In tutti i villaggi

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Doddsgreen era più piccolo di un villaggio. Era soltanto una stradina con poche fattorie e una fila di casolari costruiti per ospitare i braccianti agricoli. La scuola aveva in tutto meno di trenta bambini, e il Signor Townsend era il preside. Non era il posto per farti un nome, e nemmeno da notare se ci passavi in aiuto.

Steve faceva spesso a piedi il tragitto per raggiungere la scuola. Con il resto dei bambini aveva sentito il Signor Townsend condividere il glorioso vangelo eterno di un predicatore di campagna, da Nazaret tra tutti i luoghi possibili, che era il Figlio di Dio. Dio usò le parole del Signor Townsend per salvare Steve e farlo diventare un discepolo di Gesù Cristo. La sua nuova fede fu nutrita alla scuola domenicale, diretta anche questa dal Signor Townsend. Non si direbbe, ma la famiglia Townsend aveva fatto una decisione strategica per il Regno di Dio.

La strategia di Dio per fondare chiese

Eppure le strategie di Dio sono sempre state diverse dalle nostre. Noi ci facciamo impressionare dalle dimensioni, dalla velocità, dalla potenza e dalla forza. A causa della nostra natura decaduta siamo tutti quelli che Martin Lutero avrebbe definito “teologi della gloria”. Desideriamo ciò che appare glorioso, ricco, potente e spettacolare. Il nostro Dio, al contrario, scelse la via della croce. Egli scelse la via del rifiuto, della solitudine, dell’infamia e del fallimento per venire da noi, salvarci, perdonarci e amarci. Egli ci chiama a essere “teologi della croce”. Egli ci chiama a seguire la sua strategia e a svuotare noi stessi, diventare nulla e scegliere di diminuire affinché Cristo possa crescere in ogni onore. È questo stesso Cristo che scelse i piccoli posti; non nacque né a Roma né a Gerusalemme, ma a Betlemme. Egli fu adorato e accolto da pastori, lo stesso tipo di uomini che egli scelse per diventare padri di nazioni, sconfiggere il faraone e uccidere Golia.

La chiesa nella città di Corinto fu fondata da Paolo, il missionario e l’apostolo. Per diciotto mesi egli predicò con profitto il vangelo e fondò la chiesa dei Corinzi. Anche se molti furono salvati, non c’era traccia di prestigio nel ministero di Paolo. Più tardi esortò la chiesa di Corinto a considerare che “non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio” (1 Corinzi 1:26-29).

Questa è una buona notizia per noi che serviamo Cristo in piccoli paesi e città. Penso che al Signor e alla Signora Townsend non interessasse l’importanza della scuola, della chiesa e del paesino dove servivano Cristo. Hanno semplicemente obbedito alla loro chiamata a essere discepoli che fanno altri discepoli tra tutti i popoli. Non c’è alcun bisogno di cercare un posto importante o strategico per fondare una chiesa quando la strategia di Dio è di raggiungere persone qualsiasi, deboli, inferiori e disprezzate. Puoi fondare una chiesa ovunque per raggiungere dei nessuno, a patto di considerare te stesso un nessuno.

Piantando e annaffiando il seme del vangelo, il Signor e la Signora Townsend hanno visto Dio farlo crescere. Steve aveva poco più di vent'anni quando andò a vivere in un paesino nel cuore della contea di Shropshire, in Inghilterra. Come pastore della cappella non-conformista del paese, stava cercando di capire come ri-fondare una chiesa di campagna. Essendo stato “uno studente non molto dotato in una scuola biblica non particolarmente valida”, Steve accettava volentieri consigli, insegnamenti e libri dal vicino pastore Battista, Alvin Shuttleworth. In un altro paesino insignificante, Steve fu discepolato per affrontare la sua prima esperienza nella fondazione di chiese. Non sarebbe stata l’ultima per lui.

La strategia di Paolo per fondare chiese

Molti di noi hanno le proprie radici in paesini e piccole città del mondo. Siamo stati salvati lì, siamo cresciuti lì, siamo stati discepolati lì, abbiamo lavorato lì. Pianure e altipiani rurali sono sempre stati posti in cui il Signore ha messo il suo popolo e la sua chiesa. Il libro degli Atti racconta come il messaggio di Gesù Cristo si diffuse da Gerusalemme, dalla Giudea e dalla Samaria fino alle estremità della terra. Racconta in particolare l’opera dei missionari Pietro e Paolo. I grandi viaggi di Paolo culminarono a Roma, la città delle città, e comprendevano altri importanti centri come Corinto e Filippi.

