Fondare chiese in una città spiritualmente in rovina come Dublino

TRASCRIZIONE PODCAST

Tony Merida: Benvenuti al Podcast “Churches Planting Churches” che tratta di fondazione di chiese e teologia condotto da me, Tony Merida.

L’Irlanda ha una ricca storia di fede nel Dio vivente. Un tempo era la nazione con il maggior numero di fedeli a riempire le chiese. Purtroppo, non è più così. La popolazione attuale sta soffrendo la carestia spirituale. 

Mentre altre religioni del mondo come l'Islam e gli ortodossi sono in aumento a Dublino, la visione del mondo religioso in più rapida crescita è quella degli irreligiosi. Al contrario, le denominazioni cristiane evangeliche sono in costante calo. Oggi a Dublino c'è circa una chiesa per ogni 40.000 abitanti.

La fondazione di chiese in questo contesto postmoderno è difficile. L'investimento finanziario richiesto è elevato. La mèsse è abbondante, ma gli operai sono pochi. Eppure per pastori come Mark Smith e altri, l'impegno a fare discepoli e fondare chiese a Dublino è risoluto a causa della loro incrollabile speranza nel vangelo di Gesù Cristo.

Oggi sono entusiasta di avere Mark Smith con me come ospite del podcast. Mark è sposato con Philippa ed è pastore della City Church Dublin, oltre a lavorare per Acts 29 Irlanda. Benvenuto Mark!

Mark Smith: Grazie Tony. È un piacere essere qui.

Tony: Lo è anche per me. Non ricordo nemmeno dove ci siamo incontrati, forse in Europa, a Belgrado.

Mark: Sì, penso sia stato a Belgrado. Ero lì qualche anno fa, con altri fratelli irlandesi.

Tony: Sì, parlando di fratelli irlandesi, presto intervisteremo Dye Hanky. Lo conosci?

Mark: Sì, lo conosco. Serviamo il suo caffè alla City Church, infatti.

Tony: Wow! Parlerò a tutti del suo caffè. Sei più a sud di Lucas Parks, giusto?

Mark: Sì, abito a due ore dalla sua chiesa, a Dublino, la capitale dell’Irlanda. Mentre Belfast è la capitale dell’Irlanda del Nord. E che tu ci creda o meno, sono due paesi completamente diversi.

Tony: Sì, strano. Vero?

Mark: La gente fa fatica a crederci.

Tony: Puoi spiegarmi un po’ la geografia del Regno Unito?

Mark: Il Regno Unito è composto da Gran Bretagna e Irlanda del Nord, e la Gran Bretagna è composta da Inghilterra, Scozia e Galles. Quindi è tutto territorio della regina. E poi ci sono le altre 26 contee della Repubblica d'Irlanda che sono diventate uno Stato a sé stante quasi 100 anni fa. Così nei primi anni venti del 1900 dopo una sorta di guerra di indipendenza e in seguito al trattato che fu ratificato qui in Irlanda, rinunciammo alle sei contee che sarebbero poi diventate l'Irlanda del Nord. Ed è proprio quello su cui si basava gran parte del conflitto perché c'erano (e ci sono ancora) persone che dicevano cose come “un'Irlanda libera a metà non è libera". E così stiamo combattendo per un'Irlanda unita. È stata una cosa molto controversa. Quindi c’erano ragazzi che combattevano insieme contro gli inglesi, a cui tutti voi americani direte di sì e amen … nessuna tassazione senza rappresentanza.

Tony: Non prendermi in giro.

Mark: Siamo passati dalla lotta al fianco degli inglesi alla lotta reale l'uno contro l'altro nella guerra civile irlandese perché la guerra civile irlandese era pro e contro il trattato. O eri favorevole a quel trattato con cui si è rinunciato al Nord, considerandolo come un trampolino di lancio verso l'unità irlandese oppure eri contro di esso: "No, non possiamo fare questa concessione". Così si formò l'Irlanda del Nord. Ci dichiarammo una Repubblica nel 1949 all'incirca nello stesso periodo di Israele. E da allora siamo una Repubblica indipendente.

Tony: Wow. Quindi hai evitato Lucas Parks e quelli di Belfast, giusto?

