale, che mette al centro gli altri in modo che essi possano crescere e prosperare. Se non decidi di porre fine a questo tuo comportamento, gli anziani della tua chiesa “ti consegneranno a Satana, per la rovina della carne” (1 Corinzi 5:5). Se sei intenzionato a distruggere i tuoi cari, dovrai fare i conti con la prospettiva di vivere la tua vita fuori dalla chiesa, mettendo la tua anima in pericolo di distruzione eterna se non ci sarà un ravvedimento secondo il vangelo da parte  tua. . . .

Ravvediti dei tuoi peccati. Essi sono un lezzo per le narici di Dio. Se non fosse per il valore che hai come portatore dell’immagine di Dio, non avrei difficoltà a minacciarti di farti del male personalmente, e di portare molti uomini con me. Vista la situazione attuale, se perseveri nei tuoi maltrattamenti continuati, porterò davvero degli uomini con me per soccorrere tua moglie e la tua famiglia, e non ti permetteremo di fare loro del male. Faremo in modo che venga applicata su di te la legge in tutta la sua severità. Siamo uomini di Dio; non siamo deboli; siamo leader e protettori di mogli e figli. Il Signore ci ha salvato dalle nostre iniquità e ci ha trasformati per essere buoni con le persone che Egli ci ha dato. Come uomini di Dio, non abbiamo paura di te. Per certo ti terremo testa. Ti esortiamo a cessare i tuoi maltrattamenti, a ravvederti dal tuo peccato e ad abbandonare le dinamiche di distruzione che hai iniziato.

Mike Cosper, “I maltrattamenti e la risposta cristiana (complementariana)“:

Primo: il fatto di essere membro di questa chiesa non ti offre alcuna protezione né conforto. Potrei venire a farti visita— in prigione o a casa tua—ma non sarà per rassicurarti di alcunché ma solo per chiamarti al ravvedimento. Sto incoraggiando tua moglie ad allontanarsi da te finché non dimostrerai di esserti ravveduto. Oltre a questo, non vedo nessuna ragione per incoraggiarla ad avvicinarsi a te. Sarà anche vero che alcuni mariti violenti hanno cercato la protezione di pastori e di chiese, definendo il maltrattamento una questione privata ed evitando così le conseguenze legali. Non ho nessuna intenzione di fornire questa protezione. Le autorità saranno chiamate in causa.

Secondo: come membro di questa chiesa, hai sottoscritto un patto che prevede formalmente la disciplina di chiesa in situazioni di questo genere. Ciò significa che i tuoi pastori si impegnano a proteggere tua moglie da te e ad avviare un processo che —in assenza di un ravvedimento visibile da parte tua—si concluderà con la tua rimozione da membro della chiesa. Una persona impenitente che vive nel peccato (come la violenza domestica) non dovrebbe ricevere nessuna consolazione dal vangelo, perché la sua vita non porta nessun frutto secondo il vangelo. Inviteremo i membri della chiesa a trattarti come un non credente, e a esortarti al ravvedimento quando ti incontrano. Come comunità, siamo tutti uniti nel credere che i tuoi peccati siano terribilmente pericolosi per la tua anima e per la testimonianza della chiesa nel mondo. Questo è il motivo per cui intendiamo procedere con la disciplina.

Terzo: molti mariti violenti giustificano i loro maltrattamenti facendo l’elenco dei “peccati” delle loro mogli—essere ossessionanti, rifiutare la sottomissione, ecc. Alcuni uomini cristiani cercano addirittura di giustificare una condotta prepotente e violenta con la Bibbia. Intendo privarti di una simile giustificazione, cominciando con un brano biblico che (a prima vista) potrebbe sembrare in tua difesa. Efesini 5:22-28. . . .

Matt Smethurst, “Uomo, non scherzare con lei”.

“Il Signore detesta . . . colui che ama la violenza” (Salmo 11:5).

Quest’ultimo versetto è particolarmente spaventoso, vero? Si potrebbe pensare che significhi semplicemente che Dio odia la violenza. Invece, esso afferma che Dio odia il violento. Egli detesta i mariti violenti.

Non importa come la si giri, maltrattare le donne è inaccettabile. Sempre. Nessun asterisco.

Dio chiama i mariti ad amare le loro mogli (Colossesi 3:19; Efesini 5:25, 33), a godere la vita con loro (Ecclesiaste 9:9), ad avere riguardo di loro (1 Pietro 3:7), ad onorarle (1 Pietro 3:7), a nutrirle (Efesini 5:29), ad amarle (Efesini 5:29), a provvedere per loro (1 Timoteo 5:8), a lodarle (Proverbi. 31:28) e, beh, hai capito.

Fratelli, che il Signore ci liberi dal tollerare un vigliacco violento che osa danneggiare una delle meravigliose portatrici della Sua immagine.