Sicuramente Paolo desiderava raggiungere quante più persone poteva con il messaggio di Gesù Cristo, ma il suo approccio ricordava la strategia di Dio. Oltra che predicare ai nessuno in una città, Paolo era altrettanto felice di predicare ai nessuno che vivevano nel mezzo del nulla. Vediamo questo proprio all’inizio della sua vita come missionario. Mandato in missione dalla chiesa della grande città di Antiochia, egli partì per Cipro. Luca scrive che iniziarono a Salamina, sulla costa orientale, e attraversarono “tutta l’isola fino a Pafo” ad ovest (Atti 13:6). Le due città portuali erano importanti per le loro dimensioni e per le loro rotte, ma tutta l‘isola fu visitata. I villaggi avevano bisogno del vangelo di Paolo tanto quanto le città.

Notiamo questo approccio in tutto il racconto in Atti. Spesso le città principali sono menzionate per farci capire dove si trovava la squadra missionaria, ma la loro opera sicuramente non era confinata a questi centri. Per esempio, leggiamo che trovandosi sotto la persecuzione a Iconio, Paolo e i suoi compagni “…fuggirono nelle città di Licaonia, Listra e Derba e nei dintorni; e là continuarono a evangelizzare” (Atti 14:6-7). Queste città erano piccole e insignificanti, e i villaggi limitrofi erano ancora meno importanti.

Il ministero di Paolo includeva certamente grandi città: erano tappe obbligate a causa dei loro collegamenti marittimi e stradali ma ancora di più a causa delle tante persone che avevano bisogno di ascoltare il messaggio di Cristo. È necessario che molte più chiese vengano fondate nelle città di tutto il mondo, molte delle quali hanno tassi di crescita demografica enormi. Il ministero di Paolo non aveva comunque una strategia precisa. Egli andava nelle città perché voleva predicare il vangelo a tutti, e per lo stesso motivo si recava anche nei villaggi. Egli era più opportunistico che strategico, fidandosi del Signore per la strategia. Un esempio di questo si può vedere in Atti 17:10-15, quando Paolo predica nella piccola città di Berea e vi trova un’accoglienza al vangelo più nobile rispetto alla più grande e importante Tessalonica. Quando Paolo va ad Atene, i suoi collaboratori Sila e Timoteo rimangono a Berea per consolidare la chiesa. Se Paolo si fosse occupato della strategia, avrebbe certamente voluto che tutta la sua squadra lo seguisse nell’importantissima città di Atene. Invece, egli confida in Cristo per la strategia, vede che lo Spirito sta operando a Berea, e utilizza le sue risorse di conseguenza.

L’amore di Cristo per i perduti

Questo non ci sorprende. In tutta la Scrittura il Signore ha amato le genti, volendo portare una grande moltitudine ad adorare suo Figlio. Il grande Re Davide, che conquista Gerusalemme e ne fa il centro della nazione di Dio, proviene dal minuscolo villaggio di Betlemme. Il più grande Re Gesù che regnerà sulla Gerusalemme celeste nacque nello stesso villaggio. Mosè crebbe nelle stanze del potere, ma il Signore lo mandò nel deserto a fare il pastore prima che fosse pronto per guidare il popolo di Dio. Città e villaggi sono pieni di persone che hanno egoisticamente seguito il peccato che li ha allontanati dal loro Dio. Città e villaggi sono pieni di persone che hanno bisogno di udire la buona notizia che il loro Dio è venuto per morire per loro prima di venire per giudicarle. C’è perdono, accoglienza, amore e grazia per tutti quelli che accettano Gesù Cristo come Signore e Salvatore: per la donna che vive tutta la sua vita in a villaggio in Guatemala così come per la ragazza che va a scuola in centro città, per il ragazzo che ara i campi così come per l’uomo d’affari che lavora nel suo ufficio in un grattacielo.

Nel 2014, al ritiro di Acts 29 per i pastori a Miami, si parlò molto di un punto di svolta che era appena stato raggiunto. La notizia era che il 51% della popolazione mondiale viveva nelle aree urbane. Per la prima volta nella storia, c’erano più persone che vivevano nelle città che in campagna. Steve Timmis, all’epoca direttore generale di Acts 29, commentò dal palco che questo voleva dire che il 49% della popolazione mondiale viveva in aree rurali.