Mark: Il più possibile. In realtà sono cresciuto molto vicino a dove sono Lucas e Andrew e quei fratelli sono dei monelli. Sono nato nella Repubblica e tutta la mia famiglia ha il tipico accento irlandese, che io non ho. Il mio è più un accento settentrionale, come quello di Elder perché i miei genitori hanno divorziato quando ero piccolo. Mio padre è cattolico, mia madre è protestante e queste sono le mie origini. Il loro era un matrimonio misto. Però hanno divorziato quando ero piccolo e quindi sono cresciuto in Irlanda del Nord. Sono cresciuto con un piede su un lato e un piede sull’altro lato del confine, perché tutta la mia famiglia, cugini, zie e zii erano al sud, ma io e la mamma eravamo al nord.

Tony: Raccontaci come è stato il tuo viaggio spirituale … Ci hai fatto un riassunto del tuo background, ma come sei arrivato alla fede? Come ti sei ritrovato a fare ministero a Dublino?

Mark: Trasferirmi quando avevo tre anni, immagino, sia stato provvidenziale perché ci siamo trasferiti in una città chiamata Carrickfergus, che è appena fuori Belfast. Ed è come una delle città della Bible-belt; c'è una chiesa ad ogni angolo. Penso che la  popolazione sia di circa 35.000 abitanti e ci sono 37 chiese bibliche per quella popolazione. E così ci sono tanti cristiani, ma in gran parte sono cristiani nominali. Non sono cresciuto andando in chiesa. Quando ero un adolescente, sono stato invitato a quello che pensavo fosse un gruppo giovanile, pensando di uscire con degli amici a fare due chiacchiere. Invece si è rivelato essere uno studio biblico.

C’era un tizio che insegnava la lettera ai Romani, a questi 13-14enni. E il mio amico che mi aveva portato, alla fine della serata, disse: "Vuoi tornarci?" E io dissi "Sì, certo, perché no?" Ho continuato ad andarci più a lungo di lui. Mi disse: “Amico, è noioso. Non ci vado più". Ed io gli risposi: "No, voglio vedere come va a finire questa cosa". Non ricordo il momento. Non mi sono inginocchiato ai piedi del letto. Ma so che nel corso di quell'anno, studiando il libro dei Romani, il Signore mi ha cambiato il cuore. E ricordo la notte in cui leggemmo Romani 5:8 che diceva: “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”.

Ricordo che in un certo senso ne rimasi davvero colpito, che fosse o no il punto, non lo so. Ma so che alla fine di quell'anno accademico, di quell'anno solare, ero una persona diversa. Frequentavo una chiesa presbiteriana. Avevo circa 14 anni, continuai per un po' ad andare in quella chiesa presbiteriana. Il resto è una lunga storia; sono un anglicano per caso. Ho finito per attraversare la strada ed entrare in questa chiesa anglicana evangelica. E amare Gesù, insegnare la Bibbia, che non è la prima cosa che ti viene in mente, purtroppo, quando pensi all'anglicanesimo. Ma quella fu la prima volta che venni a contatto con il ministero biblico espositivo.

Avevo circa 18 anni, ed era appena iniziato un periodo di crescita spirituale per me che mi diede un nuovo apprezzamento per le Scritture e l'amore per il Signore Gesù. E alcuni membri del personale del ministero mi dicevano: "Dovresti prendere in considerazione la possibilità di entrare nel ministero". Ed ero poco convinto perché la mia famiglia non era cristiana. Mia madre conobbe il mio patrigno quando avevo circa otto anni, mi appoggiavano molto, non erano contrari, ma non era una cosa che comprendevano. Così ho pensato: “Andrò via e diventerò un insegnante di biologia”. Ed è quello in cui ho iniziato a mettere il mio impegno. Ma quello che il Signore fece fu prendere qualcosa che mi piaceva molto e qualcosa che mi era molto caro e lo rese veramente migliore.

E penso che guardandomi indietro, fece questo perché mi stava disciplinando. Mi stava mostrando che in realtà ero disobbediente alla Sua chiamata per la mia vita. E ricordo che, a 21 anni, guardando mia madre, le dissi: “Non posso più farlo. Devo lasciare l’università". La discussione fu piuttosto animata e lei mi disse: "Beh, cosa hai intenzione di fare con la tua vita?" Le risposi: "Sarò un ministro. Sarò un pastore". E le prime parole che uscirono dalla sua bocca furono: "Quindi questa non è una fase". Le dissi: "No, questa non è una fase. Penso che sia quello che devo fare".

