La donna Samaritana e il nostro Salvatore che distrugge le barriere

La Parola di Dio ci dice che per perseverare nella fede dobbiamo fissare lo sguardo su Gesù (Ebrei 12:2). Ma cosa significa fissare il proprio sguardo su qualcuno che non si può vedere?

I Vangeli raccontano storie su Gesù che ci mostrano il suo carattere. Scopriamo come egli  interagì con la gente e con il mondo intorno a lui. Studiando queste storie, impariamo a fissare i nostri sguardi e i nostri cuori su di lui.

Gesù interagì con persone di ogni genere, ma c’è qualcosa di stupendo, attraente, contro-culturale e rivoluzionario nelle interazioni di Gesù con le donne.

Qualche antefatto sulla Samaria

Per comprendere il significato della conversazione di Gesù con la donna Samaritana è necessario conoscere un pò del contesto storico. I Samaritani erano un etnia mista. Non erano Ebrei, ma avevano una religione mista che includeva elementi di Giudaismo. Adoravano infatti Yahweh insieme ad altri dèi. Gli Ebrei disprezzavano e odiavano i Samaritani per via del loro sangue misto. Giudei e Samaritani erano erano ostili alle rispettive pratiche religiose e luoghi di adorazione (Luca 9:53).

Avvicinandoci alla scena raccontata in Giovanni 4—in un pozzo in Samaria a mezzogiorno—troviamo confini invisibili nella sabbia; sconosciuti ai lettori moderni ma ben noti ai primi uditori di Giovanni. Confini culturali, religiosi, etnici e di genere sono marcati attorno a quel pozzo speciale. Ma Gesù non ha paura di oltrepassare i confini.

E il varcare questi confini avrebbero cambiato per sempre la donna di Samaria e molta altra gente in quella regione.

Una conversazione inattesa

Come dice l’inizio di Giovanni 4, Gesù e i suoi discepoli stanno viaggiando attraverso la Samaria. Stanco per il viaggio, Gesù si riposa presso un pozzo vicino alla città di Sicar. Mentre i suoi discepoli vanno in città a comprare da mangiare, Gesù rimane solo. E’ mezzogiorno e probabilmente fa caldo, e una donna Samaritana arriva per attingere l’acqua.

Gesù chiede alla donna dell’acqua; lei fu sorpresa che un Giudeo parlasse con una Samaritana. Era culturalmente inaccettabile che un uomo parlasse con una donna in privato (4:27). Gesù però ha più a cuore le persone che le barriere culturali, politiche e religiose. Soprattutto, egli si preoccupa dell’anima della donna e desidera darle l’acqua viva (4:10).

Gesù e la donna Samaritana parlano, e lui finisce col dirle tutto quello che ella ha fatto. Cosa più importante, le rivela che lui è il Messia che stava aspettando. Con un nuovo cuore che ama Gesù, la donna molla tutto e corre in città per dire alla gente quello che le è successo.

Quando Gesù e i suoi discepoli tornarono in città, molti dei Samaritani erano già diventati credenti, e chiesero a Gesù di trattenersi da loro per due giorni. Durante questi due giorni, Gesù e i suoi discepoli si sono relazionati con i Samaritani a un livello intimo—mangiando, parlando, vivendo con loro—nonostante le grandi barriere culturali.

Distruggere le barriere

Gesù non peccò parlando con la donna da solo. Non peccò nemmeno parlando con una Samaritana, una persona culturalmente e religiosamente diversa da lui. Anzi, se Gesù avesse seguito i pregiudizi dell’epoca e non le avesse parlato, forse lei non avrebbe mai ascoltato la buona notizia. La gente del suo villaggio probabilmente non avrebbe mai creduto.

Ma Gesù non seguì i pregiudizi dei suoi giorni su genere ed etnicità. Al contrario, egli valorizzò e onorò coloro che la cultura emarginava. Senza dubbio, questo faceva parte dell’attrattiva esercitata da Gesù. Persone che erano abituate ad essere escluse, derise e rifiutate d’un tratto stavano parlando con qualcuno che le capiva e le amava.

Occhi su di lui

Gesù si fece conoscere, si rese disponibile e, cosa più importante, volle conoscere la donna Samaritana. Questa non è soltanto una bella storia. Gesù si è fatto conoscere anche a noi, si è reso disponibile a noi, e conosce i nostri bisogni e desideri più profondi. Egli soddisfa le nostre anime dandoci se stesso. Per la gioia che gli era posta dinanzi, Gesù sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio (Ebrei 12:2).

Se questo è vero—se il suo carattere è vero, e lo è—dove ce ne andremo noi? Fissiamo il nostro sguardo su Gesù, e amiamo le persone improbabili come lui fece.


Trillia Newbell è autrice di Sacred Endurance: Finding Grace and Strength for a Lasting Faith, If God Is for Us: The Everlasting Truth of Our Great Salvation: A 6-week Bible Study on Romans 8, Fear and Faith: Finding the Peace Your Heart Craves, United: Captured by God’s Vision for Diversity, Enjoy: Finding the Freedom to Delight Daily in God’s Good Gifts, e del libro per bambini God’s Very Good Idea: A True Story of God’s Delightfully Different Family. Puoi visitare il suo sito trillianewbell.com e seguirla su Twitter.

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