Steve è un fondatore di chiese molto conosciuto e rispettato. È il responsabile di un network mondiale per la fondazione di chiese. È pastore di Crowded House, una chiesa nella città di Sheffield, Inghilterra, e ha scritto diversi libri sulla fondazione di chiese e sulla vita ecclesiale.

Steve è stato salvato grazie a un insegnante a Burleydam, e cresciuto nella fede grazie a un monitore della scuola domenicale a Doddsgreen. Quando era un giovane fondatore di chiesa in un contesto rurale è stato discepolato dal pastore di una piccola città di mercato. Il suo punto a Miami era semplice: la fondazione di chiese è la strategia missionaria di Dio per raggiungere il mondo. Se quasi la metà della popolazione mondiale vive in zone rurali, quasi la metà delle chiese nel mondo dovrebbe essere fondata in aree rurali. Ma così non è.

Il Collettivo Rurale di Acts 29

Acts 29 è una famiglia globale e diversificata di chiese che fondano chiese. La nostra visione e il nostro desiderio è vedere chiese fondate che continuano a fondare chiese. NeI 2017 sono state individuate tre aree di bisogno; tre contesti con poche risorse e scarsamente rappresentati nella fondazione di chiese: i poveri delle città, le regioni a maggioranza musulmana e le aree rurali.

“La chiesa in posti difficili” è una piattaforma collaborativa di Acts 29 nata per vedere chiese fondate in luoghi in cui è difficile vivere.

A quest’ultima è seguito il Collettivo Rurale. Dare una definizione di “area rurale”, specialmente in un contesto globale, non è semplice. Molte organizzazioni sembrano scegliere semplicemente la definizione “non urbana”, ma essa non coglie appieno il valore e il senso della fondazione di chiese rurali. Per cogliere meglio questo, abbiamo pensato ai seguenti indicatori di vita rurale:

Geografici:

  1. Scarsa popolazione/bassa densità di popolazione.

  2. Isolamento (non abbastanza vicina alle aree urbane).

  3. Trasporti limitati.

Demografici:

  1. Scarsa istruzione media o basso tasso di alfabetizzazione.

  2. In gran parte omogenea dal punto di vista etnico.

  3. Natura precaria della zona (per es., emigrazione ma immigrazione limitata).

Socio-economici:

  1. La prevalenza di una o poche industrie dominanti.

  2. Scarsa mobilità sociale.

  3. Vita di sussistenza.

  4. Scarso accesso alla tecnologia e ai servizi.

Poche aree rurali presenteranno tutti questi indicatori, ma più ce ne sono, più quell’area è rurale. L’altra definizione di rurale è quella che conosciamo istintivamente, anche se la natura diversificata della vita rurale nel mondo implica che ciò che è necessario per fondare chiese nell’Australia rurale è diverso dalle zone rurali del Malawi o del Guatemala.

Le piccole località isolate e dimenticate 

Mediante questi indicatori vogliamo vedere chiese fondate nelle piccole località isolate e dimenticate. Vogliamo vedere Cristo adorato da tutti: piccoli e grandi, in villaggi e paesi così come in città e periferie.

Ecco perché il Collettivo Rurale è una nuova e entusiasmante iniziativa per Acts 29. Il Collettivo lavorerà al fianco dei network esistenti di Acts 29, per fornire le risorse a loro necessarie in modo da vedere più chiese rurali fondate. Infatti, lo scopo principale di Acts 29 non è fondare chiese direttamente, ma fondare chiese che fondano altre chiese.

Questo è un inizio. È un inizio per cercare di capire di che cosa hanno bisogno i network in termini di valutazione, coaching, formazione e supporto per vedere fondate chiese rurali. Ma non è l’inizio. L’inizio è stato nel Giardino di Eden e nel Giardino di Getsemani. La fine sarà una Nuova Gerusalemme, con al centro un fiume e un albero, così noi abitanti della campagna ci sentiremo a casa esattamente come la gente di città. Fino ad allora, che il glorioso vangelo del Cristo crocifisso possa essere predicato in ogni città, paese, villaggio e vicolo alla lode di Dio.


John Hindley è stato salvato da Cristo oltre vent’anni fa. E’ sposato con Flick e ha tre figlie. Dopo aver partecipato alla fondazione di una chiesa a Manchester, John e Flick si sono trasferiti nel 2009 a North Norfolk, una zona rurale dell’Inghilterra. Broadgrace church è stata fondata da Cristo nel 2010 e John ne è il pastore.

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