Fu una strada difficile. Ha lavorato in una panetteria, il che è ragionevole perché ho un corpo come il Pillsbury Doughboy (la mascotte pubblicitaria di una nota azienda alimentare, N.d.T). Quindi ha funzionato bene. E infine, ho fatto un internship con un'altra chiesa anglicana abbastanza vicino a dove ora si trova Village a Belfast, East Belfast. E da lì, sono andato al seminario, all'Oak Hill Theological College di Londra. Ho incontrato mia moglie lì. Io e Philippa ci siamo sposati dal 2014, dopo il college. Non abbiamo fatto tutto il genere di cose che si fanno al college. Ci siamo concentrati sui nostri studi e ci siamo sposati dopo. A 17 anni andò in vacanza con la famiglia in Irlanda e la odiava; pensava che fosse arretrata e che la gente fosse solo simpatica ma non le piacque affatto, giurò che non sarebbe mai più tornata. Ma il Signore ha davvero un senso dell'umorismo visto che abbiamo anche due adorabili bambini irlandesi.

Tony: Che bello! Raccontaci della fondazione della tua chiesa.

Mark: Abbiamo fondato City Church. Domenica scorsa, abbiamo appena festeggiato il nostro quinto compleanno come chiesa. Ci siamo incontrati come squadra di fondazione per circa un anno. Siamo una chiesa fondata da un'altra chiesa in città chiamata Emmanuel, Emmanuel Church di Dublino. Mi hanno portato subito fuori dal seminario, al fine di guidare una chiesa. E così circa una dozzina di noi hanno lasciato il seminario per diventare la squadra di fondazione di quella che sarebbe diventata City Church.

E nel giro di un anno, siamo cresciuti. Eravamo circa 20-25 persone poco prima di Natale. Poco prima di Natale è il periodo sbagliato per aprire una chiesa. Non farlo mai. Soprattutto perché (e questa è una delle cose di cui probabilmente parlerò più avanti) Natale è una delle volte in cui le persone escono dalla città. Quindi, un mese dopo la nostra fondazione, abbiamo perso sei persone del nostro team perché il loro contratto era scaduto, oppure il corso era finito. Ma il Signore è stato molto buono e ci ha sostenuto in questo.

Attualmente siamo appena passati a due culti al giorno. Abbiamo circa 100 persone in 2 culti, perché il locale in cui ci troviamo è piuttosto piccolo. È un palazzetto dello sport piuttosto piccolo nel centro della città, ed è tutto ciò che possiamo permetterci in città. Dublino, in termini di mercato immobiliare, è seconda solo a Londra e alle Isole Britanniche. Ci aspettiamo di pagare un affitto di 80.000 dollari l'anno, il che farebbe saltare in aria il nostro budget. Quindi, mentre cerchiamo un posto, continuiamo ad avere due culti.

Tony: Cento persone a Dublino sembra una chiesa di buone dimensioni, dato il clima spirituale che c’è lì, vero?

Mark: Sì. Siamo rimasti in bilico, in un certo senso; per 2-3 anni, siamo stati in circa 40 persone per molto, molto tempo. E onestamente ho pensato che sarebbe stato questo il nostro destino e ne eravamo abbastanza contenti. La chiesa evangelica conservatrice più grande e consolidata di Dublino è frequentata da circa 250 persone. E sono lì da 100 anni. Quindi sì, è tanto avere 100 persone a Dublino.

Tony: In cinque anni.

Mark: …in cinque anni può essere solo opera del Signore, ed è comunque stancante.

Tony: Sì, assolutamente. Deve essere elettrizzante predicare. Cosa ha portato all’incremento dei numeri? Ovviamente, hai detto che questa è la ragione principale.

Mark: Sì, è assolutamente così. E il caffè che Dye manda. Cos’è successo? In parte, è il vecchio adagio che le nuove chiese che attirano nuove persone. E, sai, stavamo arrivando sulla scena proprio quando c'è stata una sensibile attività di fondazione di chiese in questi ultimi cinque. E così posso pensare a un'altra chiesa che è iniziata all'incirca nello stesso periodo e che ha sperimentato una crescita simile. Non proviamo a fare e non facciamo eventi. Non ci ispiriamo affatto al modello attrazionale. Non sono il miglior predicatore della città. Non abbiamo la band più bella della città.