Jonathan Leeman, “La violenza contro le donne e la disciplina di chiesa“:

Come dovrebbe reagire una chiesa nel caso in cui un marito maltratti sua moglie, o un uomo sua figlia? Con fermezza e rapidità.

Una chiesa dovrebbe iniziare aiutando ad allontanare la donna dal luogo dove viene maltrattata. Gli anziani potrebbero scegliere di aiutare la donna a trovare una sistemazione diversa anche in presenza della sola minaccia di violenza. Se una donna è stata effettivamente aggredita, essi devono richiedere l’intervento della polizia. Le lesioni personali ricadono nella giurisdizione dello stato (Romani 13:1-7), e come cristiani possiamo ringraziare Dio per il fatto di vivere in un tempo in cui lo stato si interessa di queste cose.

Come in altri casi di peccato evidente e impenitente, i maltrattamenti possono e devono essere motivo di scomunica da parte della chiesa. Invece di spiegare semplicemente questo, ho pensato che potrebbe essere utile scrivere un esempio del tipo di lettera di disciplina che la nostra chiesa invierebbe. (Questa specifica lettera non si riferisce a una situazione reale). Senza dubbio, una lettera come quella che segue presume che gli anziani si siano già confrontati con l’individuo, e che per una ragione o per l’altra abbiano accertato che la professione di fede di quell’uomo non sia più credibile in virtù delle sue azioni.

Mary Kassian, “Dichiarazione sul maltrattamento“:

Puoi prenderti un momento proprio adesso per pregare per le donne nella tua chiesa? Prega affinché ogni relazione violenta possa venire alla luce, e che quella violenza non rimanga nascosta. Prega affinché le donne vittime di maltrattamenti abbiano il coraggio di chiedere aiuto. Prega affinché leader e counselor sappiano come affrontare con saggezza ogni singola situazione. Prega affinché la potenza di Dio possa portare discernimento, chiarezza, liberazione e guarigione. Prega affinché la chiesa possa cercare di riflettere il cuore amorevole e protettivo di Dio, e battersi per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Thabiti Anyabwile, “Caro Jack: lettera a un marito violento“:

Sto cercando di portare alla luce quelli che certamente sono i sentimenti che provi verso te stesso. Come puoi avere rispetto di te stesso come uomo se ricorri alle percosse con la donna che ti ama? Sicuramente non puoi. Ed è il fingere che tu hai rispetto per te stesso o il pretendere che gli altri abbiano rispetto di te che ti terrà intrappolato nei peccati dell’ira e della violenza. Fingere è la pesante coltre dell’autoinganno. Quindi, come uomo come te, ti sto dando modo di ammettere le tue lotte con chi condivide alcune di esse e di essere libero dal fingere che ci tiene intrappolati. Non c’è niente di peggio che fingere di essere un uomo che ha tutto sotto controllo pur sentendo che dentro di te tutto sta andando a pezzi. Da uomo a uomo: ecco una via d’uscita. Prendila.

Per i pastori alla ricerca di risorse vangelocentriche su come dare consiglio sia al colpevole che alla vittima, è possibile ordinare i seguenti articoli da CCEF:

David Powlison e Paul David Tripp, “Come consigliare in caso di violenza domestica? Aiutare il colpevole

Linee guida per aiutare chi si è reso colpevole di violenza domestica. Definire il bisogno comune della grazia con attenzione. Penetrare la nebbia della confusione e dell’elusione. Portare la parola della grazia in Gesù Cristo che mira alla ricostruzione sostanziale del cuore e dello stile di vita.

Ed Welch, “Come consigliare in caso di violenza domestica? Aiutare la vittima

Brevi linee guida per aiutare una persona vittima di violenza. Primo, ascolta il grido dell’oppresso. Secondo, insegna all’oppresso a riporre la sua speranza in Dio. Terzo, insegna all’oppresso a “rendere innocuo” l’aggressore con una santità coraggiosa nell’amore di Cristo, invece di oscillare tra timore e vendetta.


Per ultima cosa, ricordiamo queste due verità: (1) Dio detesta i mariti violenti, e (2) Cristo è morto per i mariti violenti. Entrambe le affermazioni sono bibliche. In passato è stato troppo semplice ignorare il peccato e distogliere il nostro sguardo da questa vile violenza, sminuendo dal punto di vista funzionale la prima verità e la realtà della giustizia biblica. Oggi invece potrebbe essere troppo facile sminuire dal punto di vista funzionale la seconda verità e la realtà della grazia biblica non offrendo la speranza evangelica a chi si ravvede sinceramente.


Justin Taylor è il vicepresidente esecutivo per la pubblicazione di libri della casa editrice Crossway. È autore dei blog Between Two Worlds e Evangelical History. Puoi seguirlo su Twitter.

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