Ma cerchiamo di fare bene quello che facciamo, come vivere la vita gli uni con gli altri, provando ad essere intenzionali con il nostro discepolato. Lavoro molto nella predicazione per renderla davvero accessibile alle persone. Ci sono piccole cose su cui le persone commentano. Facciamo domande e risposte ogni domenica, il che è semplicemente grandioso per gli irlandesi post-cattolici perché in un contesto cattolico non fai domande al prete, non chiedi perché, lo accetti e il prete non si apre al confronto. E il numero di persone che sono venute da me dopo il culto è enorme; è come se non fossero mai stati in una chiesa in cui il pastore ha invitato a fare delle domande. Anche se a volte non conosco la risposta. 

Tony: Scusami se ti interrompo, quindi fai questo dopo il sermone?

Mark: Sì, subito dopo la predica. Stiamo ancora cercando di capire come fare in due culti, infatti la maggior parte delle volte lo faccio dopo il secondo, solo perché l’intervallo tra i due è molto breve. Ma dopo il secondo culto annuncio: "Sarà possibile fare delle domande alla fine". Ciò che probabilmente accadrà è che le persone che vogliono fare delle domande potrebbero partecipare al secondo culto per il momento. Prima della Cena del Signore, chiedo: "Qualche domanda al riguardo?" Subito dopo preghiamo, ne prendo tre o quattro, ma poi potrebbero essercene altre dopo. Ma, come ho detto, è il modo più semplice per dire che siamo diversi dal tipo di sistema religioso con cui sei cresciuto o che hai ritenuto vero. 

Tony: Quindi normalmente ricevi da tre a quattro domande? Le mani si alzano immediatamente o ci sono alcune settimane in cui nessuno ha domande?

Mark: Sì. Domenica nessuno ha avuto domande. Il sermone era chiaramente eccellente e ha chiarito tutti i problemi. E così domenica scorsa, non c'erano domande. Voglio dire che normalmente ne hai tre o quattro, in media. Stiamo facendo una serie sull’Avvento in questo momento, ma abbiamo appena fatto i primi 11 capitoli della Genesi e stavamo affrontando temi come il genere e c'erano sempre un sacco di mani alzate. Ma è sempre interessante quando una persona nuova fa domande; ti fa pensare: “Come sei coraggioso a venire qui per la prima volta, alzare la mano e fare una domanda”. Mi incoraggia e mi aiuta a fare una sorta di ricerca demografica. Mi aiuta a sapere quali sono le domande reali nella mente delle persone. Mi piace. In un certo senso mi fa crescere.

Tony: Che impatto ha avuto sui membri della tua chiesa sentirti rispondere a queste domande? Sono sicuro che li equipaggia indirettamente per fare lo stesso, giusto?

Mark: Sì, assolutamente. Voglio dire, i membri della nostra chiesa sono sempre stati un gruppo molto desideroso di imparare. City Church è iniziata con un gruppo di studenti e giovani professionisti e questo è chi siamo. Dublino ha due cose in questo momento. Ha università e aziende tecnologiche. Quindi Amazon, eBay, Google, Dropbox, Microsoft, Facebook hanno tutti il ​​loro hub europeo qui a causa dell'aliquota più bassa dell'imposta sulle società. E poi ci sono 100.000 studenti che arrivano in città durante l’anno accademico.

E così, stiamo raggiungendo queste persone spiritualmente affamate, scettiche, che si interrogano e che vogliono imparare. E’ stato un po' come prendere le domande che mi venivano poste durante lo studio biblico infrasettimanale, o ad un gruppo comunitario, o qualsiasi altra cosa, o durante una cena, e dire: "Ok, bene, apriamo questa opportunità alla moltitudine eterogenea anche la domenica mattina, in modo da avere quegli ascoltatori che non hanno abbastanza coraggio per porre una domanda, ma sono comunque le loro domande ad essere risposte”.

Tony: Bene. Quindi, tra le cose che la gente dice sulla tua chiesa, è che sei arrivato a creare questa atmosfera, questa cultura in cui le persone possono porre domande e ascoltare risposte che mostrano loro rispetto e possibilmente che siano risposte ben argomentate e così via. Ci sono altre cose di cui le persone parlano, forse durante la settimana, come il ministero dell’ospitalità? Hai visto vite cambiate nel corso del ministero?

Mark: Sì, ci incontriamo durante tutta la settimana in luoghi diversi in tutta la città per i nostri gruppi comunitari. E per le molte persone che non hanno sperimentato un modello del genere, è più intenzionale. Non lo facciamo perfettamente. Ad esempio, non siamo fan totali di Soma. Potremmo migliorare molte cose. Ma uno dei commenti ripetuti è che qui le persone hanno vissuto un vero senso di comunità, un senso di essere una famiglia che forse non avevano mai sperimentato prima. E in parte dipende dalle nostre dimensioni. Quando vai in una chiesa di 50, 60, 70, 100 persone, ma anche perché si tratta di 2 culti, i 2 culti in realtà sembrano piccoli.

E gli introversi della City Church lo adorano. Amano il fatto che stiamo tornando a due culti più piccoli. Una ragazza venne da me dicendo: "Sono entusiasta di andare a due culti più piccoli perché mi sento così sopraffatta dal parlare con le persone che alla fine non parlo con nessuno". Quando ci incontriamo durante la settimana, facciamo cose diverse ogni volta, come studi riguardo il sermone, gli incontri di preghiera per le donne e gli incontri di preghiera per gli uomini.

Poi facciamo un'altra settimana di studio e poi facciamo una cena in famiglia dove mangiamo tutti insieme. Se la chiamassi serata sociale, gli studenti non verrebbero perché per loro lo studio della Bibbia ha valore mentre la serata sociale no. Quindi dico che è una cena in famiglia. Siamo una famiglia. E questo li incoraggia a venire. E poi la quinta settimana, abbiamo l’incontro per la  chiesa intera, e un momento di preghiera.

Tony: Adoro il tuo impegno per l'esposizione e la cultura che stai creando e la comunità che stai enfatizzando. Una delle domande che amo porre ai fondatori di chiese, e in realtà a chiunque sia nel ministero, è questa: Quali sono alcune delle cose che ti hanno scoraggiato che hai sperimentato nel ministero? E che cosa ha usato il Signore per farti superare quel momento? Forse non ne hai avuto nessuno, forse sei stato immune allo scoraggiamento in questi cinque anni.

Mark: Sono successe due cose: uno scoraggiamento ricorrente e poi uno durante una stagione particolare. Lo scoraggiamento ricorrente è dovuto alla transizione. Sai, quei primi anni in cui ti sentivi davvero come se stessi evangelizzando Doctor Who, che si rigenera in una bestia completamente nuova ogni 12 mesi, o stai perdendo il 40% delle persone che sono nella tua chiesa, e quel momento arriva tra maggio a fine giugno. In passato, ci salutavamo e pregavamo pubblicamente per le persone ogni domenica, e questo distruggeva emotivamente me e il gruppo che rimaneva. Ed è veramente difficile riprendersi a settembre, avere l'energia emotiva per accogliere con gioia le persone di nuovo e abbracciarle, sapendo che ci saluteranno di nuovo.

Quindi penso che uno dei veri errori che ho commesso, ripetutamente, soprattutto nel terzo anno, è pensare che il ministero fosse diventato troppo difficile e questo mi ha portato a distaccarmi e chiudermi in me stesso. Quando le persone venivano da me con le lacrime agli occhi e dicevano: "Questa è la mia ultima domenica, grazie mille", io ero lì impassibile. So che dovrei piangere con quelli che piangono, che dovrei essere più sensibile. E in realtà una delle cose che mi ha veramente aiutato è stato l'articolo che ha scritto Bill Riedel intitolato "Hugging the Parade". Mi ha aiutato a comprendere i nostri tempi, a goderne e vedere Dio all’opera.

Il Signore riporta le persone a casa nei loro paesi di origine. Voglio dire, Dublino ha 40.000 brasiliani. Questo è strano per Dublino. Siamo la città numero uno per imparare l'inglese per i brasiliani. Adoro l'idea di gente che cammina per le strade di Rio e Sao Paulo con il forte accento di Dublino. Una volta ho letto con un ragazzo "Il grande quadro di Dio", il libro di Vaughan Roberts che fa una panoramica della Bibbia. Ne è rimasto così colpito che è tornato dal suo pastore e hanno lavorato per tradurlo insieme in portoghese in modo che potessero usarlo come risorsa e lodare il Signore per quello. Quindi è uno scoraggiamento perenne. E ho avuto modo di vedere il bene che il Signore sta portando attraverso questo.

La stagione più difficile per noi nel ministero è stata quando un membro dello staff si è allontanato da noi. E’ sempre difficile quando una relazione o un’amicizia inizia a logorarsi un po'. Una delle cose che mi ha davvero aiutato in questo, è stato il mio coach di Act 29, Jonathan Dodson. E’ stato bellissimo, perché c’eravamo già conosciuti in passato. Quindi quando sono entrato nel Network, ha detto: "Beh, ti istruirò". E mi ricordo di lui, di come ha curato la mia anima durante quella stagione. Una delle cose che mi disse fu: "Stanno solo andando via da te. Non si stanno allontanando da Gesù". Quindi, ancora una volta, è bene fermarsi e tenere tutto in prospettiva.

Tony: Ottimo.

Mark: Non ci siamo visti faccia a faccia. Le cose non hanno funzionato. Da allora, abbiamo potuto incontrarci, riconciliarci, perdonare ed essere perdonati. Avevo solo bisogno di essere ricordato che non si stanno allontanando da Gesù, ma che si stanno allontanando da te. Sono sicuro di non essere l'unico ad aver avuto quella mentalità del tipo: “Gesù ti ama, ma io ho un piano meraviglioso per la tua vita”. Penso sia stato davvero importante per me venire rimproverato in modo così garbato in quei primi anni di semina.

Tony: Quelle ferite relazionali, la sfida perenne affrontiamo quando la gente se ne va ... Penseresti che con il tempo quelle cose non ti influenzeranno più, ma le ferite relazionali, anche per me, sono le più difficili e scoraggianti. E posso raccontarne molte di quelle situazioni. 

Mark: Mi ricordo…

Tony: Vai avanti.

Mark: Ricordo di essere stato in una grande chiesa di Belfast che stava per esplodere. Circa 10-12 anni dopo, ricordo di aver parlato con il mio amico che mi ha fatto entrare dicendo semplicemente: "È fantastico". Forse ero ancora in seminario. Ho detto: "È fantastico, questo è quello che voglio". E il mio amico indicando il pastore che stava consigliando qualcuno di fronte a noi, disse: “Sì, ma dovresti vedere le sue spalle. Dovresti vedere le cicatrici sulla sua schiena che lo hanno portato a questo punto". E di nuovo, ci sono cicatrici che tutti noi sopportiamo, ma lo facciamo perché Gesù ne è degno.

Tony: Amen. Amen. Andiamo alle sue cicatrici per sopportare le nostre. Hai avuto Bill Riedel come coach ad Acts 29. Ora anche tu sei il nuovo leader dell'Irlanda, giusto? Puoi parlarcene, cosa sta succedendo in Irlanda?

Mark: Sì, è pazzesco. Mi hanno chiesto di prendere il posto di Lucas. Non è ancora ufficiale, quindi questa è un'esclusiva. Ad Acts 29 Irlanda, non facciamo distinzione politica tra Nord e Sud. Siamo un intero corpo dell'isola. Quindi siamo in quattro. Ci sono io, Lucas e poi Andrew Elder che è stato mandato da Lucas, e poi John Irvine e Raf Reiland. E John si sta davvero impegnando a fondo per le attività collettive rurali, che sono così importante per noi. Voglio dire, l'evangelizzazione dell'Irlanda avverrà attraverso la fondazione di chiese nelle aree rurali. E quindi sarà assolutamente fondamentale.

Ci sono 102 città nella Repubblica d'Irlanda, senza contare l'Irlanda del Nord. Ci sono 102 città nella Repubblica d'Irlanda con una popolazione di 5.000 o più persone che non hanno testimonianza evangelica, o per dirla in Acts 29: "Dove Gesù non è né nominato né conosciuto”. E così Acts 29 Irlanda sta collaborando con altri network qui sull'isola come Baptist Missions e la Calvary Network, che ha una piccola rete per fondare chiese nell'Irlanda occidentale, per vedere 102 città raggiunte dal Vangelo. Abbiamo una conferenza di valutazione che si terrà a gennaio e, per grazia di Dio, un ragazzo irlandese che sta facendo la valutazione sta attualmente fondando una chiesa vicino a Galway, nell'Irlanda occidentale.

Siamo elettrizzati. La mia preghiera a Dio è che nei prossimi 12-18 mesi raddoppieremo il numero di adesioni. Passerebbe solo da quattro a otto, ma sarebbe davvero bello. Abbiamo fatto il nostro pranzo di Natale la scorsa settimana e una delle cose che stavo dicendo è che forse avremo bisogno di un tavolo più grande l'anno prossimo. Al momento abbiamo un ragazzo che si sta candidando qui a Dublino e che sta cercando di fondare una chiesa in lingua farsi, perché abbiamo un sacco di musulmani iraniani che vengono in Irlanda in cerca di asilo.

Lui stesso era un richiedente asilo. E’ diventato cristiano in Iran ed è dovuto fuggire e ha fondato una chiesa a Belfast. Sa che posso parlarne. Ha fondato una chiesa a Belfast e ora sta cercando di creare una leadership indigena e fare lo stesso a Dublino. E quindi pensiamo che Acts 29, specialmente con alcuni dei contatti delle regioni emergenti, possa davvero aiutare un fratello del genere. E che cosa meravigliosa sarebbe se Acts 29 Irlanda aiutasse a fondare una chiesa in lingua farsi.

Tony: Fantastico. Ti stanno succedendo un sacco di belle cose, oltre alle tante sfide. Mi hai anche detto prima che oggi ti trasferisci, giusto?

Mark: Esatto. Abbiamo spostato la data di registrazione di questo podcast perché pensavo che saremmo stati nel pieno del trasloco, ma in realtà è oggi. Quindi dopo aver parlato con te, vado a prendere le chiavi e firmare il contratto. 

Tony: E indossi un impermeabile di Act29, è questo che indossate in Irlanda?

Mark: Si! Voi ricevete felpe e noi impermeabili, come ce n'è bisogno oggi. 

Tony: Se gli ascoltatori fossero incuriositi riguardo il tuo lavoro in Irlanda, cosa diresti loro? Mandate gli assegni qui, venite a farci visita, oppure hai qualche tipo di appello appassionato che vuoi fare prima che finiamo?

Mark: Sì, ci sono tre cose che voglio dire. Ci stiamo preparando per fondare la nostra prima chiesa, quindi abbiamo portato il nostro primo fondatore in formazione lo scorso settembre. Lui e sua moglie hanno appena avuto un bambino, il loro primo figlio, la settimana scorsa e stiamo chiedendo in preghiera di mandare da noi una squadra per i prossimi 18 mesi circa. Puoi iscriverti a quella lettera di preghiera sul nostro sito web all'indirizzo citychurchdublin.ie/plant e leggere di Duncan e Becky. Duncan è originario dell'Irlanda, il che è fantastico per noi perché avere dei missionari locali è davvero difficile. Non esiste, in un certo senso, un percorso evangelico per suscitare uomini nell'isola. Siamo stati molto dipendenti dai missionari stranieri, e va bene, il Signore ha fatto grandi cose attraverso di loro, ma è fantastico avere un ragazzo irlandese. Quindi potete pregare per questo se volete sostenerci. Se volete venire a trovarci e vedere cosa sta succedendo, potete farlo.

Quindi sarebbe attraverso queste tre cose, pregare, dare, andare, venire e vedere l'Irlanda. Collaboriamo con un'agenzia che offre viaggi religiosi. Quindi non devi nemmeno fingere che si tratti di un viaggio di missione. Vieni in vacanza. Informati meglio su come pregare per la nostra terra. Raccogli ulteriori informazioni sulla nostra storia. Guarda la storia del nostro bellissimo paese. Ti incoraggio, se non hai fatto quel viaggio di ritorno, specialmente se si tratta di un viaggio in patria (mia nonna era una O'Flattery) ora è il momento di venire a vedere cosa Dio sta facendo in Irlanda.

Tony: Grande. Mark Smith, City Church Dublin. Grazie per essere stato ospite del nostro podcast, fratello.

Mark: Il piacere è mio, Tony! Grazie


Mark Smith è pastore della City Church Dublin e leader di Acts 29 Ireland. Sposato con Philippa, ha due figli piccoli.

Tony Merida è fondatore della Imago Dei Church di Raleigh, North Carolina, direttore della formazione teologica per Acts 29, diacono presso il Grimke Seminary, e membro del consiglio di  The Gospel Coalition. Tony è autore di numerosi libri, inclusi The Christ-Centered Expositor, Ordinary, e La cura degli orfani. Lui e sua moglie Kimberly hanno cinque figli adottivi.

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